Ecco cosa resta del «dalemismo» di Filippo Ceccarelli

Ecco cosa resta del «dalemismo» r—: ' " —7~~ 1 : — ~—:—~'—"r~~ "^ —; L'UOMO E IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Ecco cosa resta del «dalemismo» il personaggio Filippo Ceccarelli De OPODOMANI gioved�20 aprile Massimo D'Alema compie 51 anni e nessuna privatissima ricorrenza riesce a trasmettere più di questa lo scorrere vertiginoso del tempo e la minacciosa provvisorietà del potere. Più che un compleanno, quel�lo dalemiano dello scorso anno, fu infatti una specie di trionfo, debitamente illustrato dall'im�magine del bacio di Sofia Loren al premier, che t'aveva incontra�ta al palazzo Altemps, in quali�tà di attrice italiana insignita del premio Cultura della Presi�denza del Consiglio. Erano giorni di sole. Il 19 aprile lo stesso premier aveva ottenuto l'onore di un colloquio con Enrico Cuccia. Non si sa se in quell'incontro i due avessero accennato alla leggenda anagra�fico-palatina, fiorita intomo al�l'imminente elezione per il Qui�rinale, secondo cui Scalfaro. si sarebbe potuto o dovuto dimet�tere anzitempo proprio per im�pedire che D'Alema compisse i 50 anni necessari per partecipa�re alla più prestigiosa gara della Kepubblica. Scalfaro, in realtà, si dimise alla scadenza dovuta, e com'è noto il premier favor�l'elezione di Ciampi. Ma intan�to, per dire, era anche un possi�bile candidato. Confrontata con quella di oggi, l'atmosfera del 1999 fa uno strano effetto. Proprio il giomo del compleanno, D'Ale�ma ricevette a pranzo a Palazzo Chigi Indro Montanelli. «Si di�verte a fare questo mestiere?» gli chiese alla fine il giornalista. «Da direttore a direttore, le dirò fu la risposta: abbastanza». Il divertimento dei potenti, si sa, va sempre preso un po' con le molle. E tuttavia il presi�dente del Consiglio ha sperimen�tato sulla propria persona, in Italia e fuori, quella vasta gam�ma di piaceri e poteri che del dalemismo politico e di gover�no, probabilmente, finiranno per costituire l'indimenticabile complemento. Certo, colpisce l'esuberanza dei messaggi che non di rado all'insaputa del protagonista e comunque senza una precisa regia depositano il personag�gio in una dimensione extra-po�litica, paradossalmente del tut�to in linea con l'evoluzione della politica. Fatto sta che D'Alema si è «abbastanza» di�vertito e ha guidato la Ferrari a Maranello; ha canticchiato in tv con Gianni Morandi; ha visi�tato il mitico stadio del Maracanà e, visto che c'era, ha voluto fare due passaggi e ha spedito il pallone in rete. Se è per questo, comunque, ha pure frequentato con assidui�tà la tribuna Vip dell'Olimpico e i suoi numerosi ospiti; s'è com�plimentalo con Lino Banfi per il successo televisivo del Medico in famiglia; ha partecipato a diverse regale, alcune anche vincendole, con la sua bella barca piena di strumentazioni «Ikarus»; ha fatto cucinaregamberoni rossi con lasagnette al cacao dal suo amico Vissani per il russo Chernomyrdin, e tran�cio di ragno con ravioli al finoc�chio per Clinton e Blair, e arago�ste di Gallipoli guarda un po' per Schroeder... A Cossiga, che aveva fatto degli accenni gastro�politici sul rosolamento a fuoco lento del governo, D'Alema ha regalato un ricettario sui cento modi per cucinare l'arrosto (pa�re con dedica agli italiani «che resistono all'arrosto»). In gbo per la Basilicata ò tornato nel paese dei suoi avi. sulla cui stirpe di guerrieri ha intrattenulo i giornalisti. Sem�pre un po' alla ricerca del tempo perduto, si è trovato a visitare il liceo della sua gioven�tù, a Genova. Tra Sun Tsu e Jovanottti, ha anche scritto tre�quattro libri e ricevuto torme di bambini, inaugurato siti Inter�net e imponenti restauri di Palazzo Chigi ed altre residenze nel verde di Villa Pamphili. Ha governato, insomma, co�me si governa ojjgi, lasciandosi infilare la maglietta della Ro�ma, commentando al tg il gol di Tolti e la vittoria di «Luna rossa», partecipando alla parti�tella di beneficenza o al Costan�zo Show, con Alberto Sordi, anzi facendone addirittura l'imitazione, tra gli applausi: «Maccarone, tu m'nai provoca�to e lo te magno'.