Dopo l'oratoria, la politica La rivincita del Professionista

Dopo l'oratoria, la politica La rivincita del Professionista LA GIORNATA IN AULA DEL NUOVO PRESIDENTE Dopo l'oratoria, la politica La rivincita del Professionista ritratto Filippo Ceccarelti ROMA E se «professionista a contrat�to», come disse di Amato la Buonanima da Hammamet, fosse da intendersi oggi come un sostanziale complimento? Quesito neppure troppo irri�guardoso per un Parlamento che, in fin dei conti, non è mai stato un campo di gigli. Le società moderne hanno spesso bisogno di professionisti, e infatti ce ne sono di grandissimi. I contratti, poi, servono a tutelare entrambe le controparti. Si può avere un'idea alta e nobile del coman�do, ma la politica, dopo tutto, vive pur sempre di contratti. Questo veniva da pensare mentre Amato, quasi disteso sul�la poltroncina presidenziale, l'aria impassibilmente incuriosi�ta e la mano sulla fronte, ascolta�va Berlusconi mentre lo definiva «curatore fallimentare» del cen�trosinistra. E anche qui: ce ne sono, di curatori fallimentari, veramente bravi, in grado di salvare il salvabile, ma perfino capaci, nel caso, di impostare il rilancio. Ora, senza esagerare: il gover�nicchio di ieri non nasce certo nel migliore dei modi, e con 319 voti si è ben lungi dal governare. Ma contrattualizzata o meno che sia, la professionalità di Amato è apparsa indiscutibile. La replica di ieri era esattamente comple�mentare alla presentazione del�l'altro ieri. Tanto quella suonava problematica, professorale e ap�parentemente dispersiva, quan�to questa è squillata politica, astuta e convenientemente incisi�va. L'impressione è che l'una fosse preparatoria dell'altra, e che insieme, nella loro calibrata scansione, definiscano il profilo di questo Amato 2 costituito come già nel 1992 l'Amato 1 nacque per scongiurare il falli�mento del pentapartito pure oggi in condizioni pressoché disperate. Ebbene, il presidente ha cerca�lo disperatamente, semmai, di oscurare questa condizione. Ha scelto uno stile molto istituziona�le e a tratti cavalleresco: ha cominciato quasi scusandosi per l'eccessiva lunghezza del giorno prima, si è quindi rivolto a «voi che frequentate queste aule», ha dialogato con «l'amico Pagliarini», ha apprezzato gli interventi degli onorevoli La Russa e Bion�di, oltre che il garbo dell'onorevo�le Pisanu, e perfino di fronte alle pervicaci interruzioni dell'onore�vole Mancuso, che molto sempli�cemente l'accusava di mentire, ha imboccato la via della massi�ma civiltà parlamentare, ai limiti della bontà, augurandosi che i loro rapporti personali non si «adulterassero». Ma al tempo stesso è stato anche cattivo. Se, come probabi�le, si è legato al dito tutte le cosacce che gli hanno detto nel dibattito, ad alcune ha risposto sul tamburo, con la più accademi�ca delle superbie ad uso politico, ad esempio facendo pesare al Polo di essere stato proprio lui, il professore, un campione del ga�rantismo «che c'è in questa Re�pubblica», e «scusate l'immode�stia» ha aggiunto per rendere il tutto ancora più contundente. In altri passaggi è parso addirittura provocare l opposizione, abban�donandosi a un curioso elogio della bicicletta ecologica, «la bici�cletta, sissignore!», gridava Ama�lo tra gli ululati del Polo. Ha quindi elegantemente men�dicato i voti, quelli repubblicani richiamando pure Giovannone Spadolini cui peraltro i craxiani non volevano granché bene e un certo immancabile «filo rosso e verde» presente nella storia d'Italia. Con i tre referendari, oltre che nell'orazione, l'elemosi�na di Amato si è sviluppata anche di persona, fino aU'ultimo mo�mento, nell'emiciclo, con tanto di richiamo del presidente Violan�te: «Presidente, la prego...». Al che Amalo, di spalle, ha alzato le braccia ed è rilomalo al suo posto girandosi forse la lingua. Il particolare non era comun�que visibile. S'è visto invece co�me, con una battuta sportiva�mente stizzita, il presidente ha reagito a Sgarbi che, pur essondo incerto sul volo, per non sbaglia�re gli ha ributtato addosso 1 om�bra di Craxi. La vera prova di professionali�tà Amato l'ha dovuta comunque offrire alla sua maggioranza. E non solo per via di Hammamet. Questo odore di garofani seguita certo a ispirare suggestioni, ma ogni giorno meno del giorno pre�cedente. «Amato ormai è solo, non è più di nessuno, non lui più alcuno dietro, è come uno di quei trovatelli che si mettevano nella "ruota" dei conventi scherzava ieri pomeriggio Lucio Colletti Amalo è la sua intelligenza». Quest'ultima deve avergli sug�gerito di ringraziare ed esultale D'Alema in leggero ritardo, non c'è dubbio, ma proprio là dove la politica estera D'Alema gradi�va essere ringrazialo. Con qual�che accorato magniloquenza ha anche ricordato Rosi Hindi, «che ha l'atto tornare l'alito della mis�sione nel nostro sistema sanila rio». E rispello ai guai dei Verdi, ha cercato di togliere le castagne dalle fiamme che lambiscono or�mai il piccolo trono ecologico della Francescato. Esaurite queste incombenze tra il diplomatico e l'umanitario, e dato un significativo appunta�mento per il futuro a Piero Fassi�no, «bravissimo politico organiz�zatore», e passalo alla politica e ha tiralo fuori tre ideo niente male. La prima (ricordando pro�babilmente l'esperienza del Psi nel primo centrosinistra) è clic le riforme, all'inizio, costano voli. La seconda (detta con comprensi�bile dislacco politologico) è che i partiti hanno chiuso. Sempre da buon professionista, la migliore è non solo quella che Amalo ha dialo per ultima, ma anche quel�la che ha mono spiegalo e che in ogni caso risponde al motto: quando il problema è irrisolvibi�le, spaccalo a metà. E quindi: e impossibile e quindi inutile trova�re un capo che oggi vada bene a tutto il centrosinistra. Meglio di�stinguere tra premier e leader. Leggi: meglio due capi. Le dice pure «il mio amico» Peppe De Rita. Uno dei due, comunque, sono io, per ora. Perciò volatemi e sopportatemi: come da contral�to. Le frecciate al Polo, l'ironia con Mancuso I sorrisi a Bossi Una replica breve ma piena di grinta Nelle due immagini a sinistra il saluto di Massimo D'Alema al suo successore, a destra Giuliano Amato festeggiato dopo aver ottenuto la fiducia

Luoghi citati: Italia, Roma