Viaggio tra i disperati deIKOgaden

Viaggio tra i disperati deIKOgaden Viaggio tra i disperati deIl'Ogaden Falcidiate le bestie, ora sortogli uomini a morire Stephen Smith SHINELE Attorno al pozzo si accalcano centina;.a di cammelli, in piccoli gruppi che, sotto lo sguardo dei pastori, passano e ripassano a turno davanti all'acqua. Le be�stie, immobili, in buono stato, si agitano solo all'abbeveratoio, do�ve due uomini tirano una corda cui è attaccata l'otre. Da un lato, sul cemento bagnato, alcune donne battono i panni lavati. Dall'altro i bambini allineano bidoni di plastica per riportarli, pieni, al villaggio vicino. Per arrivarci fanno lo slalom tra le carcasse di vacche e di capre, immortalate in pose grottesche, a volte ancora in piedi, con lembi di cuoio appesi sulle ossa calcinate dal sole. Anche qui, accanto ad uno dei rari pozzi d'acqua nel cuore dell'Ogaden, nell'Etiopia delsud-est, il bestiame muore. E gli uomini pure, visto che il loro destino è legato a quello degli animali. Mokhtar Abdulaye, il capo villag�gio, scosta il drappo all'ingresso di una tenda. Sbafi Mohamed Said, 50 anni, non è più che un'ombra nell'ombra. Il suo capo calvo vacilla su un torace tanto emaciato da mostrare le più picco�le vene. Si raschia la gola, espetto�ra: «Tre anni fa avevo circa 200 vacche sibila ora non me ne resta nessuna». In un'altra tenda un bambino di due anni, Ahmed Kodder, si abbandona nelle braccia di sua madre. Lei ha già perso i suoi altri tre figli. Per attirare l'atten�zione toglie ad Ahmed lo straccio sporco che lo avvolge. Quando lo solleva, due gambe minuscole si dispiegano come un pantografo privo d'appoggio. L'atrofia mu�scolare è tale che, dal bacino in giù, il corpo non ò che pelle gualcita. Tra poche ore il bambi�no sarà morto. «Il governo ci ha distribuito del mais cinque setti�mane fa, poi più nulla si lamen�ta Abdulaye -. Del resto si tratta�va solo di 2,5 chili per famiglia, invece della razione promessa: 12.5 chili a testa al mese». Shinele si trova un centinaio " di chilometri a Nord del fiume Shebeli, unico corso d'acqua pe�renne dell'Ogaden. Sono tre anni che non piove. Le mandrie sono scomparse. Prima le vacche, poi le capre, infine i cammelli. Le femmine di questi ultimi, salvo rare eccezioni, non danno più latte da mesi. L'acqua è sempre più salata, quando i pozzi non sono già secchi. «Ma la gente non cambi^ modo di vita finché non muore l'ultima bestia spiega Shide Mahdi Igal -. Solo allora si mettoARABIA SAUDITA SOMALIA M* no in strada e camminano per ■giorni e giorni, a volte per più di cento chilometri, por arrivare in città». Molti, ed i primi sono i neonati, soccombono durante il cammino. Shide Igal, che lavora per la «Ogadeni Welfare Society», li ac�coglie a Danane, 25 chilometri a Sud di Shinele. Sulla pista, poco prima dell'arrivo, un campo pie�no di macchietti di terra sormon�tati da rami improvvisali fa da cimitero. Negli ultimi due mesi vi sono state sepolte 200 perso�ne, ma è molto difficile avere delle cifre cre�dibili. L'Ogaden e in via di «somalizzazione». Gli abitanti, et�nicamente so�mali, si suddi�vidono in clan rivali, reni da «consigli degli anziani» ed ostili ad ogni altra autoritàDa quando, sette anni fa, hanno ottenuto l'autogestione in seno alla repubblica federale d'Etiopiagli Ogadeni accusano il governo centrale dcomplottare contro di loro, rna in realtà governi locali cadono l'uno dopo l'altro per corruzione. Con la Somalia, un Paese senza Stato, fioriscono i trafficd'ogni tipo, ed i soldati di Addis Abeba hanno inutilmente invaso i loro vicini occupandone il territorio fino a Luq, il feudo deglislamisti. Ventidue anni dopo la guerra dell'Ogaden, un tentativo di «liberare» un territorio irredento, i somali, sconfitti sul campo, si prendono la rivincila, e stanno per riconquistare nei fattil territorio. Gode, sulle rive dello Shebelie l'epicentro dell'attuale crisalimentare. Non perché qui le cose vadano peggio, ma perché c'è un aeroporto dotato di pistaCaESD J SOMALIA asfaltata. E cosi la città, che aveva 40 mila abitanti, ospita ormai 20 mila profughi arrivati dal deserto. Curiosamente, al mercato loca�le, il mais costa meno che ad Addis Abeba: 160 birr al quintale, men�tre solo il trasporto dalla capitale no costa 200. 11 miracolo ha una spiegazione: importazioni non las�sale dalla Somalia e rivendila dogli aiuti umanitari. Sulla strada dell'ospodalo, che ospita l'unico centro nutrizionale dell'Ogaden, le botteghe rigurgitano di grana�glie noi loro imballi originali. Il centro è slato aperto da un mese dall'organizzazione britannica «Save the children». Accoglie oltre 200 bambini, una quarantina doi quali affetti da tubercolosi. Su dei teli slesi a terra corpi diafani, le costole sporgenti, gli sguardi seni�li. Malgrado le cure, la reidratazio�ne ed il cibo superproleico, 27 sono morti da metà marzo ad oggi. Nel complesso a Godè sarebbero morte di fame oltre 450 persone, ma questa cifra, come tanto altro, non è verificabile. In compenso è già certo che il centro nutrizionale cito «Medici senza frontiere-Belgio» aprirà questa settimana a Danane. arri�verà troppo lardi per Abdi Hani. Portalo in braccio dalla madre per 17 giorni. Alidi è sopravvissu�to al padre ed ai quallro tra fratelli e sorelle, ma per Godè mancano ancora 70 chilometri. Non ce la farà. Copyright Liberation Per attirare l'attenzione una donna solleva lo straccio che avvolge il corpo del figlio in agonia: un bimbo di due anni L'atrofìa muscolare gli ha ridotto le gambe a due stecchi coperti di pelle gualcita AUnuerno di un improvvisato campo per rifugiati un uomo solleva il pi cpno bambino denutrito e lo mostra ai visitatori occidentali sperando di ottenere uri aluto 9 A5MARA i H I T Z? e-f. ARABIA SAUDITA SUDAN \ ETIOPIA \ ADDIS i ABEBA KONSO^ 1» i KENYA SOMALIA 9 CEM* ilGnmvri«aoaDtnliprgcnCaESD J SOMALIA

Persone citate: Ahmed Kodder, Hani, Mohamed Said, Mokhtar, Shide Mahdi Igal, Stephen Smith