I sette Grandi invitalo i mercari alla calma di Stefano Lepri

I sette Grandi invitalo i mercari alla calma I sette Grandi invitalo i mercari alla calma Clinton: l'economia è solida, la crisi si risolverà da sola Stefano Lepri inviato a WASHINGTON «Dobbiamo ancora capire che cosa è successo» ha detto dietro le porte chiuse della riunione del G-7 il presidente della Federai Reserve Alan Greenspan. E' Giuliano Ama�to a raccontare cos�il vertice drammaticamente capitato nel fi�ne-settimana in cui Wall Street è sul crinale tra salutare ridimensio�namento e rovinoso crollo. Emer�ge la speranza che si tratti del primo, anche perché gli altri segna�li che vengono dall'economia ame�ricana sono molto sani (e quanto al gonfiamento dei titoli legati a In�ternet, è peggiore in Europa e in Giappone che negli Stati Uniti). Intanto, il presidente america�no Bill Clinton ha affermato di aspettarsi «un anno molto buono» con una forte crescita e una infla�zione modesta. «Chi investe i suoi soldi cercherà di capire cosa può accadere nel giro del prossimo anno ha affermato tutto quello che posso fare è mantenere l'econo�mia americana forte ed è esatta�mente quello che farò». Parlando dell'umore attuale dei mercati Clin�ton ha dichiarato «le cose si regole�ranno da sole. Penso che fjli indici andranno su e andranno giù, ma le tendenze a lungo termine sono molto positive». Racconta sempre Amato che quel brusco improvviso rialto dell' inflazione americana nel mese di marzo, che ha provocato il crollo in Borsa di venerdì, secondò Green�span potrebbe essere più un aggiu�stamento episodico dei prezzi da parte delle imprese, dopo una fase di intensa concorrenza, che il se�gno di una pressione duratura della domanda; in questo caso sarebbe meno preoccupante. Il go�vernatore della Banca d'Italia An�tonio Fazio concorda: «Quando c'è pressione non si manifesta tutta in un colpo, ma a gradi». In ogni caso di fronte al pericolo i Sette (Usa, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Canada) si sono scoperti più uniti che nel recente passato, e meno inclini allo scaricabarile delle re�sponsabilità. Il comunicato finale del G-7, che come sempre era già pronto prima, più di altre volte appare indietro rispetto alla di�scussione cos�come i partecipanti la riferiscono. I comunicati del G-7 non si sono mai occupati di mercati azionari, ne è accaduto questa volta: men�zionare anche da lontano l'argo�mento sarebbe sembrato segno di insicurezza. Se da una parte l'eco�nomia mondiale non andava cos�bene da diversi anni (t4,2I)ó di crescita nel 2000) e la liquidità è abbondante, dall'altra la distanza che separa le attuali quotazioni azionarie da un livello sano è tale da far rischiare infortuni. Wall Street è più sopravvalutata oggi che nel 1929, secondo molti indici, si tratta dunque della peggiore "bolla" della storia: eppure «assolu�tamente non c'è panico» nel G-7, risponde Amato. Greenspan ha esposto «con grande franchezza i suoi dubbi», riferisce il ministro del Tesoro italiano: fra gli indizi che lo rasse�renano è che alla fine della giorna�ta di venerd�il dollaro sia rimasto stabile. Se i mercati avessero temu�to un crollo rovinoso di Wall Street, avrebbero speculato al ri�basso della moneta americana, facendo risalire euro e yen. Una sensazione diffusa è che tuttavia nella riunione gli americani abbia�no consigliato la banca centrale europea di esser cauta in nuovi aumenti dei tassi di interesse: ufficialmente però sia Amato sia Fazio smentiscono che questo sia avvenuto. Prima della riunione del G-7, Amato ha avuto occasione di spie�garsi bene con il vicedirettore generale del Fondo monetario in�temazionale, Stanley Fischer, a proposito dell'Italia. C'è effettiva�mente un dissenso, sostiene il ministro, ma non nei termini de�scritti dai giornali nei giorni scor�si. D'accordo sulla riduzione del carico fiscale intrapresa dal gover�no italiano, il Fmi suggerisce più incisivi tagli alle spese, in modo da ridurre più rapidamente il deficit: mentre Amato conferma che l'Ita�lia rispetterà il suo «piano di stabilità» secondo gli obiettivi già previsti. Nella seconda parte della riunio�ne, i Sette hanno discusso di come riformare il Fondo monetario e migliorare la prevenzione delle crisi finanziarie. Qui si è ricono�sciuto che, fra tante critiche stram�palate ricevute dal Fmi nelle ulti�me settimane, una era giusta: che i salvataggi di paesi in crisi, con grande spesa di fondi, hanno «pro�tetto» troppo generosamente le grandi banche intemazionali trop�po incaute nel prestare a quei paesi. D'ora in poi non si farà più così: il capitale privato non dovrà più uscire indenne, dovrà contribu�ire alle perdite; alcuni criteri per realizzai e l'obiettivo verranno por�tati al vertice dei capi di governo, in luglio. Due operatori di Wall Street in preda allo sconforto dopo il venerd�nero

Persone citate: Alan Greenspan, Bill Clinton, Clinton, Giuliano Ama, Green, Greenspan, Stanley Fischer