Capitava che Kant commentasse il baccalà

Capitava che Kant commentasse il baccalà Capitava che Kant commentasse il baccalà RECENGuDauicoL fido domestico Lampe dava ogni mattina la sveglia alle cinque in pun�to al suo padrone, un certo Immanuel Kant, in quel di Kònigsberg (oggi altrimenti detta Kaliningrad). Kant faceva la piccola colazione con due tazze di caffè e una pipa di tabacco, restando in veste da camera e berretto da notte (e le abluzioni? ah, l'igiene dei filoso�fi!), sid quale aggiungeva un cap�pellino a tre punte. A pranzo, a mezzodì, mangiava con grandissi�mo appetito (portata prediletta il baccalà...), ma soprattutto «com�mentava il cibo, lo chiosava, lo annotava, lo postillava con minu�ziosa acribia». Traggo citazione e notizia dal delizioso e corroborante. Lafilosofia in cucina. Piccola critica della ragion culinaria di Francesca Bi�gotti, docente di dottrina e istitu�zioni politiche a Lugano (dove ignoravo esistesse un'università). Ma questa sua ammirevole sinte�si; in cui la ricchézza della docu�mentazione si sposa all'intelligen�za dell'impianto e (particolare non trascurabile) ad una scrittura affabilmente ironica, s'occupa di tutt'altro. Semplificando di mol�to, la Bigotti traccia una storia IONE o onino dell'analogia tm il nu�trimento corporale e quello intellettuale. La bocca è fatta per parlare, e dunque per esprimere (oltreché sensazioni e impres�sioni) soprattutto idee: ma è anche atta ad ingoiare cibo, col quale nutrire e, se e quando sia possibile, soddi�sfare la nostra fisicità. Non siamo soliti, del resto, dire, senza neppu�re accorgercene, che abbiamo ap�petito di conoscere, sete di sapere, fame di informazioni? Non ci di�sponiamo a divorare un libro, sino a provarne sazietà? Non facciamo fatica, spesso, a ruminare un'idea o a digerire un concetto? Con grande garbo e misura l'autrice ci conduce a spasso per il philosophiae làborintus («quasi laborem habens intus»), da Epicuro a Platone ed Aristotele, da Dante (quello, per l'appunto, «filosofo» della terza Cantica) a Locke e Condorcet, da Kierkegaard a Witt�genstein. Il danese Soren Aabye e il viennese di •Cambridge Ludwig si ritagliano, come del resto nella loro esistenza e nelle loro opere, una bella fetta (per restare nel campo metaforico di codesta inda�gine) di protagonismo narcisisti�co, Kierkegaard tuona contro le falsificazioni e parodie del Cristia�nesimo: lo si serve «con il piccante degli aperitivi: prove, ragioni, pro�babilità e simili». Su questi «la predicazione si concentra tutta»: ed è cos�che lo si snatura. Wittgen�stein, invece, si batte per la varie�tà della dieta filosofica: è, insom�ma, contro la fissazione monoma�niacale di «nutrire il nostro pensie�ro con un solo tipo di esempi». Pare, tuttavia, che in privato fosse indifferente a quel che mangiava, «purché fosse sempre la stessa cosa». Del resto, che maestro del pensiero contemporaneo sarebbe stato se non si fosse concesso una qualche vistosa contraddizione? Mentre da Bologna ci perveni�va il prezioso volumetto della Bigotti, da Boma ci giungeva una intelligente (e strabiliante) mono�grafia di un collega, storico del teatro alla Ohio State University di Columbus, il professor Ronald W. Tobin, Tarte à la crème. Com�media e gastronomia nel teatro di Molière, che l'infaticabile Ferruc�cio Ma rolli pubblica, girata la boa del centesimo titolo, nella sua Bibhoteca Teatrale. Tobin, con molta penetrazione, analizza tut�te le valenze allusive e simboliche che i più disparati materiali culi�nari innestano nei capolavori molieriani: a partire dal dolce «scan�daloso» del titolo che, invece di far venire loro appetito, innescò in quei bigotti della Compagnie du Saint-Sacrément tutto lo sdegno vessatorio contro il grande dram�maturgo. Si parla spesso di separatezza specialistica negli odierni studi: invece, due diverse strade, che partono da Columbus e da Luga�no, si incrociano in cucina. La filosofia in cucina, una storia dell'analogia tra il nutrimento corporale e quello intellettuale, non dimenticando Molière Una cucina fiamminga in un dipinto di Peter Breugel il Vecchio ,.. RECENSIONE Guido Dauico Bonino Francesca Rigotti La filosofia in cucina//MuZzno,pp. 101. L. 16.000 Ronald W. Tobin Tarte à la crème Bulzoni, pp. 237, L. 35.000 SAGGI

Luoghi citati: Bologna, Cambridge Ludwig, Columbus, Lugano