C'era una volta il Grand Hotel: come pesano i ricordi...
C'era una volta il Grand Hotel: come pesano i ricordi... C'era una volta il Grand Hotel: come pesano i ricordi... MOTEL Sàvoy Palnce GARODNE RIVi(flA',BKr»r LA cartolina dal celebre hotel di Gardone Riviera era del 12 marzo del 1943. La scriveva, a mia nonna, il marito di mia zia. Il grande albero di li a pochi mesi sarebbe diventato ospedale; la villa nel parco, abitazione del comandan�te generale delle truppe naziste durante la R.S.I. Mio zio indicava a mia nonna «il suo rifugio» d'amore con una frercetta: «Tutto in mezzo al giardino ed al gioco delle bocce», 67 anni dopo giravo tra le mani, quasi sconvolto, quella cartolina che accennava, anche, a mia madre fanciulla: era stupendo il Grande Albergo Savoia, affacciato sul lago di Gardone Riviera. Lo mandavano avanti altri fratelli di mio zio. Soave e Teresa Besana: qui ci sarei venuto da bambino; qui sarei cresciuto, con la terrihile «zia Teresa» che mi ordinava come mettere le posale, come mangiare la minestra, come versare acqua e vino nei bicchieri. Senza saperlo, nel grand hotel che aveva visto Paul Valéry, D'Annun�zio e re Faruk, Umberto di Savoia e Maina Jose, nel grand hotel della mia famiglia, avrei appreso i primi rudimenti dell'albergazione, avrei avuto i primi paletti, 1 primi concet�ti della critica. Sono sobbalzalo davanti a quella cartolina come ero sobbalzalo l'anno scorso quando, su «Il Giornale», avevo letto che, passalo di mano in mano, dopo 21 anni di chiusura e di abbandono, quell'hótel del mito riapriva. «E sono rimasto l�come un cretino» anche l'altro giorno quando, con 5 camere piene su 60, mi sono visto dare, giusto 67 primavere dopo, la stossa stanza dei miei zii innamora�ti. La villa nel parco, che aveva sentito gli affetti di Paolo Besana e di mia zia Pania, gli ordini truci del generale Karl U'olff, che aveva ospi�tato i miei genitori in viaggio di nozze, che aveva visto i miei giochi da bimbo con i miei cuginetti, non c'era più. Non c'era piùla serra che dava i mille fiori del Grand Hotel più bello del Lago di Garda. Ah, l'atroce dolcezza dei ricordi: sì, for�se potrà anche entrare nella storia, come dice i' bel pieghevole, ma a che prezzo? Non eo nulla delle polemiche, delle interrogazioni, del�le liti sul piano regolatore di questa perla italiana. Sta di fatto che al posto dei balconi inghirlandati di ferro battuto, oggi trovate una «stec�ca», cioè un edificio perpendicolare all'hotel, che spezza il parco e che fa da residence. Il permesso al privato di costruire è stalo controbilanciato dall'uso pubblico di un immane parcheggio a più piani; dall'hotel, per arrivare nel verde, bisogna pas�sare dai piani sotterranei e bui; la sala delle prime colazioni quasi non vede il lago. hr. pugno di orridi, inutili archi sono il maUnconico simulacro delle limonaie che orlava�no, tra stucchi e fregi degli intemi dell'hotel di una volta, la bellezza di questa strullura. Per il resto, am�bienti lucenti e immacolati di mar�mi e velluti, tra fiori finti e riprodu�zioni (sic!) di quadri famosi, con personale simpatico, volonteroso ma insufficiente. Alla mattina, al mio risveglio, sono andati a prender�mi i giornali che avevo chiesto la sera prima, ma ci hanno chiusi dentro, noi pochi clienti, per non lasciare la portineria aperta al pri�mo che passava! La prima colazio�ne, poi, sarebbe dalle 7 del mattino, ma il primo ad arrivare in sala sono stato io, alle 7,45, poi l'addetto, dietro di me, ha acceso le luci. Provato il 31 marzo 2000 SAVOYPALACE Gardone Riviera (Brescia) viaZanardelli2Z4 Tel: 0365 290588, Fax: 0365 290556 Categoria: **** Prezzi. Singola: 150-170,000 Doppia: 270-390,000 Prima colazione: 20.000
Persone citate: D'annun, Faruk, Karl U'olff, Maina Jose, Paolo Besana, Paul Valéry, Rivi, Savoia, Teresa Besana
Luoghi citati: Brescia, Gardone Riviera
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