Il premier resta solo davanti al gelo degli alleati di Federico Geremicca

Il premier resta solo davanti al gelo degli alleati DOPO LA SCONFITTA IL GIORNO PIÙ' LUNGO A PALAZZO CHIGI Il premier resta solo davanti al gelo degli alleati «M vertice he registrato un'assopita maneama di solidarietà» retroscena Federico Geremicca ROMA L'ULTIMO arrivato nello staff del presidente ha la voce appesantita dalle poche ore di sonno e l'umore fiaccato da una doppia delusione. La prima è lì, squademata sotto gli occhi di tutti, ed ha la forma delle tabelle che fotografano la disfatta del fu Ulivo. La seconda, invece, è dentro: è una sofferen�za più intima, e testimonia se si vuole la oualità dei rapporti che hanno legato e legano Massimo D'Alema al suo temuto, discusso e perfino odiato staff. Dunque, ora che sono le 12 in punto, il consigliere del presidente dice: «Abbiamo sbagliato, non siamo stati in grado di fargli capire com'era la situazione. E il nostro errore ha prodotto al di là del danno maturato nelle urne la beffa terribile del suo ottimismo pre-elettorale. Abbiamo sbaglia�lo, ma ci siamo fidati della Swg: per alt: o, sobtamente, la meno ottimista tra gli istituti di sondag�gio. Ancora nel cuore della notte di domenica, continuavano a dir�ci che avremmo vinto 9 a 6 o 10 a 5.. Ci siamo fidati di loro, anche se non è che a non farlo sarebbe cambiato granché. Sì, se avessi�mo saputo che si prepaj-ava un tale disastro, foree lui avrebbe potuto tirarsi fuori dalla campa�gna elettorale dieci giomi prima del voto, defilandosi un po': ma sarebbe poi davvero cambiato qualcosa? Comunque, che devo dirle... Ormai è andata». E' andata. E trattandosi di Massimo D'Alema presidente scaramantico e collezionista di civette non poteva che andare in un giomo di cielo scuro e nuvole gonfie: e, soprattutto, in un giorno che di data porta il numero 17. Qualcuno vi raccon�terà di una notte insonne, di caffè e t :garette, di lui asserra�gliato nei!'ufficio-bunker di pa�lazzo Chigi a sperare in un miracolo fino all'alba di lunedì. Nien�te di tutto questo, naturalmente. Quasi preda di una premonizio�ne, Massimo D'Alema se ne è rimasto a casa: ed alla prima proiezione Abacus sul due lo tra Cacciari e Galan (dieci punti di vantaggio per quest'ultimo...! na capito che l'ultima fermala era arrivala. Un antico proverbio, non sap�piamo se giusto ma certo famo�so, vuole che chi semina vento raccolga poi tempesta. Con il massimo della serenità, si può adesso dire che quanto vento avesse finora seminato, il pre�mier ha potuto apprezzarlo con devastante nettezza per l'intera giornata di ieri. Deciso fin dalla notte ad assumere su di sé la responsabilità della sconfitta, ha comunicato già al mattino que�sta sua intenzione ai capi del centrosinistra. Non era una in�tenzione finta, come i falli han�no poi dimostrato: ma certo è umano che chi chiami gli alleati di sempre per dire «mi metto da parte» si aspetti, se non proprio un invito a restare, almeno paro�le di conforto e solidarietà. Nulla di tutto questo è accaduto nelle tante telefonate ohe hanno prece�duto il vertice da lui voluto a fine mattinata a palazzo Chigi. «E' evidente ha spiegato, per esem�pio, a Parisi e Castagnetti che dovrò assumere la mia parte di responsabilità. Bisogna probabil�mente pensare a una candidatu�ra per il 2001 diversa dalla mia. Occorre tempo, per decidere: se ritenete, posso concorrere con voi alla scelta, e intanto portare avanti l'itinerario