La Malfa: nessuna tresca

La Malfa: nessuna tresca La Malfa: nessuna tresca «Volevamo un altro candidato premier» intervista Maria Teresa Meli ROMA ALLORA, onorevole La Malfa, lei è stato citato a testimone da Cossiga. Come andò veramente la sto�ria del complotto di cui parla l'ex presidente della Repub�blica? «Complotto non è il termine esatto. Nessuno era intenta a ordire una congiu�ra nell'ombra contro D'Ale�ma. Piuttosto, vi era un orien�tamento di tutti i partner della coalizione a scegliere un altro candi^.'to premier perii 2001». Vabbè, ma è vero o non è vero quello che racconta Cossiga, e cioè che Casta�gnetti le disse che dopo le regionali il centrosini�stra avrebbe fatto fuori D'Alema? «Le cose andarono così: a dicembre, in piena crisi di governo, io chiesi al segreta�rio del Ppi per quale motivo sostenesse un D'Alema bis, e lui mi spiegò che cambiare in quel momento il presidente del Consiglio sarebbe stato un atto di avventurismo, che bisognava aspettare le regio�nali, e che dopo si sarebbe risolto definitivamente il pro�blema del premier». E parlò anche con Arturo Parisi, un altro dei pre�sunti «complottardi»? «Non mi pare di aver discus�so anche con lui. Del resto, la posizione dei Democratici e del loro leader era mollo chiara. Loro avevano posto il problema della premiership con grande forza e alla luce del sole». Complotto no, quindi, ma Cossiga ha ragione quando racconta che già mesi fa erano partite le grandi manovre per cac�ciare D'Alema... «Ma non era un mistero per nessuno. Vi erano movimen�ti di cui era consapevole lo stesso D'Alema. Lui sapeva benissimo di essere la preda dei suoi principali alleali». Insomma, tutti sapevano tutto. «D'Alema di sicuro. Tant'è vero che, sapendo quale fos�se la realtà, decise di buttar�si a corpo morto nella campa�gna elettorale per le regiona�li. Se le elezioni regionali fossero andate beni;, allora nessuno avrebbe più potuto discutere la sua leadership. Mosso da questo convinci�mento, D'Alema si spese mol�to in campagna elettorale». Sia sincero, onorevole La Malfa, la mossa del Trifo�glio, che si sfilò dalla maggioranza che sostene�va D'Alema, non fu in realtà la prima tappa di questo processo che avrebbe poi portato alla sostituzione del presi�dente del Consiglio? «Non è cosi. Tant'è vero che all'interno del Trifoglio vi erano delle valutazioni diver�se. Per esempio, io e Cossiga ritenevamo che il problema da sollevare fosse quello di avere dal centrosinistra una risposta politico-programma�tica adeguata alle questioni da noi poste. Non avevamo alcun pregiudizio verso D'Alema: per quanto ci riguardava lui avrebbe potuto jenissimo continuare a gui�dare la coalizione, a patto naturalmente che fosse chia�ro l'asse su cui la maggioran�za doveva fondarsi. 1 colle�glli socialisti, invece, voleva�no proprio cambiare il presi�dente del Consiglio. Lo Sdi aveva un forte preconcetto nei suoi confronti. Mi ricor�do che questa fu una valuta�zione che io e Cossiga facem�mo insieme». Quindi, tutto regolare: nessuna congiura di pa�lazzo. «Lo ribadisco: nessuna con�giura. Castagnetti aveva espresso pubblicamente le sue riserve sulla premiership di D'Alema. Pari*! anche. Noi e i socialisti ce ne eravamo andati. Il resto lo hanno fatto le elezioni regionali...». Il leader del partito rupubblicano Giorgio La Malfa

Luoghi citati: Mosso, Roma