Sharon Slone, musa senza troppo successo di Alessandra Levantesi

Sharon Slone, musa senza troppo successo PRIME CINEMA Sharon Slone, musa senza troppo successo Alessandra Levantesi COSA potrebbe fare di più Sharon Stone? Fulgida co�me sempre, ha appena festeggiato in serenità il quarantaduesimo compleanno ovvero quel tipo di traguardo che alle bello di professione trasmette ansia; e scegliendo un film co�me «La dea del successo» ha dimostrato una lodevole fidu�cia nell'intelligenza intessuta di umorismo. Purtroppo le è andata male: la pellicola con il pubbli�co non ha fun�zionato, negli Usa ha incas�sato la mise�ria di 13 milio�ni di dollari e spera di rifar�si in Europa. Però alcuni critici ne han�no parlato con simpatia perché Albert Brooks, auto�re e protagoni�sta che qual�cuno ha so�prannomina�to (esageran�do in verità) «il Woody Alien della Costa del Pacifico», gode di buona reputa�zione. E' di turno uno sceneggiatore in crisi, la tipica figura evocata quando si vuol smascherare Hollywood o sbeffeggiarne la fauna. Vedi, fra i tanti esempi possibili, il romanzo «I disincan�tati» di Budd Schulberg o il capolavoro «Viale del tramon�to» di Billy Wilder. Licenziato dalla Paramount e senza pro�spettive, Brooks carpisce al col�lega Jeff Bridges il segreto del suo successo: nientemeno che i segreti consigli di una delle nove Muse, reincarnata in una misteriosa bellezza da coperti�na. La Musa ovviamente è Sha�ron, avida di regali firmati Tiffany, capricciosa e impegnativa: per far ritrovare l'ispirazio�ne a Brooks, si fa sistemare in una lussuosa suite del Four Seasons e lo tratta come uno Sharon Stone, 42 a ni smaglianti schiavo svegliandolo di notte per ogni tipo di piccole commis�sioni. Quanto al lavoro, portan�dolo a visitare l'aquarium di Long Beach gli fa balenare l'idea di un copione per Jim Carrey che sarà accettato. Solo in un primo momento la moglie di Albert, Andy MacDowell, sembra gelosa della Musa: poi ne viene conquistata al punto di portarsela in casa, condivide�re con lei il talamo (da cui esclude il ma�rito) e mettere in piedi su suo suggerimento una fiorente industria del biscotto. In�tanto sfilano come «clienti» della Stone re�gisti come Rob Reiner, Martin Scl. ^esee JamesCameron; ma poi c'è un ri�svolto che insi�nua un dub�bio (si tratta di una vera Musa?) e un finale che ri�balta tutto. Pur in chia�ve di favola, il racconto fa acqua da tutte le parti e non bastano le frequenti battute azzeccate per tenerlo a galla. Come se non bastasse Sharon Stone è fuori ruolo (ci voleva un'attrice più estrosa), Brooks recita nello stile dei comici del varietà, la MacDowell ha due espressioni e la parte di Bridges è tanto inconsistente che potevano met�terci un altro. LA DEA DEL SUCCESSO di Albert Brooks con Sharon Stone, Albert Brooks. Andie MacDowell, Jeff Oridges Usa 1999. Genere commedia TORINO cinema Vittoria. MILANO: Corso. ROMA: Europa, Barberini, Etoiìe, Doria, Garden, Trianon, At�lantic, Galaxy, Tristar, Roxy, Ambassade, Excelsior, Warner Village, Clneland Sharon Stone, 42 anni smaglianti Julia Lemmertz in «Un bicchiere di rabbia»

Luoghi citati: Europa, Hollywood, Milano, Roma, Torino, Usa