Non ricucito lo «strappo» con i socialisti di Pierluigi Battista

Non ricucito lo «strappo» con i socialisti IL PREMIER INCARICATO E GLI EREDI DI CRAXI Non ricucito lo «strappo» con i socialisti Il suo governo del '92 aveva chiuso la prima Repubblica anàlisi Pierluigi Battista AD Hammamet, platoalmonte, non ha mai mosso piede, anche o soprattutto por l'esplicita ostilità del vendicati�vo padroni.1 di casa. V. non e andato nemmeno al funerale di Bettino Craxi che pure aveva riunito al gran completo, giusto il tempo oelle lacrime, tulli gli orfani del Carolano: assenza cla�morosa che ha rappresentato l'emblema del macroscopico di�vorzio tra Giuliano Amalo e la mernoria scomoda del crnxismo. Un modo per sancire una rot�tura anche nei ricordi e negli affetti. I.a prova solenne che la hufeiii di Tangentopoli, con la divaricazione drammatica tra «sommersi» e «salvati», uveva stia ipato per sempre la continui�tà ( i una storia comune. Oggi Bobo Craxi ricorda non senza rancore che suo padre definiva Amalo «un professionista a con�tratto». Un «extraterrestro» im�pegnato a far dimenticare il suo [lassalo socialista. «Per il popolo socialista», obietta invece 1 U^'o Inlini ohe Òggi vivo un inedito idillio con Botteghe Oscuro, «rnsiacoiminque iiiuuli famiglia, li' uno dei nostri, perbacco». Ma chissà se davvero i socialisti riescono a sentire il ritorno ili un socialista «doc» a i'alazzo Chigi come il simbolo dalla fine di una diaspora. Come una rivincita, oppure coinè l'abbandono defini�tivo di un leader che vuole sgan�ciarsi con tutte le sue forzo da una storia comune, un tempo trionfante, oggi fatta soltanto di rim lianti. I dilemma nasce dal l'atto che la precedente esperienza di Ama�to, tjuolln nella tempesta giudi�ziaria del '92-'93, non è ancora slata rubricata con sufliciento univocità, sospesa come era Ira la storicamente accertata appar�tenenza socialista e craxiuna del jremier e il suo lento ma inesorajile slittare noll'ipur-uranio poli�tico del governo del «tecnico» sopravvissuto alla moria dei par�titi travolti dalla rivoluzione in toga, lira «socialista» l'Amalo che occupava Palazzo Chigi durante il terremoto? «Certo che ora socialista», rispondi; Gianni De Micholis, che assieme a Mar�telli e ad Amalo formò nel 1992 la troika dei papabili a Palazzo Chigi in sostituzione di un Craxi oramai sulla strada del declino politico: «Tutti raccontano la favoletta del governo Amalo pri�mo governo della Seconda Re�pubblica. Non e vero niente: era l'ultimo governo della Prima Re�pubblica, nato su designazione di Craxi e osteggiato da Occhetto e D'Alema. Og.gi il ritorno di Amalo i; un simbolo: il IO aprile i! defunta la Seconda Repubblica ed e significativo che si chiuda il cerchio e ci si ricolleghi all'ulti�mo governo della Prima». Naturabnente c'è un tono deliberata�mente beffardo nelle parole usateda De Micholis. Il quale, peral�tro, h stuzzicalo dall'idea cho «un socialista vero abbia sostitui�to il comunista che aveva proso abusivamente il posto dei sociali�sti». Ma il sarcasmo di De Michelis non è affallo condiviso da Ottaviano Del Turco, imo degli esponenti di punta di ((nella parte della diaspora socialista che non ha rotto i legami con lo schieramento ili sinistra e che i boatos indicano come un proba�bile ministro del governo Amalo: «Si tratta sol�tanto di sugge�stioni, Giuliano non ha nessuna intonzione di ri�costruire le ragio�ni della lradizio: no socialista. Semmai ò la tradi�zione rifor mista che oggi vieno premiala e che si dimostra ancora in grado di co�struire un progetto ili governo, anche dopo una dura sconfitta elettorale». Del Turco non concorda affat�to con De Michelis (die, a suo avviso, cda ottimo ministro degli Esteri che è stato rischia di diventare una figura patetica»). E nemmeno con il Di Pietro che apila lo spoltro della «restaura�zione craxiana»; «Sarebbe bello che Di Pietro ci spiegasse perché non fece obiezioni quando i voli socialisti contribuirono a far na�scere il governo di cui era mini�stro. Si vede che è mollo seletti�vo nei suoi rancori». Resta quel�la che lui definisce la «suggestio�ne» della riapertura di una mai risolta «questione socialista» dimenlicala nelle vicissitudini de�gli ultimi anni e sepolta cpn i funerali solenni in onore ili Belli�no Craxi. Resta un fil'» di comu�ne memoria socialista nei toni accorali con cui Margherita Boniver, schierata con i socialisti confluiti nel Polo, sembra quasi implorare Amalo «affinché non accetti di diventare il premier di un governo espressione di una compagine crepuscolare e minorilaria nel Paese». Resta la per�plessità di un Claudio Martelli che dichiara al «Giornale» i suoi dubbi su un Amalo «un po' socia�lista, un po' rigorista, un po' cigiellino, un po' laico e un po' cattolico». Sintomi, indizi di un nodo irrisolto, psicologicamente prima ancora che politicamente, che contribuisce ad animare Ira i protagonisti della diaspora socia�lista un di più di spirito polemi�co, un groviglio di risentimenti personali che la morto avvenuta in circostanze drammatiche del leader «esule di Hammamet» non contribuisce certo a sanare. Ricorda ancora il figlio di Craxi che «la carriera politica di Amato ò legata alla vicenda de! Partito socialista, ai successi ottenuti dal governo Craxi ed alla sua tragica dissoluzione». La «diaspo�ra», con ogni evidenza, non si è ricomposta. La comune apparte�nenza a una storia non è più il mastice di affetti e percorsi af�frontati insieme. Il «socialista» a Palazzo Chigi non chiude le feri�te aperte in questi anni. Ugo Intini: resta uno di famiglia 3omver: ma come ha potuto accettare? Del Turco: premia la tradizione riformista Bobo Craxi: è un extraterrestre Da sinistra: Ugo Intini, oggi al vertice dello Sdi. Gianni De Michelis, fondatore del Partito Socialista sostenitore del Polo e Margherita Boniver oggi in Fona Italia

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