Il pianto della madre: «Dov'è mio figlio?» di Pierangelo Sapegno

Il pianto della madre: «Dov'è mio figlio?» Il pianto della madre: «Dov'è mio figlio?» La famiglia: lo abbiamo saputo dalla tv, non è giusto reportage Pierangelo Sapegno invialo a COMO ~ PIOVE, non c'è un riparo. «Sami non può parlare». Sami Hoxha i; il papà (li Claudio. Sta chiuso in questa casa sotto la pioggia, al primo piano: lo tapparolli; azzurre abbassalo. L'assassi�no forse abitava li sopra, nella porta accanto. Solo dio non biso«nu dirlo ai vicini. Ti divorano vivo, ringhiano, abbaiano: «Ma come vi permettete? Era un ragaz�zo d'oro». Sotto la pioggia, non avremo mai un riparo, in questo paesi; di fronliora dove avanzano i soldi e costruiamo l'Italia che deve venire. Una cosa, una sola. «C'è la dottoressa, non lo lascia». La giac�ca fradicia, il rumore dell'acqua che cola, lo scarpe impiastricciate. Como li chiami?, e lui: scrivi Nico, dico, e poi corno se volesse ringra�ziare: «ina siamo tutti uguali nel doloro». Non è vero. Non c'ò nien�te di uguale a questo mondo. Lo conoscevate questo ragazzino? «Quale ragazzino?». Quello che stanno interrogando, che avrebbe uccìso Claudio, «Non è un ragazzi�no. E' stalo un adulto». Un mino�renne, dicono che abitava sopra di voi. «Vado a chioderò a Sami». L'acqua che scendo ò triste come questo paese. Bagna: non purifica. Le nuvole sono venule giù fin sulle nostre facce. Via Alberto da Giussano, la prima palazzina venendo da Mariano, e quelli che hanno fallo i soldi non stanno nemmeno troppo lontano, nelle villette dietro le siepi alte, a un'occhiata da qui. Sotto questa pioggia, è un posto che fa schifo. «Sami non può veni�re. Noi abbiamo sentito di un adulto». 17 anni. «L'età non so. Ma era un uomo, A noi non ci dicono le cose. Noi sentiamo solo quello che ci capila». Chiedi a Sami che cosa pensava di questo ragazzo che abitava sopra. Toma con una bu�gia: «Non lo conoscevano». Però, dentro questa bugia, c'è l'altra faccia della tragedia. E la nostra vergogna. Abbiamo fallo un bel inondo, lungo queste stradine. 1 vicini si affacciano vicino al cordone dei carabinieri. Insistono: «Vi sbaglia�le. Non buttale fango su un nostro figlio». Il fango è sulla strada. L'acqua ci innaffia il viso. Nico: «Noi non abbiamo niente da dire contro nessuno». Anche Sami? «Sa�mi dice che non ha da dire Inale di nessuno. Noi qui siamo sempre stali bene con tulli. Tulli ci hanno irattato bene. E noi abbiamo trat�tato bene lutti». L'unico riparo ò tornare in macchina. La pioggia scivola sui vetri, sullo finestre, sgocciola sulle tapparelle, sulle coscienze. Dichiarazione della fa�miglia, la mamma di Claudio e il papà, il giorno dopo la scomparsa: «Nostro figlio co l'ha preso uno che lo conosceva, di questo siamo sicu�ri». E alla tv parlavano come se volessero rivolgerai a quel nemico conosciuto: «E ancora in tempo a riportarcelo indietro. L'importan�te per noi sarebbe riavere Claudio vivo». Dichiarazioni dei vicini, stesso giorno, «So è stalo un pedofi�lo viene da fuori. Devono proteg�gerci, ci sentiamo in balia del pericolo». Luciano Zanforli, l'ulti�mo che vide Claudio prima che sparisse, seduto su quel gradino, con il pallone fra le ginocchia: «La famiglia Hoxha è brava ^enle. Me l'hanno chiesto gli inquirenti. Ho risposto che sono persone che non litigano». Chissà perché i primi sospettali sono sempre le