CEREA, MONSU' DONIZETTII
CEREA, MONSU' DONIZETTII CEREA, MONSU' DONIZETTII «Elisir d'amore» in piemontese al Massaia con la Tamagno IMMAGINATE il ciarlatano dottor Dulcamara che irrompe sul palcoscenico per sbologna�re il suo presunto elisir magico e inizia la concione imbonitoria can�tando a gran voce: «Sent�gentaia rustica: Z atenti, stè a sentirne». E fifiratevi il sergente Belcore che decanta cos�i vantaggi dell'eserci�to : «Del tamborn a la raplada / fra i canon e le bandiere /1 è l'amor cha dà n'ociadaZ a le bele vivanderei). Per non parlare di Nemorino, diventato per veridicità geografi�ca Giacolin, che intona la romanza nota come «Una furtiva lagrima» in quest'altro modo: «Da nascondon na lacrima Z l'eu vistla mi a sue». E il coro, per parte sua, gli mostra tutta la propria deferenza, quando si sparge la voce che ha ereditato una fortuna, al tipico saluto di «Cerea chiel, cerea». Bene. Tutto questo diventa real�tà grazie alla messa in scena di un divertentissimo «Elisir d'amor». scritto proprio così, perché «ridot�to in lingua piemontese» da un originale avvocato albese che si chiamava Anacleto (anzi, pardon, Anaclet) Como. Il bello è che una simile versione, dall'originale li�bretto di Felice Romani, venne rappresentata con successo al Tea�tro Rossini di Torino nel settem�bre 1859 con alcuni noti cantanti. Due anni fa, perii 150" anniver�sario della morte di Gaetano Donizetti, Simonetta Petruzzi Satragni ha ripescato questa deliziosa rari�tà fornendone una ristampa ana�statica. E adesso la Società France�sco Tamagno ripropone l'opera al Teatro Massaia di via Cardinal Massaia 104, sabato 29 alle 21 e domenica 30 alle 16. Gli interpreti saranno Maria Cristina Berardo, Franco Berto, Cosimo Arpino, Ugo Bonafede e Wilma Ferrante, con Andrea Turchetto al pianoforte e Luigi Canestro direttore; regia di AngeUca Frassetto. [1. o.)
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