La nostalgia di normalità domina il cinema gay di Sergio Trombetta

La nostalgia di normalità domina il cinema gay «Da Sodoma a Hollywood»: la Spagna stravince a Torino La nostalgia di normalità domina il cinema gay Sergio Trombetta TORINO Stravince la Spagna dei nipotini di Almodóvar al festival del Cine�ma Gay «Da Sodoma a Hollywo�od». «Sobreviviré» (Sopravviverò, storia di una ragazza di fronte alla maternità e alla difficoltà di amare un ragazzo gay) di Alfonso Albacete e David Monkns ha otte�nuto il Premio Ottavio Mai por il miglior lungomelraggio; «Back Hoom» (cinque uomini nella dark room di una discoteca) di Guillem Murales non solo è stato scelto come miglior cortometraggio, ma avuto una menziono speciale dal�la giuria dei lungometraggi. l�il giomo dopo l'esclusione dol cinema italiano gonoralisla del Festival di Cannes un ulterio�re schiaffo e una lezione arrivano a quello gay dalla giuria del Festi�val. Nomi di luMo rispetto: l'attri�ce Adriana A^i, David Rooney, critico di «Variety», Emanuela Martini, direttore di FilmTv e del Bergamo Film Meeting, Mark Christopher, regista di «Studio 54», Paul Battei, regista di «Scene di lotta di classe a Beverly Hills». Nella sua motivazione la giura sottolinea «i grandi passi compiu�ti dal cinema spagnolo nello svi�luppare in maniera onesta i temi legali all'omosessualità». Non so�lo: «A differenza del cinema italia�no che esita a affrontare, so non in chiave metaforica, tematiche gay, il cinema spagnolo, pur mediterraneo e cattobeo,sottolinea�no ancora i giurati prosegue con una varietà di stili, comunque molto calati nella realtà, lungo la strada tracciata da Fedro Almo�dóvar venti anni fa». Fra i cortometraggi una men�zione speciale è andata al belga «Kampvuun», mentre il Premio Pianòle per il migliore documen�tario, «per la memoria e per il dolore», è andato a «Paragraph 175» di Kob Epstein e Jeffrey Friedman: racconta l'odissea de�gli omosessuali nella Germania nazista e nei campi di concentra�mento attraverso i dolorosi ricor�di di cinque gay sopravvissuti ai Lager. «Punks», «Paragraph 175» e «Kampvoor» i film scelli dal pubblico. La confusione, l'indecisione, il bisogno di maternità e paternità, il desiderio di sicurezza della famiglia borghese: sono questi i temi più frequentati di questo festival. Si va dal film di apertura «Sai che c'è di nuovo?» con Ma�donna e Everett al filippino «Nel paradiso di Efren», da «Head On» di Ana Kokkinos all'americano «Edge of Seventeen» sino allo spagnolo vincente. I gay ci prova�no a fare figli, ad avere rapporti "normali" con donne, ma l happy end non è garantito, è il messag�gio che arriva dal Festival. E ieri «Noi», il giornale online dell'Arcigay, ha definito «tendenza odio�sa» la «normalizzazione e la ete�rizzazione del protagonista gay», Giovanni Minerba, il direttore artistico della rassegna, è comun�que molto soddisfatto della riusci�ta e sottolinea il valore culturale e di ricerca della manifestazione: «La nostra forza sta nel proporre ogni anno filoni di riflessione sui film del passato, individuare ico�ne gay accanto ai film in concor�so. Quest'anno la retrospettiva era dedicata al cinema inglese; celebrare due personaggi come Dalida e Joe Dallosandro è stata una scelta vincente». Aggiunge Minerba: «Proprio al cinema inglese e a Dalida sono ispirati i due spettacoli teatrali, con Pamela Prati e Raffaella De Vita, che abbiamo organizzato di contomo al Festival. La sfilata di abiti di Chiara Boni indossati da drag queen collegava il tema del travestitismo, molto presente quest'anno, alla moda e ad Adrian il grande sarto di Holywood cui abbiamo dedicato un meda�glione». Chiuse le porte della quindice�sima edizione, la prima al Tea�tro Nuovo, il Festival tira i bilanci: sono aumentate le pre�senze del 15 per cento e gli accrediti del 50 per cento (il totale delle presenze sommando le proiezioni supera i centomila spettatori). Il sito web (turinglfilmfestival.com) ha avuto oltre 61 mila vàsitapri. Anche il mini�stero ha riconosciuto il valore del festival alzando il contribu�to di dieci milioni. «E con i nostri magri bilanci, dieci milio�ni voglion dire molto» spiega contento Giovanni Minerba. Dalla giuria una lezione e uno schiaffo alla nostra produzione: «Guardate Madrid e imparate dai nipotini diAlmodóvar» A fianco una scena di «Sobreviviré» vincitore dei Premio Ottavio Mai per il miglior lungometraggio

Luoghi citati: Cannes, Germania, Hollywood, Madrid, Spagna, Torino