TORO LA GRANDE SVOLTA di Marco Ansaldo

TORO LA GRANDE SVOLTA Dopo un estenuante tira e molla si è concluso il «tormentone» che teneva con il fiato sospeso i tifosi granata TORO LA GRANDE SVOLTA Cimminelli padrone, Aghemo presidente Marco Ansaldo TORINO Francesco Cimminelli, 64 anni, in�dustriale con interessi soprattutto nella plastica e nella componenti�stica per automobUi, è U nuovo proprietario del Torino e Giuseppe Aghemo ne è da ieri il ventisettesi�mo presidente. Alla mezzanotte di marted�Massimo Vidulich e la Bulliln, la finanziaria che possede�va da tre anni 0 pacchetto aziona�rio del club granata, hanno passato la mano: hanno intascato un asse�gno che si avvicina presumibilmen�te ai 35 miliardi (ma c'è un accordo tra le parti perchè la cifra non venga ufficializzata) e soprattutto hanno ottenuto la garanzia che il nuovo proprietario si accollerà tut�te le pendenze che si accerteranno, a eccezione di quelle penali. Si chiude qui la più lunga, pole�mica e per certi aspetti nauseante trattativa di acquisto che si sia mai vista nella storia del Torino: Aghe�mo ha vinto e bastava osservarne ieri l'effervescenza, durante la pre�sentazione del nuovo team dirigen�ziale, per capire che effetto gli fa. Il presidente del Moncalieri, che sarà presto promosso in C2, ha solo una modesta partecipazione nel 98,55 per cento che appartiene alla Socie�tà Investimenti Sportivi di Cimmi�nelli, ma è chiaro che la spallata all'operazione l'ha data lui. «Se non ci fosse stato Aghemo ha detto di se stesso non ci sarebbe stata trattativa», E ha ragione. Cominciò un anno e mezzo fa a lanciare messaggi e pubbliche of�ferte di acquisto. Una guerra senza quartiere e con qualche megafono, il cui prezzo, forse, lo ha pagato in termini di tranquillità la squadra, piombata in zona retrocessione. L'obiettivo però è stato raggiunto. «Sono commosso, mi sento co�me un attore che ha vinto l'Oscar ha spiegato il nuovo presidente Spero di rimanere a lungo in que�sta carica, anche se non sarò un presidente silenzioso né diplomati�co: siamo a una svolta enonne, se il secolo scorso è stato quello del Grande Torino, pure questo vedrà un Toro grande. Grazie a Cimminel�li ho alle spalle un gruppo di notevole solidiià finanziaria e che la saprà utilizzare nell'interesse della società». Perchè, allora, si è tirato cosi in lungo per comprare? «La vera trattativa è cominciata tre mesi fa, quindi è inesatto dire che è stata lunghissima». E allora perchè lei ha accusato per mesi Vidulich di boicottare la sua tratta�tiva, se non c'era? «Perchè in realtà esisteva ma la conducevo da solo e con i mezzi che mi venivano con�cessi da una controparte che non voleva vendere. Soltanto negli ulti�mi tempi i venditori si sono com�portati in maniera diversa», Aghe�mo ha lavorato come un caterpil�lar. E Cimminelli? Nell'ombra. «Io avrei preferito non comparire mai ha ammesso il proprietario perchè so che ora perderò una parte della mia privacy. Ma appe�na mio figlio Simone avrà compiu�to i 18 anni, e li avrà a settembre, sarà il vicepresidente e di me non saprete più nulla. Sarò il proprieta�rio e basta. Ho comprato il Torino perchè mio figlio ne è tifoso, per�chè Aghemo che collabora con me da 25 anni non dormiva più la notte e perchè, oggi, chi ha un'atti�vità imprenditoriale deve diversifi�carla: nel mio settore sono ormai al massimo, ora sono interessato a entrare nei trasporti e in altri settori. Il Torino dà immagine». Ma anche grandi costi, non crede? «Un venti-trenta miliardi di passi�vo. Però lo si può recuperare dalle attività collaterali che ruoteranno attorno al Filadelfia che ricostrui�remo e che diventerà, come la definisce Aghemo, la casa del Toro. Non appena Novelli tornerà da Roma, dove lo trattiene la situazio�ne politica, discuteremo con lui e con la Fondazione per partire in fretta con il progetto complessi�vo». L'impressione, e qualcosa di più, è che Cimminelli sia entrato davvero nell'operazione come si fa in una azienda, in un business. «Finora il cuore mi batteva dall'al�tra parte (per la Juve, n.d.r.), spero che la squadra mi porti a diventare un suo tifoso», ha ammesso con molta sincerità. Del resto ammira la Juve, «dalla quale dovremo im�parare, perchè bisogna saper co�gliere dove c'è il buono». Nulla di male, questo è il nuovo calcio, neppure i suoi predecessori erano dei curvaioli filantropi e l'interes�se talvolta fa più miracoli della passiune. Purché, nel tempo, l'industiale cosentino sappia affezio�narsi a questa azienda particolare, anche per non rischiare che abban�doni il giocattolo se non dovesse rispettare le sue attese. Nel calcio, i preventivi sono pericolosissimi. Aghemo comunque ci mette im carico da novanta di cuore grana�ta.' Ha annuncialo che con lui non ci saranno più silenzi stampa, ha detto che oggi meontrerà Mondonico del qualena un giudizio positivo come tecnico e che potrebbe anche restare se saprà adattarsi a lui («perchè è l'allenatore che si adatta al presidente, non il contrario): e l'anteprima del divorzio di fine stagione. Aghemo terrà Pinga, vuo�le rilanciare il vivaio |«Ne faremo il primo del mondo»), ha affermalo che per ora tutti i granata sono incedibili e diffonde speranze. «Il Manchester non fece un tiro in porta col Bayem e negli ultimi due minuti vinse la Coppa dei Campio�ni. Crediamo nella salvezza. So arriviamo a 39 punii, visto il calen�dario del Lecce, come minimo si va allo spareggio. Altrimenti si comin�cerà in B e torneremo in A l'anno dopo. Per restarci per sempre». L'erede di Vidulich: «Mi sento come un attore che ha vinto l'Oscar, abbiamo un notevole potenziale» Walter Novellino, allenatore del Napoli, è il tecnico su cui puntano i nuovi dirigenti Francesco Cimminelli con Beppe Aghemo alla conferenza stampa di ieri in sede | i/ORGANIGRAMMA | Resp. scuola calcio Silvano BENEDETTI

Luoghi citati: Filadelfia, Moncalieri, Roma, Torino