CASSANDRA NEL FLUSSO DELLA STORIA di Silvia Francia

CASSANDRA NEL FLUSSO DELLA STORIA AL CARIGNANO CASSANDRA NEL FLUSSO DELLA STORIA La tragica veggente rivive in scena con la regia di Andrea Battistini PER il «Progetto Tragedia Gre�ca», rassegna dedicata a uno dei momenti teatrali più alti di tutti i tempi, lo Stabile ha in pro�gramma al carignano dal 2 maggio «Cassandra», firmato da Andrea Bat�tistini (repliche sino al 14). In scena Paola D'Arienzo, Silvia lannazzo, Oxana Kilchenko, Viola Pomaro, Marco Teloni, Gianluigi Tosto e Alfonso Veneroso. Lo spettacolo, in realtà, è tratto dai cassici greci, ma filtrali attraverso la sensibilità e la scrittura di Christa Wolf La Wolf, ha infatti firmato un racconto, in forma di monologo che, prendendo le mosse all'«Agamennone» di Eschi�lo, non si proietta verso il terribile dramma che sta per compiersi nella casa dell'Atride, ma retrocede tra visioni, ricordi e sentimenti nella riscrittura dei versi di Omero e nella sintesi dei tragici della grecità anti�ca. Nel breve arco di un tramonto davanti alla porta di Micene si condensa una vita intera, ripercor�sa in associazioni quasi casuali o sul filo di una irresistibile divagazione. Ora sullo sfondo ora in primo piano, c'è la guerra, annuciata dal ritomo a Troia di Paride con la bella Elena: ima guerra di interesse e non d'ono�re, combattuta da uomini feroci e dal piìi feroce di tutti, «Achille la bestia». E' lo stesso Battistini, responsabi�le dell'adattamento teatrale e della regia dello spettacolo, a fornirci alcune indicazioni su «Cassandra», allestimento dove «i piani temporali si intersecano, presente e passato si confondono e l'ambizione di parlare agli uomini con voce di veggente si intreccia alle memorie della Troia in guerra». «Scatta la molla "politica" della veggenza continua Batti�stini che mette Cassandra in oppo�sizione a Priamo e ai potenti, la induce a unirsi alle donne dissidenti dello Scamandro, a sognare con loro una società pacificia e femminile». Cos�la Woolf ridisegna i tratti dell'antica veggente mai credula, quasi ispirandosi a un bistrallalo e inconsapevole vessillo. E Cassan�dra, sacerdotessa della solitudine e portatrice di una involontaria diver�sità, sembra incamare un modello allemalivo rispetto al gioco dei polenti. Ma la tragedia non lascia spazio alle utopie. Troia brucia, i morti vengono accatastati uno sul�l'altro, Cassandra è presa da Aga�mennone e portala a Micene. E li finisce tulio: per lei, per il re. Una fine che la «visionaria» ha letto negli occhi di Clilemneslra. Il racconto è mosso da una conimmozione limpi�da e da una tensione che l'autrice, tedesca dell'Est, nutre con passione quasi di dramma personale. E con le parole del mito, del rito, della storia, della poesia, della tragedia. «Pro�prio da qui il desiderio di questo spettacolo aggiunge il regista che ha origini lontane, che si è radicato dentro di me con l'immagine tragica della fino. Che non è soltanto la fine di una vita, ma addrittura la finn della morte, della catastrofe, del mondo». Silvia Francia