LA FESTA AGLI INDI0S di Carlo Grande

LA FESTA AGLI INDI0S IL BRASILE FU «SCOPERTO» 500 ANNI FA LA FESTA AGLI INDI0S Carlo Grande E1 ^ come se qualcuno entrasse di forza in casa vostra, vi sbattesse a calci sul balcone e dopo un po' organizzasse d una grande festa per celebrare l'eroica scoperta dello sterco in salotto, della cucina componibile, della collezione eli giacche nell'armadio. Cos'i si sentiranno gli indios dell'Amazzonia, quando domani il Brasile festeggerà i 500 anni dacché il portoghese Cabrai ".scopri" il Paese. A Porto Seguro, luogo dello sbarco, ci saranno duemila indios di 200 tribù, aiutali dal "Conselho de Articulagion dei Popoli e Organizzazioni indigene del Brasile" e dal "Consiglio indigeiiistadei missionari cattolici. Per dire che non è stata una scoperta, ma una conquista. Ripeteranno che cinque secoli fa, nel «continente vuoto» di Alexis ile Tocqueville, c'erano 5 milioni di persone, e oggi sono 220 mila, sterminate dal saccheggio della foresta, dalle grandi dighe (che fanno marcire territori immensi producendo elettrici�tà per l'industria, non per la gente), dalle fucilate e dalle malattie dei bianchi (anche un semplice morbillo, cui non sono immuni). Diranno che nel '900 sono state cancellate 90ctnie e molte altre, tra le 215 restanti, le seguiranno: gli indios Guarani, ad esempio, si stanno suicidando. Diranno che le terre a loro assegnate sono tuttora invase da boscaioli, cercatori d'oro (che spargono mercurio nei fiumi), latifondisti che "producono" bistecche ila vendere all'Occidente supernutrito; che i profìtti del legname e di un'infinità di minerali non vanno al Brasile (l'indebitamento estero è ciclopico, ha venduto gran parte delle risorse), ma a multinazionali americane, giapponesi, europee; che la Fondazione nazionale di protezione degli indios, nata negli Anni 70 per pacificare le tribù quando s�aprirono strade come la "Transamazzonica", è detta «Funeraria nazionale degli indios»: priva di potere politico, non ha evitato i massacri. Tutto ciò non è «solo» un genocidio (-Gli indios, povera selvaggina presa al laccio della civiltà meccanica», scrive Lévi-Strauss, in Tristi tropici), ma un disastro ambientale: i fiumi brasiliani hanno 1/5 dell'acqua dolce mondiale, l'Amazzonia copre 1/3 ilei boschi della terra. Una nave di Greenpeace risale in questi giorni il rio Purus e segnando con una vernice invisibile ma riconoscibile elettronicamente i mogani, per smascherare le ditte che tagliano illegalmente gli alberi più belli. Ammesso e non concesso che gli indios siano -inconcepibili" per la nostra civiltà, peraltro macchiata dal "crimine di fondazione» del colonialismo, prevarrà almeno il nostro istinto di conservazione? O è proprio vero, come scrive Fabrizio Carbone nei Gironi infernali dèli'Amazzonia (Theoria), che le foreste precedono gli uomini, il deserto li segue?

Persone citate: Fabrizio Carbone, Strauss, Tocqueville

Luoghi citati: Brasile, Porto Seguro