I prati di Waterloo che rifecero l'Europa
I prati di Waterloo che rifecero l'Europa VISITA AL CAMPO DI BATTAGLIA: BASTO' UN'ORA PER DISTRUGGERE NAPOLEONE I prati di Waterloo che rifecero l'Europa WEEKEND Folco Portinan QUEL giorno l'armata, dopo aver vinto la battaglia di Ligny, marciava tutta quanta per Bruxelles; si era alla vigilia di Waterloo. Verso mezzogiorno, mentre la pioggia continuava a rovesci, Fabrizio ud�brontolare il cannone». E' il 18 giugno 1815. Fabrizio è Fabri�zio del Dongo, l'affascinante ambi�guo eroe della «Certosa di Parma» di Stendhal. La descrizione della battaglia prosegue per una cin�quantina di pagine, fino alla con�clusione: «Fabrizio divenne un altr'uomo, tante profonde rifles�sioni fece su tutto quello che gli era accaduto fino al ora. Non era rimasto fanciullo che in una cosa: quel che aveva visto era una battagUa? In secondo luogo, que�sta battaglia era Waterloo?». Con icastica concisione mia nipote Anna, viste le numerose cartine luminose ed esplicative, letto che la battaglia era incomin�ciata alle 5 del mattino, che alle 6 di sera i francesi erano vittoriosi, che un'ora dopo la grande armata era in fuga, ha commentato: «Po�vero Napoleone, ora proprio sfiga�to». Waterloo è una cittadina di 20.000 abitanti, a Sud di Bruxel�les, che non campa di sola memo�ria. Ha si nel suo centro, giusto davanti alla chiesa e alla fermala degli autobus, un Wellington Museum, nella casa in cui era posto il quartier generale inglese. E' più che naturale che le visite incomin�cino da lì, dal vincitore, e che li attorno cinema, bar, negozi, evo�chino il generale in quei pressi acquartieralo, ma niente di più. Ne museo la stanza di Wellin�gton, un letto corto (ergo...), un parapioggia in seta marrone (ah, un soldato col paracqua...) e con un pomello d'avorio in forma di ibis, gli occhialini, la mantella bianca, il manichino di cera, tante carte con i movimenti delle trup�pe ora per ora; un museo insom�ma. Più curiosa la stanza col letto di morte di sir Alexander Gordon, aiutante di campo del generale. In una teca è infine conservata la protesi avanguardistica d'una gamba di Lord Uxbridge, coman�dante in capo della cavalleria (non un pirata, ancorché inglese), un bel documento per gli ortopedici. Il campo di battaglia, è ovvio, sta fuori città, due fermate d'auto�bus e trecento metri a piedi. Ma lo scontro non sembra finito in quel giorno di giugno. Prima di aggirar�mi per i campi mi fermo a mangia�re in un ristorante «storico», assai ben arrangiato, ottimo dal punto di vista gastronomico: «Le Bivouac de l'Empereur», pieno di bandiere napoleoniche e cimeli. C'era già allora. Chiedo al padrone se l'imperatore ci era arrivato e mi risponde: «No, i francesi sono arrivati a duecento metri. Però io odio gli inglesi». La battaglia conti�nua. In realtà le sorti si decisero in quei pressi e di fronte al «Bivouac» sono raccolti il museo delle cere, il circorama, il cinema con film di Bondarciuk, animazio�ni sulle varie fasi della battaglia e shopping. Il tutto sotto un tumulo stile Maratona, alto 250 scalini e sonnontato dal leone inglese. Da lassù si vedono i campi di un terreno ondulato che la fantasia può animare di feroci assalti, di cavalli e di fanti, ira gli sparsi casolari e i piccoli borghi. In fondo si vede la Belle Alliance, cuore della battaglia dei prussia�ni, esso pure trasformalo in alber�go-ristorante. Cosi come la Ferme du Caillou, il quartier generale di Bonaparte, con annesso museo. Né manca la casa, e il monumen�to, ove per un poco visse Victor Hugo, a scrivere il capitolo dei «Miserabili» dedicato appunto a Waterloo. Carle animate e no, piante, disegni non mancano, di�stribuiti sul territorio per rendere chiaro lo svolgimento dei combat�timenti. Che pero coprono un territorio abbastanza ampio, ra�gion per cui d si è giovani e s joriivi, e si cammina per qual�che chilometro a piedi, o si va in auto, o si affilia una bicicletta, o si gioca con le coincidenze dogli autobus. D'altronde, come dicono alla Michelin, «vaut le voyage»: su quei prali si è falla la storia d'Europa, La sconfitta di Napoleone a Waterloo
Persone citate: Alexander Gordon, Bonaparte, Bondarciuk, Carle, Empereur, Victor Hugo
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