Primo maggio nella Cuba del barbudo Hemingway

Primo maggio nella Cuba del barbudo Hemingway L'AVANA: SULLE TRACCE DI UN PASSATO ANCORA PRESENTE Primo maggio nella Cuba del barbudo Hemingway REPORTAGE , Roberto Duiz SE c'è ancora un luogo al mondo dove il primo maggio, festa dei lavoratori, può resti�tuire echi di un passato non remoto e ancora resistente Jla globalizzazione del presente, que�sto non può che essere l'Avana, il lato più a Sud del triangolo di mare che la Florida, le Bahamas e Cuba proteggono dall'Oceano Atlantico e dal Mar dei Caraibi, che cavalca il Tropico del Cancro e si lascia attraversare dalla Corrente del Golfo che Hemingway chiamava «grande fiume azzurro». Una stri�scia d'acqua che è ancora un «mu�ro» simbolico e la vicenda di Eliàn, il bambino conteso tra Cuba e Stati Uniti, ne è la rappresentazione mediatica. Ma c'è stata un'epoca in cui questo mare era un tutt'uno e nel quale la navigazione non ave�va rotte ideologiche. Era il mare in cui Hemingway, ad esempio, ani�mo inquieto da «lost generation» all'ostinata ricerca di «paradisi per�duti», ha trovato un approdo. Lba percorso in lungo e in largo con la sua barca. Filar, innumerevoli vol�te, inseguendo blu marlin, con cui ingaggiare duelli epico-letterari, e cacciando sottomarini tedeschi, quale volontario della marina alle�ata durante la seconda guerra mondiale. Prima residenza a Key West, frequenti puntate a Bimini, resi�denza definitiva a Cuba, «Sapete com'è la mattina presto a L'Avana, coi vagabondi che dormono anco�ra contro i muri dei palazzi prima che arrivino i furgoni del ghiacci", per i bar?». Cos�comincia «Avere non avere», primo romanzo dedica�to a questo mare. A L'Avana sog�giornerà, a più riprese, allbotel Ambos Mundos, nel cuore della città vecchia. Poi, nel '39, acquiste�rà la Finca Vigia, casona coloniale nel sobborgo di San Francisco de Paola e vi metterà radici, per più di vent'anni. Qui, secondo alcuni e Garcia Màrquez tra questi, ha scritto le sue pagine più belle. Eppure, constata lo stesso Màr�quez, «questi anni di vita cubana sono stati quelli meno noti della vita di Hemingway, i più intimi e anche i più ignorati dai suoi biogra�fi». I «meno noti» proprio perché «i più intimi», vissuti intensamente ma lontano dalla curiosità e dai clamori dei media americani, den�tro la Cuba impasto di fumo di sigaro e rum che arrochisce la voce, accende i sensi e immalinco�nisce l'umore. E per colonna sono�ra la musica.di Buona Vista Social Club, suoni stravolti da quello stesso impasto, che escono da sot�to la pelle. Le impronte di Hemingway, comunque, sono sempre ben visibi�li a L'Avana, e non solo perché l'omone di Qak Park (Chicago) ave�va piedi molto grandi. Certo anche perché nell'era dell'embargo ameri�cano fa ancora un effetto speciale esibire un americano per amico. Probabilmente perché l'avventuro�so Hemingway aveva già la barba bianca quando i barbudos ce l'ave�vano ancora nera e sul corpo portava i segni di battaglie combat�tute dalla parte giusta. Forse, infi�ne, perché, lasciandosi scivolare Cuba sotto la pelle ne ha colto l'essenza e l'umore, sintetizzati in un cocktail: il daiquiri, schiuma bianca a galla, rum, inasprito col lime, in apnea. La cannuccia, co�me una lenza con amo cui è aggan�ciata un'esca, fende la superficie estetizzante e va a catturare la sostanza nascosta: il blu marlin, pescione astuto e combattivo, col quale dare vita a un confronto/ scontro che potrebbe confondere i ruoli tra pescatore e pescato se non ci fosse la consapevolezza che l'amo in bocca ce lba lui. Nella Cuba irretita e afflitta dalle dittature di Machado e Bati�sta, palestra di pugili come Kid Chocolate che dai tuguri dell'Ava�na vecchia andava a conquistare l'America e poi di guerrilleros che dall'esilio americano tornava�no per conquistare