« La cessione? Ridicola e assurda » di Maria Grazia Bruzzone
« La cessione? Ridicola e assurda » « La cessione? Ridicola e assurda » Lcritici d'arte: monumenti senza tutela Maria Grazia Bruzzone ROMA ~~ «E'una cosa ridicola, prima che assurda, l'avevo scritto al mini�stro Giovanna Melandri. Clin�ton penserebbe mai di alienare l'obelisco di Washington? Ci fa�remo ridere dietro da tutto il mondo». Lo storico dell'architet�tura Giorgio Muratore, docente alla Sapienza e tra i primi ad aver rivalutato il razionalismo architettonico del ventennio, non ha dubbi: la vendita ai privati del Foro italico non s'ha da fare. Ma il critico d'arte Vittorio Sgarbi, che è un po' il ministro-ombra dei Beni Cultu�rali del Polo, la pensa in modo diametralmente opposto:«Non vedo questa sacralità feticistica di alcuni beni che lo Stato non potrebbe alienare. Importanti caso mai sono i vincoli che lo Stato pone». «Lo Stato dovrebbe caso mai acquistare, come acca�de all'estero», ribatte a distanza Mario Fazio, già presidente di Italia Nostra e autore di libri sugli scempi ambientali, che pure non ama quell'opera «che rappresenta un pezzo di storia detestabile». Ora che è diventata ufficiale, uscito sulla Gazzetta, l'aliena�zione del complesso monumen�tale sportivo alle pendici di Monte Mario fa discutere e rischia di diventare un vero e proprio «caso». Gioiello dell'ar�chitettura degli anni Venti-Tren�ta, fiore all'occhiello del fasci�smo, il complesso era slato volu�to da Mussolini per ospitarvi le scuole sportive dell'Opera Na�zionale Balilla e celebrarvi i fasti littori. Comprende il famo�so stadio dei Manni, con decine di statue classiche, lo spazio antistante con l'obelisco e la fontana della sfera lutto in marmo di Carrara gli edifici rossi occupali dagli uffici del Coni, la piscina coperta e il grande stadio che in origine aveva solo una bassa gradinata, prima di venire innalzalo per le Ohm jiadi del '60 e diventare, perg i ultimi Mondiali di calcio, il mastodonte che è oggi, con tanto di copertura. Ma l'insieme è anche qualco�sa di più, è un pezzo di paesag�gio con pini a ombrello, cedri e cipressi, un parco monumentale adagiato sotto la seicentesca Villa Madama. Spiega il profes�sor Muratore: «L'architetto En�nio Del Debbio al quale era stata affidata l'opera, ispirandosi all'Appia antica e a villa Adriana, inventò por l'occasione il primo piano paesaggistico mai realiz�zato in Italia. Ogni pezzo, dallo Stadio dei marmi incassalo nel terreno, agli alberi piantali uno a uno, era stalo progettato come parte di un insieme. E il fallo che l'intero monto Mario si sia salvalo negli anni dallo scempio edilizio lo si deve a quella tute�la. In Francia qualcuno pensa forse di vendere gli Champs Elisées 0 place de la Concorde? Allora porche non vendere piaz�za del Popolo?», insiste con pro�vocatoria veemenza Muratore. Sgarbi non è affano d'accor�do. A suo avviso si tratta di resistenze «meramente ideologi�che». «Il muto sostiene è stabilire chiaramente che i pri�vali non ne facciano un uso improprio. Fissali i vincoli, che problema c'è? Lo Stato è inadem�piente non conserva, non reStaura '1 privato può essere costretto a farlo! U sulfureo critico cita come «esempio per tutti» palazzo Grassi «che a Venezia sia a fianco di Ca'Hezzonico; l'edificio dpi comune anna�spa con fatica mentre palazzo Grassi è una macchina meravigliosa». Anche l'eventualità che si privatizzi solo lo Stadio Olim�pico, o che possa essere invece un privalo a gestire quel che oggi la il Coni («un'ipotesi che mi pare remota»), non lo scanda�lizza: se l'Arena di Verona la gestisce il comune o un ente scaligero che differenza fa? E' il privato che avanza, come nelle scuole, nelle cliniche, L'impor�tante è la precisione dei vinco�li», ripete Sgarbi, Per il quale la privatizzazione può anzi rappre�sentare un'occasione per monummenti relativamente recon�ti, come appunto il Foro italico che «non è nuca il Colosseo». Mario Fa/io In pensa in modo opposto. Fautore del "pubblico» a oltranza, è contrario persino a che lo Staio alieni vecchi edifici come le caserme dismesse «por le quali si potrebbe trovare nuo�ve destinazioni d'uso». E pone varie domande: «Come mai in Italia non si trovano i mezzi per restaurare le opere del passalo? Guanto costa il restauro, e la manutenzione? E si vende per farci che cosa? Un po' di chiarez�za è il minimo che si possa pretendere». Ma Vittorio Sgarbi: «Lo Stato è inadempiente non conserva non restaura Il privato può essere costretto» Sopra il critico d'arte Vittorio Sgarbi concorda sull'alienazione dei beni dello Stato. Accanto: Mario Fazio, ex presidente di Italia Nostra, che, invece, sostiene che "lo Stato dovrebbe acquistare anziché vendere»
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