Pirateria, è allarme in tutta l'Asia

Pirateria, è allarme in tutta l'Asia A Tokyo vertice intemazionale: «Sono in pericolo il commercio e il turismo» Pirateria, è allarme in tutta l'Asia In un anno 160 attacchi, quindici i Paesi più colpiti Marina Leonardini TOKYO Accanto ai pirati informatici da ter�zo millennio, l'Asia è allo prese con uno dei problemi che da anni assilla la sicurezza commerciale e turistica della zona: la pirateria vera, quella classica da arrembaggio, per inten�derci. Un vero bollettino di guerra quel�lo evidenziato alla Conferenza Inter�nazionale contro la pirateria maritti�ma che si sta svolgendo a Tokyo e che vede riuniti i responsabih della sicurezza costiera dei 15 paesi asiati�ci più colpiti. Gli attacchi a navi mercantih e turistiche nel 1999 mo�strano un bilancio drammatico: 113 attacchi nell'area indonesiana, 13 di fronte a Singapore, 18 in Malaysia e poi ancora, 6 nelle Filippine, 5 in Cambogia, 2 in Vietnam e 2 di fronte a Hong Kong. Ed è proprio il recente caso avvenuto in acque malesiane, con 21 turisti nelle mani di un gruppo armato filippino, l'ultimo segnale di una situazione che sta sfuggendo al controllo dei governi asiaUci. In apertura di convegno il nco primo ministro Yoshiro Mori ha ribadito come sia necessario al più presto un coordinamento asiatico, tCreare un network di comunicazio�ne tra i paesi asiatici e le loro autorità investigative ha detto Mori è indispensabile per combatte�re un fenomeno che sta mettendo a repentagho non solo i rapporti econo�mici tra i paesi, ma anche la sicurez�za turistica con serie ricadute sulla prosperità della zona asiatica». Molti governi tuttavia non hanno ancora ratificato il trattato proposto dalla Convenzione sull'Oiganizzazione Marittima, tenutosi a Roma nel 1988, che permetterà ai governi di perseguire i pirati superando le bar�riere burocratiche oggi esistenti. Per ora solo 43 paesi hanno firmato e, nell'Est Asia, solo la Cina, il Giappo�ne e l'Australia l'hanno fatto. La precedente proposta del Giap�pone di istituire una propria unità di controllo marittima sulle linee mer�cantih più battute, aveva però incon�trato resistenza tra alcuni dei rappresenUnti degli altri paesi asiatici: la previsione di una presenza in acque extraterritoriali di unitàgiapponesi, che avrebbe a lutti gli effètti funzio�ni di controllo dell'area, non piace ai più. In alternativa si sta facendo strada l'ipotesi di un ente di control�lo che coinvolga le unità di difesa di tutti gli stati colpiti dagli attacchi pirateschi, unità che dovrebbe garan�tire la sicurezza per i cargo che transitano nelle zone a rischio. A questo proposito i rappresentanti malesiani, nel sottolineare come la mancanza di fondi di alcuni paesi asiatici possa essere un ostacolo alla creazione di tale presidio, hanno invitato il Giappone a contribuire con maggiori fondi alla sicurezza dell'area. Non a caso il Giappone si sta esponendo affinché vengano al più presta istituite nuove regole per combattere la pirateria. Le sue navi mercantili risultano le più colpite e uno degli ultimi casi, che risale all'ottobre scorso, quello del cargo mercantile Alondra Kaimbow che trasprtava 7000 tonnellate di lin�gotti di alluminio e che venne assali�to da dieci uomini annali non appe�na lasciato il porto indunesianu di Kuala Tanjiung, è ancora vivo nel! opinione pubblica. Tutto l'equipag�gio della nave, registrata panamense ma di una compagnia giapponese, venne tratto in salvo mentre su un'imbarcazione di fortuna tentava di raggiungere la Tailandia e i pirati furono arrestati quando già si trova�vano nell'Oceano Indiano. Gli meidenti sono numerosi e costanti: solo dal 17 al 24 aprile scorso nell'area indonesiana e india�na sono stati otto gli assalti registra�ti ai danni di imbarcazioni commer�ciali, come quello contro la MT Global Mars, sempre controllata da aziende giapponesi che. abbordata il 23 febbraio, mentre dalla Malaysia trasportava olio di palma, è stala ritrovata in Thailandia con i suoi diciotlo membri di equipaggio inco�lumi. Ma chi sono i pirati del xeno millennio? Niente di romantico: ar�mati di pistole o coltelli, organizzali e veloci sono l'avamposto del crimi�ne organizzato che controlla l'area asiatica. Violenti e sanguinari conia�no proprio sulla mancanza di orga�nizzazione internazionale a difesa delle vittime, come riporta il Servi�zio contro la Criminalità Commercia�le della Camera di Commercio Inter�nazionale. Per le task force contro la pirate�ria, composte da organizzazioni non governative, l'incontro di Tokyo rap�presenta un momento importante perché, come recita il «vademecum contro i pirati» con tanto di teschio da corsaro nero, «la pirateria è da secoli il nemico del commercio». Il premier giapponese «A rischio la prosperità dell'intera regione» THAILANDIA BIRMANIA ^ r H0N0K0HG 1 i*. flf mWH)M ^ BRUNE, -.. MAI ILA Gia^m" M^ MALAYSIA ^■*" ^ v ' ii i Balikp«pan i GLI ATTACCHI PIRATA WHIIi.HMJIIIHIX».» il 11 m iwiiw, i Kupang Timor , ■■—ai ■"MWDWW—Mimil "■"■'■PI"1'' ll

Persone citate: Marina Leonardini, Yoshiro Mori