*. A un certo punto s'è anche visto, destinalo al premier, un aereo stupendo (peraltro ordinalo da Prodi) con doccia e lettone per i viaggi intercontinentali. Anche in que�sti ultimi, del resto, D'Alema ha misuralo gli effetti globali del�l'esposizione dei leader. Episo�dio chiave, quello del reporter argentino del Clarin che alle cascate di Iguassù gli ha chiesto un parere sulla celebre lamenta�zione di Nanni Moretti in quel film che s'intitola (altra coinci�denza: il compleanno, le elezio�ni, la crisi) Aprile: «Su. D'Ale�ma, di qualcosa di sinistra!». Vero è che la vita pubblica, come il premier per primo si è spesso e comprensibilmente la�mentato, è onu,ii priva di ogni pietà, non lascia fuori nulla. Per cui, consultando con cre�scente sconcerto pile di rilaglioiti di giornali, si viene coinè sommersi da una quantità di rivelazioni familiari che arrivai no a lambire la vita e la privacy del cane di casa, il labrador Lulù, di cui durante la stagione j dalemlana a Palazzo Chigi si | sono venuti a conoscere panicolari scabrosi, tipo l'accoppia�mento con Artu, il possente j labrador di Alfio Mardùni, ed altri eventi canini perfino dolo! rosi, come la perdita di un cucciolo durante il congresso del Lingotto. E tuttavia l'impressione è che D'Alema abbia in qualche modo assecondalo questo pro�cesso di continuo uuio-disvelamenlo del proprio personaggio che, dilatato e portalo agli estre�mi, ha avuto l'effelio di mettere in ombra lo autentiche virtù dalemiane: il coraggio, la com�petenza, un senso nero e gagliar�do dell'umorismo, la capacità di lavoro e concentrazione, l'or�goglio della provenienza da una tradizione qual era quella del pei. Una scuola che in certe occasioni e le sconfitte rientra�vano certamente in queste occa�sioni sapeva teorizzare l'umil�tà, lo spirito di sacrificio e tutto quanto non si confondeva con il politicismo, o con il ritenersi non un «professionista», ma un «grande professionista». E ora? Di «professionisti», infatti, la politica ne vede passa�re fin troppi. «La politica ha detto lui slesso mesi fa al con�gresso dei verdi è un animale crudele, si nutre di carne uma�na per sopravvivere ne ha biso�gno conlinuninonte di fresca». Difficile è oggi immaginare quale destino attende D'Alema: ritornerà semplice «deputato di Gallipoli» (com'è stalo effettiva�mente solo per qualche settima�na)? O s'inoltrerà ironia della storia in un processo di recri�minazione simile a quello di Occhelto? Sogna, per caso, di fare il ministro degli Esteri? O di farsi un giro su «Ikarus»? Ha solo 51 anni, in fondo, quindi tutto il tempo per pensarci bene. ||ii'| Un anno fa, nel giomo del suo compleanno, invitò a Palazzo Chigi Montanelli che gli chiese: «Si diverte a fare questo mestiere?» E il premier rispose: «Da direttore a direttore, le dirò: abbastanza» Ha govemato come si governa oggi: lasciandosi infilare la maglietta della Roma, commentando al tg la vittoria di «Luna rossa», giocando partite di beneficenza o facendo l'imitazione di Sordi Un anno da presidente del Consiglio: Massimo D'Alema con Sofìa Loren, sulla sua barca a vela «Ikarus» e nel box della Ferrari

Luoghi citati: Basilicata, Gallipoli, Genova, Italia, Maranello