Governo, sì tratta sui nomi e sulle rinunce di Amedeo La Mattina

Governo, s�tratta sui nomi e sulle rinunce Governo, s�tratta sui nomi e sulle rinunce D'Antoni verso la vicepresidenza unica, pensando al2001 Amedeo La Mattina ROMA Pasqua rompicapo per i segretari del centrosi�nistra che, ira domani e dopodomani, dovran�no dire al Presidente del Consiglio incaricalo quanti dicasteri sono disposti a sacrificare per consentire la nascita di un esecutivo snello. Pasqua di nervoso suspence per i rninislri (sono pochi quelli sicuri di rimane�re) e por quei politici che leggono il loro nome inserito noi tritacarne del totoministri. Pa�squa di attesa por il Capo dello Stato che vuol verificare se le forzo politiche della maggio�ranza hanno recepito il suo messaggio: riducete il numero dei ministri, anticipale (pianto più possibile la riforma Bassanini ovvero dodici dicasteri in tutto. Giuliano Amalo sembra orientato a fermar�si a quota quindici, ma la sua maggioranza gli ha fatto presente che sarebbe una cura dimagrante talmente pesante da ammazzare anche un cavallo. Cosi un'ipotesi più realisti�ca sembra ossero quota diciot.to ministeri, con un relativo abbattimento di un quarto del numero dei sottosegretari: dei sessanlaquattro del governo D'Alema ne dovrebbe�ro rimanere sul campo solo una cinquantina. Ecco un'ipotesi che viene fatta sulle delega�zioni dei partiti: i Ds potrebbero passare da otto a sei-sette ministri; i Democratici da quattro a tre; il Ppi da cinque a quattro; l'Udour e il Pdci da due a uno; i Verdi rimarrebbero a uno: lo Sdi entra con un solo ministro. Non sarà facile far quadrare il cerchio e i capitoli aperti sono ancora tanti. C'è quello della viceprosidonza del Consiglio, che sta diventando un problema nel problema. Si, perchè sono molte lo spinto per portare Sergio D'Antoni a Palazzo Chigi da dove è più facile spiccare il volo per la premiership del centrosinistra nel 2001. Un'ipotesi, questa, poco gradita a Castagnetti e sponsorizzata, invoco, non solo da una parte consistente del Ppi. Tra l'altro, il segretario della Cisl controlla un pacchetto di voti che al momen�to della fiducia potrebbero fare la differenza e Amato potrebbe non voler rischiare più di tanto. La questione però si complica nel momento in cui D'Antoni chiodo di essere vicepresidente unico con la delega a coordi�nare le politiche del lavoro. Insomma, per l'ex ministro del Tesoro non sarà facile sbrogliare questa matassa. Dovrà pure decidere chi sarà il suo braccio destro, cioè il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: un incarico delicato e di grande fiducia che nel governo D'Alema non a caso svolgeva Minniti. Sembra che Amato voglia accanto a sé Franco Bassanini che cos�lascerebbe la Funzione pubblica. Già, Minniti: entra o no nel governo? Nel totoministri il suo è tra i nomi più ballerini nel senso che non trova una collocazione precisa. Dagli alleati non è ben visto e neanche dallo stesso Veltroni che lo conside�ra il braccio armato insieme a Velardi del dalemismo antiveltroniano. Tra l'altro, il segretario dei Ds nei giorni scorsi ha fatto notare che la Quercia alle regionali ha guadagnato un po' ovunque mentre è arretra�to in Calabria, guarda caso la regione di Minniti. Comunque, se entra nell'esecutivo, potrebbe andare o alla Difesa o al Commercio con l'Estero che verrebbe lasciato dal compa�gno di partito Pietro Fassino per il quale è pronto un dicastero di serie A. I boatos dicono quello dell'Interno o degli Esteri (a questo dicastero potrebbero tornare le Politi�che comunitarie), ma qui spuntano tante spine. Intanto Dini non vuole lasciare la Farnesina: sarebbe tentato solo dal superministero dell'Economia che sommerebbe Teso�ro e Finanze. Ma qui ha più chance Visco. E poi ci sono i Democratici, con Enzo Bianco, che non vogliono mollare gli Interni per il quale viene dato in corsa anche Cesare Salvi (anche se nelle ultime ore è in caduta libera a vantaggio di Angius). Il «Jospin» italiano, tra l'altro, non sembra molto gradi�to allo stesso Amato. Per inciso, se salta Salvi al Lavoro andrebbe Nerio Nesi (Pdci) o a Del Turco (Sdi). L'Asinelio vorrebbe mantenere Bordon al ministero dei Lavori pubblici che, nella logica degli accorpamenti, verrebbe fuso con i Trasporti. Ne verrebbe fuori una poltrona di prima grandezza su cui però ha buttato l'occhio il potente Bersani. Capitolo Mastella. Il leader dell'Udeur vorrebbe mantenere due ministri e tanti sottosegretari ma forse dovrà accontentarsi di una sola poltrona: allora sembra preferire il fedele Loiero a Cardinale. C'è anche un piccolo capitolo dei repubblicani: sembra che la Sbarbati entri come sottosegretario lasciando a La Malfa il seggio di europarlamentare. Amato vorrebbe fermarsi a 15 dicasteri ma l'ipotesi più realistica sembra essere a quota 18 Una cinquantina i sottosegretari Problemi aperti su Interno e Esteri

Luoghi citati: Calabria, Cardinale, Roma