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UN LUNGO WEEKEND DI PAURA UN LUNGO WEEKEND DI PAURA Mario Deaglio II L diavolo ci ha messo la coda. Alle prese con una difficile operazione di puli�zia interna, di smaltimen�to di iialzi eccessivi sui titoli della «new economy», la Bor�sa americana è incappata, nel giorno sbagliato, in due coinci�denze negative. La prima è rappresentata dall'imprevisto, sia pur lieve, accendersi di spinte inflazioni�stiche, finora pressoché total�mente assenti negli Stati Uni�ti; la seconda, tecnicamente non rilevante ma politicamen�te assai più significativa, è la difficile riunione del Fondo Monetario con i dimostranti anti-globalizzazione per le strade di Washington. Esiste un reale perìcolo che il peso congiunto di queste situazioni trasformi in una Caporetto la ritirata precipito�sa, ma finora complessiva�mente ordinata, dei titoli tec�nologici? E' troppo presto per dirlo, ma la domanda va posta con franchezza e l'ipotesi non va scartata e questo anche perché il governatore Greenspan si trova in estrema diffi�coltà. Sulle sue spalle incombe l'ingrato compito di garantire di fatto quell'ordinato svolgi�mento dei mercati che è alla base dell'attuale economia globale. Se, in risposta alla minaccia di inflazione, alzerà decisamente i tassi, Greenspan rischia di alimentare ul�teriormente la caduta, in quanto provocherà una frena�ta dell'economia americana ben più brusca del previsto, e questo, per giunta, in prossi�mità delle elezioni presiden�ziali. Se non lo farà, l'ondata di sfiducia nelle istituzioni dell'economia di mercato è destinata ad aumentare. Una simile, difficile scelta tra due possibilità negative viene talvolta chiamata «l'al�ternativa del diavolo», il qua�le, appunto, ci ha messo la coda. E' ben possibile che una soluzione si trovi, per la com�petenza e l'abilità di Greenspan e la grande solidità di fondo dell'America, ma di cer�to, per chi opera in questo mercato grande e pericoloso, il weekend che oggi comincia non potrà dirsi tranquillo. deaglio@econ.unito.lt