vittime. Laura Agostini: «I ragazzi del quar�tiere dicono che girava un pedofilo da queste parti, da un anno circa. Chiedeva ai bambini di salire in auto». Anche il ragazzino di 17 anni che potrebbe aver strangola�lo le strilla di Claudio e la sua vita, giocava sempre con lui e gli altri bambini dol cortile. Facevano le partile assieme: lui, 17 anni, Clau�dio, 8 anni, e Amdi, di 5. Normale? «Ma è un ragazzo d'oro, che c'en�tra lui», ripetono i vicini. E' un tifoso del Milan: ha trasmesso a Claudio questa passiono. Claudio giocava sempre con una maglia del Milan. Il giorno che l'hanno ucciso aveva una luta blu. La pioggia adesso è meno intensa. L'acqua che cola fa un rumore di fogna. La mamma di M. era stata scambiata dalle televisioni per quella di Claudio: era sempre in casa degli Hoxha, cercava di rin�cuorarli, di aiutarli. Faccia smagri�ta, guance scavate, capelli rossi corti, occhi di pugno. Anila, la mamma di Claudio è mollo più carina, nonostante il dolore: non sempre la povertà ammazza la bellezza. Ieri, la signora del piano di sopra le ha parlalo senza guar�darla negli occhi: «Sono stata da una chiromante. Mi hanno detto che hanno trovalo tuo figlio in un bosco». La madre di Claudio non ha fallo neanche un urlo. Il silen�zio degli schiavi. Però, era vero quello che le aveva dello la mamma della porta accanto. L'hanno trovalo in una brughiera, nella palla della bosca�glia. Sotto questo cielo, sembra di essere alla deriva. Gli escrementi dei cani si squagliano sotto la pioggia. Come gelati. Chiamiamo di nuovo Nico, ti prego passami Anila. «Non posso». Devo chieder�le una cosa. Facciamo il nome del ragazzino sospettato, quello che abila al piano di sopra. «Che c'en�tra lui?». Voi lo frequentavate, no? «Io non dico niente. Io non cono�sco nessuno». Ma perché lo difen�dete? «Noi non sappiamo niente. Non difendiamo nessuno. Sentia�mo solo cose». Posso parlare con Anila? Dice: «Vado a chiamare». In questa casa di mura stinte con i cespugli fioriti e il muretto dove slava seduto Claudio tenendo il pallone sotto le ginocchia, in que�sta casa di periferia affondata sotto le nuvole, sotto la pioggia e la puzza, c'è tutta l'Italia che vengo�no a cercare. Un posto di frontiera. Anche qui sterminerebbero gli in�diani. Piove sempre, uno scroscio che sgocciola sulle facce, sui balco�ni, che inzuppa le giacche, come se fossimo dentro a un film, dentro «Seven». L'Italia degli orrori, dei sette vizi capitali, l'Italia che pro�legge i suoi figli e i suoi mostri come una missione divina. Ma quando sentiamo questa voce di donna, è uno schiaffo in faccia, l'accento albanese, il tono duro, violenlo: «Ma come si permette?» Signora Anila, mi scusi. «Come fa a fare queste domande?». Gliele fa�ranno lutti, adesso. «Non in que�sto momento. Non deve osare in questo momento». Ma voi quel ragazzino lo conoscevate? Cosa ne pensavate? Urla; «Nooo!! Niente! Nienlv;! Dov'è mio figlio?». Il grido si spegne nella pioggia. Artan Bizhadilj entra in casa scortato da un parente: «L'abbiamo sapulo dalla televisione. Non è giusto». Si asciuga la fronte fradicia. Cerchia�mo riparo. Verrà il sole ad asciuga�re queste pozze di fango. Il dolore dei parenti di Claudio, il bambino ucciso da un compagno a Mariano Comense

Persone citate: Amdi, Artan, Hoxha, Laura Agostini, Luciano Zanforli, Sami Hoxha, Tulli

Luoghi citati: Como, Italia, Mariano Comense