Lontana l'intesa sul debito dei poveri
Lontana l'intesa sul debito dei poveri Lontana l'intesa sul debito dei poveri Fazio: necessari correttivi per redistribuire la ricchezza inviato a WASHINGTON Chi affama i poveri? Forse anche i loro governi. «Sulla cancellazione del debito ai Pìiijh�poveri, o fortemente indebitati, c'è un interesse come non ho mai visto nel passato; e in, generale, è cre�sciuta l'attenzione alle impli�cazioni sociali dello sviluppo» dicova prima di entrare al verticu del G-7 il Kovernatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Da cattolico, con il Papa che spinge, Fazio ò certo convinto che si debba fare ogni sforzo in quella direzio�ne; e forse anche la protesta in piazza, entro certi limiti, ^li pare ut.ilo, «pur so è difficile capirne l'evoluzione». Eppure, nella riunione di ieri, si è constatato che ci sono alcuni ostacoli e che forse non sarà raggiunto l'obiettivo di concludere con una ventina di Paesi, su 38 in tutto, entro il 2000. Perché? «Il problema è complesso, richiede tempo» precisa lo stesso governatore. Certo l'Italia «si è mossa be�ne» e, cos�come altri grandi Paesi industriali, è pronta alla spesa; per noi circa tremila miliardi, in aggiunta agli altri tremila che sono già stali condonali ai Paesi poverissi�mi. L'ostacolo è altrove. Secon�do le spiegazioni dei funziona�ri governativi che so ne occu�pano, sta nella difficoltà di stipulare con i governi dei Paesi beneficiari accordi dove si garantisca che i soldi rispar�miali andranno davvero a be�neficio dei poveri. Ci sono, in alcuni di quei Paesi, dittatori che userebbero volentieri quelle risorse por comprare anni o per costruirsi lussuosi palazzi; ci sono governi eletti, ma corrotti. D'altra parte non si possono imporri! soluzioni dall'esterno. La procedura concordata è dunque di stipu�lare accordi con quei governi, dove siano loro ad indicare che cosa faranno. Vi' un procosso difficile. Si ò (piasi all'accordo con la Boli�via, al momento si sta discu�tendo con l'Uganda, subito dopo lucchorà alla Maurita�nia. Mozambico e Tanzania, che sono tra i più bisognosi, saranno sicuramente nella li�sta. Secondo i pessimisti, si rischia che entro l'anno i nomi restino solo questi; secondo lo voci governativi!, sono in lut�to una dozzina i Paesi con cui il discorso è a buon punto e si spera di concludere: tra l'al�tro, Guyana e Honduras. Nel frattempo il Congresso dogli Stali Uniti, dopo molle esita�zioni, dovrebbe riusci e a stan�ziare i fondi necessari por la jiarlo eli Washington. Dal lato dei paesi ricchi, solo al Giappo�ne, secondo quanto si riesce a sapore, dovrebbe ancora chia�rirò alcuni aspelli della sua posizione. Casomai i Paesi ricchi han�no mancalo altrove, sul com�mercio: sono slati incapaci di concedere, in sode Wto, la cancellazione di ogni Limite alle importazioni di prodotti agricoli o lessili dai Paesi più poveri. Il Fondo monetario internazionale, intanto, si di�chiara pronto a procedere con i suoi prestiti «per la riduzio�ne della povertà e la crescila» decisi l'anno scorso in paralle�lo con il nuovo condono dei debili. Qui i Paesi potenziali beneficiari sono 80, in ordine alfabetico da Afghanistan e Albania fino a Zambia e Zimba�bwe: potranno ricevere presti�ti al tasso dello (),f)"u per somme dipendenti dalle loro esigenze e dai programmi di riforma e sviluppo che saran�no capaci di adottare. «Il rimborso del debito secondo Fazio serve anche per reinserire, al di là del suo valore sociale, questi Paesi nel sistema globale, e questo ha un significato economico di rilievo». In generale, dice il governatore, «il sistema capi�talistico resta la macchina migliore per creare ricchezza, che però, anche se ne crea molta, la concentra, cosicché deve trovare dei correttivi adatti». Secondo i dati più recenti della Banca mondiale, «se le tendenze attuali si manterran�no, non sarà raggiunto l'obiet�tivo di dimezzare entro il 2015, in tutto il mondo, il numero delle persone in estre�ma povertà». Il numero, si intende, perché la percentuale scende (dal 28,3 per cento della popolazione mondiale nel 1987 al 24 per cento oggi), ma non abbastanza di fronte all'aumento delle nascite. Isd.) Tra gli ostacoli c'è la difficoltà a concedere benefìci a governi dittatoriali o eletti regolarmente ma corrotti Il Governatore di Bankitalla, Antonio Fazio, e il ministro del Tesoro, Giuliano Amato
Persone citate: Antonio Fazio, Giuliano Amato
Luoghi citati: Afghanistan, Albania, Honduras, Italia, Stali Uniti, Tanzania, Washington, Zambia
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