Aids, il nemico numero uno dell'America

Aids, il nemico numero uno dell'America Aids, il nemico numero uno dell'America Clinton: il virus rischia di destabilizzare il mondo Andrea di Robìlant corrispondente da WASHINGTON L'epidemia di Aids nel mondo costiluisce una pericolosa minaccia al�la sicurezza nazionale degli Stali Uniti. Un documento approvato nei giorni scorsi dal Presidente Clinton sostiene che la diffusione esponenziale del virus avrà un impatto demografico cos�drammalieo nei prossimi armi non solo in Africa ma anche in Asia e in Russia che rischia di provocare colpi di Slato, rivolte popolari e guerre etniche. Non più solo emergenza sanitaria, dunque. 11 contenimento dell'Aids diventa adesso uno degli obiettivi prioritari dell'agenda di politica estera degli Slati Uniti. Un nucleo di coordinamento per la lolla all'Ai�ds è stala appena crealo alla Casa Bianca sotto la supervisione del consigliere per la sicurezza nazio�nale Sandy Berger. Il documento, ottenuto dal «Washington Post» e diffuso ieri, è pervaso da un tono di allarme e di preoccupazione, come se l'Amministrazione riconoscesse di essersi accorta con grave rilardo della portala reale della minaccia. Ora Clinton dice di voler recupera�re il terreno perduto e concentrare gli sforzi per arginare la piaga. Questa riqualifica dell'Aids da emergenza di salute pubblica a «nemico» che minaccia la sicurez�za nazionale rappresenta una svolta significativa. E abbastanza tipica di come il governo america�no mobilita le proprie risorse. L'im�patto dell'Aids promette di essere particolarmente «catastrofico» nei Paesi dell'Africa sub-sahariana, do�ve la percentuale di sieropositivi è già elevatissima. Le ultime stime dell'intelligence americano prevedono che almeno un quarto della popolazione di quella regione morirà di Aids. Le aspettative di vila si sono partico�larmente accorciate in Zimbabwe (25,9 per cento di sieroposilivil, Botswana (25,1 per cento), Nami�bia ( 19,4 per cento), Zambia ( 19,1 per cento), Swaziland (18,5 per cento), Mozambico (14,2 per cen�to). Sud Africa (12,9 per cento) e altri Paesi della regione. L'epidemia creerà una vasta popo�lazione di orfani che avranno il compilo immane di sopravvivere in condizioni estreme di povertà. E storicamente, prosegue il docu�mento, un calo improvviso dell'aspettativa di vila è sialo spesso all'origine di «guerre rivoluziona�rio, guerre etniche, genocidi e colpi di Stalo» nei Paesi in via di svilup�po. La preoccupazione immediala del governo americano riguarda so�prallutlo l'Africa. Dol resto questa prosa di coscienza dei pericoli legali alla diffusione del virus, per quanto tardiva, riflette lo sforzo compiuto da questa amministra�zione per galvanizzare i rapporti ira gli Stali Uniti e il continente africano nonostante i freni posti dal Congrosso. Ora il timore è che la politica impostata da questa amministrazione per portare slabi lità e crescita in Africa venga vani�ficata dalla diffusione dell'Aids. E che in assenza di rimedi urgenti, una nuova ondata di violenza e di guerra potrebbe presto abbattersi su quel continente. Ma non è solo l'Africa a preoccupa�re il governo americano. Sulla baso delle tendenze attuali, scenari drammatici cominciano ad emer�gere anche por alcune regioni del�l'Asia, per la Russia e perfino per alcuni Paesi dell'Europa orientale. «L'Africa», dice Sandra Thunnan, presidente della nuova task-force presidenziale, «è solo la cima del�l'iceberg». In India i sieropositivi non arriva�no ancora all'I por conio della popolazione. Ma sulla base dei trend di diffusione che abbiamo visto finora, si legge nel rapporto, il subcontinente indiano «potreb�be avere una percentuale di siero�positivi superiore a quella che abbiamo oggi in Africa entro il 2010». Scenari apocalittici in un documento delia Casa Bianca, dove si parla di minacce alla sicurezza nazionale: colpi di Stato, guerre civili, genocidi Sono africane le popolazioni piu colpite dall'Aids, non esiste una cultura della prevenzione e le cure hanno costi proibitivi

Persone citate: America Clinton, Clinton, Sandra Thunnan, Sandy Berger