Cuba uno che, oltre a scrivere, sapesse bere mol�to rum, tirare pugni, usare il fucile e la canna da pesca non poteva non incontrare l'ammirazione po�polare. Gli piaceva che lo chiamas�sero confidenzialmente Papa. «Pa�pa Hemingway» si chiama la va�riante hemingwayana del daiqui�ri, inventata da Constante, bar�man del Floridita, interpretando il gusto dello scrittore: niente zuc�chero e doppia dose di rum. «Tho�mas Hudson stava bevendo un altro daiquiri ghiacciato senza zuc�chero e mentre lo alzava, pesante e con l'orlo del bicchiere incrostato di ghiaccio, guardò la parte chiara sotto la spuma che galleggiava e quello che vide gli ricordò il ma�re». Thomas Hudson è il protagonisia di «Isole nella corrente», un tipo duro che al Floridita passava buona parte del tempo che non dedicava alla pittura e alle biiitule di pesca. Il suo Floridita era popola�to da corrotti funzionari del gover�no cubano, da agenti dell'Fbi, da marinai, scrittori, allori, contrab�bandieri, giocatori d'azzardo ame�ricani, puttane oneste. In quel Floridita, Hemingway incontrava giovani amici come Fernando Campoamor, giornalista e scritto�re a sua volta, ii cui «besl seller» si intitola «Il figlio allegro della can�na da zucchero», storia del rum cubano, distillato che consuma ancora allegramente. Ricorda quando Papa lo chiamava al telefo�no o gli diceva, semplicemente. «puoi venire». Allora lui si faceva portare da un taxi alla Finca Vigia, entrava nel salone e trovava altri ospiti che gli venivano presentati come Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, Spencer Tracy e Ka�tharine Hepburn, Rocky Marcia�no, Joe Di Maggio, Gary Cooper, Dominguin, Ava Gardner. Campoamor non ha mai messo piede sulla Filar. Quello era il lerritorio esclusivo di Gregorio Fuenles, el marinerò. «L'unico sistoma per distinguere con sicurez�za un pescatore era quello di guar�dargli le mani. Le mani dei vecchi erano bruno e nodose, maculate dal sole, o le palme e le dita profondamonlo incise e sfregiale dalle lenze», scriveva Hemin�gway. Ecco le mani di Gregorio, appoggiate sul suo solilo tavolo a La Torraza, il risloranle di Cojimar, villaggio di pescatori a una ventina di chilometri da L'Avana. L�Pana teneva la sua barca nei mesi esiivi e da l�partivano le avventure di pesca. E la sera, alla Terraza, ognuno raccontava la sua e nascevano storie come quella di «Il vecchio e il mare». Per i pescato�ri di Cojimar, Hemingway era un espile gradilo, un amico generoso che sapeva raccontare ciò che Ico si limitavano a vivere. Per questo, all'annuncio della sua morte, gli hanno dedicalo una piazzetta e por poter forgiare il suo busto in bronzo hanno smontato e fallo fondere le eliche dello loro barche. Solo un anno prima, nel maggio del 'CO, al «Trofeo Hemingway pol�la pesca d'altura». Papa aveva consegnato la coppa a Fidel Ca�stra, autore di sei catture di inaili n in un giorno solo. Fu, quella, 1 uni�ca occasiono in cui il vecchio alla ricorca di paradisi perduti e il giovane proteso all'edificazione di paradisi ritrovali si incontrarono. Il primo non avrà il tempo di vedere gli sviluppi della rivoluzio�ne cubana ed esprimorc un giudi�zio. Ma il secondo avrà sempre parole di ammirazione per lui. «Mi identifico istantaneamente con te suo opereha detto Fidel -. Hemin�gway è un avvenluniso nel senso genuino del termine. Ha scritto che "un uomo può essere distrutto ma non vinto". Fu questo il mes�saggio che captammo». I ricordi dell'amico Fernando Campoamor: «Salivo i gradini di pietra, entravo nel salone e trovavo altri ospiti: Jean-Paul Sartre Simone de Beauvoir, Spencer Tracy, Katharine Hepburn, Rocky Marciano, Joe Di Maggio, Gary Cooper, Dominguin e Ava...» L'Avana. Il cartello indica i nomi di coloro che devono fare il servizio di guardia nel quartiere La Haba Vieja