La scommessa di Giuliano l'Apostata di Filippo Ceccarelli

La scommessa di Giuliano l'Apostata PER LA PRIMA VOLTA UN CAPO DELLO STATO E UN PREMIER NON PARLAMENTARI La scommessa di Giuliano l'Apostata Con la sua designazione finisce il sistema-partiti analisi Filippo Ceccarelli P è Giuliano I che partito Amato? Per quanto la domanda sia molto semplice, la risposta è non solo assai complicata, ma si fa ogni giorno più interessante. I partiti, infatti specie quelli del centrosinistra usciti a pezzi dalle elezioni non godono di buona salute. E Amato, anche da studioso del sistema politico, lo sa benissimo. Dietro i gloriosi vessilli e al di là delle autorappre�sentazioni di comodo, i partiti hanno ormai legami sociali appas�siti e tronchi, vivono di sondaggi, ma come s'è visto hanno perso i contatti con gli elettori. Nell'era della «partitino-crazia» o della «partitocrazia senza partiti», quelle che un tempo si chiamava�no le forze politiche non trasmet�tono più la domanda delle perso�ne, né possiedono più il monopo�lio della rappresentanza. Per cer�ti versi, insomma, non è un caso che di Amato non si sappia di che partito è. Come, del resto, non si sarebbe saputo di che partito era un altro possibile incaricato co�me Antonio Fazio; o come non si sa, con precisione, di che partito sono alcuni dei possibili ministri di cui si è parlato o si continua a parlare in questa crisi di gover�no: Bazoli, Spaventa, De Rita, Draghi, D'Antoni e tutti quelli che Mastella ha chiamato «la Compagnia del Buon Gesù». Crisi paradossale per cui, pri�ma ancora che con l'eventuale opposizione. Amato deve vederse�la proprio con chi dovrebbe soste�nerlo alla Camera e al Senato. Di fronte al monito del presidente della Re�pubblica, che ha espressamente richie�sto un governo snello, i nove o dicci partiti dell'alleanza non san�no al momento far al�tro che chiedere posti, più posti, piti poltro�ne, più ministri, più sottosegretari. «Come quelli che durante un naufragio ha sintetizzato Veltroni si preoc�cupano di sistemare le sedie a sdraio». Quanto interesse ha il Dottor Sottile a negoziare e nel caso avallare le richieste dei «Mastella di turno», come li chiama Fini? E, ammesso che riesca a imporgli la cura dimagrante, cosa potrà in�ventarsi Amato per arginare i prevedibili appetiti clientelari ed elettorali al momento della Finan�ziaria? Sul destino dei partiti, moltre, gravano almeno due referen�dum. Quello elattoral-maggiorìlario b nato (tinche) per spezzame definitivamente il potere, costrin�gendoli a sciogliersi all'interno di duo coalizioni. Ce n'è poi un altro, di cui purtroppo si parla pochissimo, sul finanziamento pubblico che i partili, con poche eccezioni, si sono incautamente riassegnati: referendum che ha il solo scopo di punirli e mortificar�li. E dunque: quale che sia l'esi�to, questo passaggio rischia di essere terminale per quel che resta del vecchio sistema. Se il tentativo Amato fallisce, siirà sta�to per colpa dei partiti: rissosi e insaziabili. Ma se riesce, in fon�do, è ancora peggio. Per la prima volta, da una crisi eh governo potrebbe uscire un inedito e inusitato assetto istitu�zionale al vertice della Repubbli�ca: un presidente della Repubbli�ca non solo mai eletto, ma di cui si è mai saputo neanche come votava, e un presidente del Consi�glio che non è stalo eletto in Parlamento, Rispetto .i Prodi, che non si può definirò un tipico uomo di pan ito, e a D'Alema, elio in partenza avrebbe dovuto re�staurare il primato doi paniti, ma che ha finito per cercare legittimità al di Inori doi Ds, Amato sarebbe un indubbio salto nolla direziono di un superamen�to effettivo dei pEirtiti e dei partitini, sostanzialmente esautorati e ridotti a pura presenza abitudina�ria e parlamentare. Ai loro occhi, c'è da diro". Giu�liano Amalo rappresenta oggi qualcosa di piii o Ai peggio di un tecnico: un apostata, laddove per apostasia s'intende «1, il rinnega mento pubblico e solenne della propria religione per seguirne un'altra; 2. il ripudio delle pro�prie opinioni, l'abbandono del proprio partito» (Zanichelli), Na�turalmente, apostasia è una paro�la po' forte, eppure tanto la carrie�ra quanto la fisionomia di (luesto Amato che potrebbe seppellire i panili sono tutt'altro che estra�neo al sistema dei partiti, essen�do lui stato iscritto, deputato e commissario in un paio di federa�zioni, oltre che sottosegretario. ministro e presidente designalo in accordo con i vertici del psi. Non c'è niente di male, un tempo andava in questo modo, ma è slato cosi anche per luì. Dal punto di vista giornalisti�co, seminai, fono e la tentazione di avvicinarlo a un suo omonimo del terzo secolo, un imperatore post-costantiniano (era il nipote) passato alla storia come «Giulia�no l'Apostata». Questi, oltretutto, fu un personaggio assai meno disprezzabile di (manto la storio�grafia cattolica l'abbia in seguito l'alt o passare per via del fatto che tonto invano di ripristinare il paganesimo, richiamando doi che erano esausti obsoleti si direbbe oggi. Amante dei classici, filosofo. Giuliano Flavio Claudio si rivelò un buon generalo, pacifi�cò le Gallio, abbassò le tasso, riformò il sistema mo^atario chiamando alle cariche uomini di alla cultura e moralità, prima di incappare in un giavellotto va�gante che lo trafisso in battaglia a 32 anni, doixj appena venti mesi di regno. L'apostasia dell'odierno Giu�liano, d'altra pane, risale a qual�che anno fa. Nel 1993, terminala l'esperienza di governo, non vol�le rientrare a via del Corso, «dove non c'erano più st anzo disponibi�li» spiegò, dopo aver consiglialo il segretario (Del Turco) di «metter�si nello mani» doi maggiori credi�tori (Banca di Roma). Promise [iure che sarebbe rimasto iscritto al Psi, por quanto convinto che il panilo non avesse futuro. Fu poi brevemente con Segni, nel Patto per l'Italia, quindi va�gheggiò un contro che i media, nonlui, definirono giscardiano. Con la felice immagino di Eia Bela immaginò la trasformazio�ne dei panili in strutturo agilissi�me, vere e proprie agenzie di elaborazione al servizio dei lea�der. Fece (bene) l'Anti-trust Mai demonizzò Berlusconi e il suo governo, che anzi avrebbe vota�lo. Intanto sognava una sinistra che non c'era. D'Alema provò a disegnargli addosso la Cosa 2. Lu�rispose: vorrei e non vorrei. Ogni tanto diceva: tomo all'universi�tà. Accettò il ministero. Sarebbe curioso sapere almeno cosa ha votato l'altra settimana. Un'immagine dell'imperatore Giuliano l'Apostata

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