che il governo si é fissato...». Silenzio dall'altro capo del telefono. Anzi, gelo. Lo stesso gelo che ha poi caratterizzato la rapida riunione dei leader del fu Ulivo, dove D'Alema ha dovuto ascoltare anche Veltroni ammo�nire: «Non ci ha aiutato l'apertu�ra di credito verso i radicali». E allora? «Ho registrato una assolu�ta mancanza di solidarietà», co�municherà poi il premier agli uomini del suo staff. E intanto continuava a ronzargli nelle orec�chie la formula scella dagli 'amici alleali' per emettere la sentenza di morte del suo gover�no: ■«Una fase è finita, bisogna aprirne una nuova». La formula riempiva le scali�nate e gli androni di piazza del Gesù, dove Caslagnelli, Lapo Pislelli e Gerardo Bianco festeggia�vano lo scampato pericolo e il buon successo del Ppi. E rimbal�zava per piazza Colonna, davan�ti palazzo Chigi, alla fine del vertice dei segretari con il pre�mier. «Una fase è finita annun�ciava Clemente Mastella -. A uno shock si risponde con uno shock». E poi attaccava la litania che ha minato alle base la solidi�tà e la credibilità del centrosini�stra e dei suoi leader: «L'Udeur è indispensabile per vincere, se lo mettano in lesta. Con 200 milio�ni di campagna eleilorale ho preso 40 mila voti a Salerno e il 7 per cento a Avellinou. E cosi, mentre si precisavano i contorni della disfatta d�quel che fu l'Ulivo, sui taccuini dei cronisti potevano trovar posto perfino le cifre della vittoria di Pirro del�l'onorevole Mastella. Ma cos�va la vita, e la politica è nolo è la disciplina meno frequentala dalla riconoscenza. «Se D'Alema confenna le dimis�sioni, se ne prenda semplicemen�te atto si auspicava dal quartier generale dello Sdi, mentre su Uoma calava il buio -. Noi lo avevamo dotto che la sua prònùership non sarebbe mai siala vincente». Né particolari attesta�zioni di solidarietà arrivavano al premier dai suoi ministri, dagli uomini ai quali, prima ili salirò al Quirinale por rassegnare lo dimis�sioni, annunciava: «E' una deci�sione irrevocabile, la mia. Non mi lascerò corto dimissionare dal Polo». Porse è anche per questo, per questo addio gravido di rancore e di cattivi umori, che il volto ili Massimo D'Aloma appariva ter�reo, dietro la trìbunetta del Quiri�nale dalla quale dopo il collo�quio con Ciampi ha annunciato ai cronisti, a sera fatta, causo o modi dello svolgimento della cri�si. «Solo. Si è ritrovato completa�mente solo», confidava il più giovane degli uomini dello staff del presidente, D'altra parte non è proprio la solitudine il trailo che caratterizza la caduta dei leader più forti e più potenti? Ora, l'ultimo inlerrogalivo ri�guarda i solili scherzi e el desti�no. E cioè: che compleanno avrà, in sorte. Massimo D'Aloma? Gio�ved�20 aprile, dopodomani, com�pirà cinquantuno anni: li festeg�gerà noi suo primo giorno da ex presidente o nell'ultimo da presi�dente ancora in carica e come dall'inizio poco amalo? Inlerrogalivo irrilevante, stupido, è ve�ro. Ma chi avrebbe potuto imma�ginarlo ire giorni fa, mentre da una modesta casa di Gallipoli vantava i successi del suo gover�no e dell'Italia al telefono con Tony Blair? Domenica ha atteso insultati in casa e ha capito tutto quando l'Abacus dava Cacciari battuto Le telefonate ai segretari «Mi faccio da parte Mi prendo la mia responsabilità» A sinistra il presidente del Consiglio Massimo D'Alema, qui sopra il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

Luoghi citati: Gallipoli, Italia, Roma, Salerno