Si scateno l'ira dei passeggeri «Trattari come pacchi postati»

Si scateno l'ira dei passeggeri «Trattari come pacchi postati» UNA MATTINA DI ORDINARIO CAOS AL CHECK IN DI UNATE Si scateno l'ira dei passeggeri «Trattari come pacchi postati» reportage Brunella Giovare ATTACCATEMI un'etichet�ta addosso e speditemi voi dove vi paro. Io mi arren�do». Dopo una notte inquieta («partirà da Linate o da Malpen�sa?»), foschi presaci («non parti�remo proprio, l'ho capito dal tg»), e promesse di vendetta eter�na («mai più in aereo»), il signor Luigi rinuncia a capirci qualco�sa. Ma non al suo viaggio tropica�le. E cosi si imbarca su un pullman che aspetta di completa�re un carico diretto a Francofor�te. Via Malpensa, facile, no? «In coda al check-in, poi all'autobus, e poi per salire sull'aereo... Qualcuno ci spieghi perché siamo costretti a girare mezza Lombardia, per poter partire». Dietro, la coda rumo�reggia. Il signor Luigi incita alla rivolta: «Protestiamo! Che si mettano d'accordo e la facciano finita!». Ma la fila di manager e turisti ha già mandato giù l'ar�rabbiatura e «che ci vuole fare, rassegniamoci e partiamo». Si parte da Linate quasi periferia di Milano e si va a Malpensa, provincia di Varese. Un supplemento di gita organiz�zata dalla Sea e dalle compa�gnie straniere per chi ha la sventura di trovarsi all'ora giùsta ma nell'aeroporto sbagliato. «Eppure abbiamo telefonato, e ci hanno dotto che si partiva da Linate». Invece no, ed ecco centinaia di passeggeri volare ai 90 all'ora verso Malpensa 2000, e qui ricominciare la procedura per l'imbarco. Com�preso un poveraccio prenotato con l'Air France, che ha fatto confusione e si è presentalo a Malpensa: la compagnia lo ha imbarcato su un taxi e lo ha spedito dall'altra parte, «le pa�ghiamo la corsa, ma lei deve andare a Linate. Li-na-te». «Pacchi. Siamo pacchi posta�li che viaggiano avanti e indie�tro per colpa di gente che litiga senza pensare a noi», fa una ragazza che vorrebbe tanto sa�pere se la valigia deve spedirla qui, o tirarsela dietro fino a Malpensa. Nell'atrio Partenze un agente di polizia smista gli indecisi verso gli autobus in attesa. Fuori c'è un gruppetto di colleghi osserva il via vai, «sono del Reparto Mobile, li hanno mandali qui per rinfor�zo. Sa, capitasse qualche proble�ma...». Ma di problemi non ce ne sono, a parte l'ansia di chi piomba davanti ad un check-in deserto, legge sul monitor la scritta «tutti i voli da Malpen�sa», e piagnucola: «E che faccio io adesso? E dove vado? E chi glielo dice al mio capo?». «Io non mi muovo. Ci hanno detto che partiremo con la na�vetta alle 12 e trenta, e io qui aspetto». Con il carrello pieno e il bambino attaccato al carrello, la giovane signora presidia il bancone della Lufthansa: «An�diamo a Pechino. Da Francofor�te sono almeno dieci ore, perciò un'ora in più non mi spaventa». Aspetta e spora, qualcuno pri�ma o poi arriverà. Sotto, rombano i torpedoni, si caricano altri partenti. La Sabena li smista a Orio al Serio. «E dov'è? Io devo andare a Bruxelles», fa un anziano riotto�so. Zittito da uno che sa («Orio vuol dire Bergamo»), sale al suo posto e vorrebbe ancora prote�stare, ma i finestrini sono sigil�lati e si intuisce che ripete «Bruxelles, non Bergamo». ■cE io vado alla Lufthansa». Piglio deciso, sale le scale di corsa e arriva al «covo» della rivolta, i durissimi tedeschi, quelli che non vogliono lasciare Linate. «Senta signorina, io ho perso mia moglie e sono qui dalle 8 di questa manina. Lei lo sa, dov'è finito il volo "3920" da Kio de Janeiro con su mia moglie?». L'hostess in divisa blu arre�tra davanti all'omone con il cappellino da baseball sulle ven�titré, deciso a tutto pur di recuperare la consorte. Rispon�de con la voce più dolce che ha: «Ci sono stati dei problemi, comunque è arrivato, seppure in ritardo». «Ma qui non c'è». «Effettivamente ribatte lei al miele quel volo proveniva da Francoforte, ed è atterrato alle 8 e 45. Alla Malpensa, però». E allora? «Stanno scaricando i bagagli, poi Imbarcheranno tut�ti sulla navetta e li porteranno qui. Io credo che arriveranno intorno alle 12 e 30». Tace un particolare: proprio quel volo LH3920 entrerà nella storia dell'aeroporto per aver tentato di atterrare nonostante il divieto. Arrivato al «bivio» che smi�sta i voli su Malpensa o su Linate, il comandante ha chie�sto di atterrare sul secondo, nonostante sapesse di non po�terlo fare. Dal radiofaro di Saronno gli hanno risposto chiaro che no, niente autorizzazione a scendere su Linate. Perciò si è diretto mestamente alla Mal�pensa, con un carico che non si è accorto di nulla. Cioè di una prova d'orgoglio finita come non poteva che finire: tutti nella nuova aerosta�zione, compresi i tedeschi «pre�potenti» (la definizione e di Giorgio Fossa). Lufthansa scon�fitta (perora): impiegati desola�ti, banconi vuoti e semiabban�donato anche questo ufficio, dove si entra cercando notizie e si esce sbattendo la porta. All'interno, qualcuno lui ap�peso un ritratto della signora Loyola de Palacio, commissaria dell'Unione Europea e paladina delle compagnie straniere: foto e disegno di lumino acceso, chissà che non serva a protegge�re tutti, compresi i viaggiatori. Un pilota tedesco ha tentato di atterrare a Linate nonostante il divieto: ma la torre glielo ha impedito «Qualcuno ci spieghi perché siamo costretti a girovagare per mezza Lombardia per poter prendere un aereo»

Persone citate: Giorgio Fossa, Loyola De Palacio, Sabena