«Le spie di Israele hanno confessato»

«Le spie di Israele hanno confessato» «Le spie di Israele hanno confessato» Giallo al processo in Iran, gli avvocati: è tutto falso Gabriella Bianchi TEHERAN La corte rivoluzionaria irania�na di Shiraz ha iniziato ieri a porte chiuse il processo a 13 ebrei accu�sati di spionaggio per conto di Israele. Questo processo rischia di ostacolare il lento miglioramento nelle relazioni dell'Iran con i Pae�si occidentali e di alienare la comunità ebraica del Paese. Il giudice Sadeq Nourani, dopo aver stretto, si dice, cordialmente la mano agli imputati ha aggiornato il caso al 1" maggio accogliendo cosi le richieste degli avvocati che sono stati nominati solo qualche giorno fa. I quattro imputati pre�senti in aula hanno incontrato per la prima volta dopo l'arresto di un anno fa il loro avvocato. Ben due ayatollah hanno affermato l'anno scorso che erano state raccolte prove sufficienti a carico degli imputati e che se fossero stati giudicati colpevoli sarebbero stati impiccati, Hussein-Ali Amiri, il procuratore generale della provin�cia, ha tuttavia dichiarato in una conferenza stampa che il proces�so sarà equo e che le opinioni religiose degli imputati non han�no nulla a che fare con l'arresto, «Non c'è alcuna differenza fra musulmani e ebrei in Iran», ha affermato. Le autorità dicono che anche altri otto musulmani sono slati incriminati ma che ora sono in libertà provvisoria. Tuttavia non se ne conoscono le generalità e c'è chi dubita della loro esisten�za. Il segretario di Stalo america�no Madeleine Albright ha dichia�ralo il mese scorso che questo processo rappresenta il «barome�tro delle relazioni fra Usa e Iran». Gli Stati Uniti di recente hanno alleggerito le sanzioni contro l'Iran permettendo l'esportazione di pistacchi, caviale e tappeti. L'Europa ha a più riprese auspica�to che il processo si svolga in modo impaziale, garantendo tutti i diritti agli inipulali. Alcuni diplomatici a Shiraz per seguire il processo, ritengono che questo caso rappresenti la lotta di potere fra i riformisti del presiden�te Mohammad Khalami che da tempo si batte contro un sistema giudiziario che ha già incarcerato parecchi dei suoi sostenitori, e i conservatori usciti sconfini dalle ultime elezioni parlamentari. Se�condo un giornalista locale l'ala dura dei conservatori avrebbe ap�profittato dell'arresto di un ebreo nel novembre del '98 per montare un caso che avrebbe avuto come obiettivo principale di bloccate la politica eli riavvicinamenlo con l'Occidente dei riformisti. La rea�zione dei governi occidentali e delle comunità ebraiche avrebbe quindi inasprito le tensioni fra i due schieramenti. Il procuratore Amiri ha rifiutato di fornire detta�gli circa le imputazioni dei tredici ebrei accusali che per spionaggio rischiano dai sei mesi alla pena di morte. La maggior parie sono commercianti, alcuni sono mem�bri prominenti della comunità ebraica di Shiraz, insegnanti di ebraico, im macellaio, un professo�re universitario e uno studente di 17 anni. All'incontro con la stam�pa erano presenti anche alcuni familiari degli imputali che han�no protestato con rabbia quando il procuratore generale ha dichia�ralo che i quattro accusali presenli al processo avevano confessato. L'avvocato difensore Esmail Naserì-Majarrad ha negato decisamen�te mentre il leader della società ebraica di Teheran, Harun Yashayaei, con le lacrime agli occhi ha dichiaralo: «Quesiti caso ha di�strutto la comunità ebraica», ag�giungendo che era fiero di essere iraniano e di aver partecipalo alla rivoluzione e alla guerra contro l'Iraq. Il procedimento è stato subito rinviato perché i difensori non conoscevano il caso Tre donne, parenti degli imputali, piangono durante la conferenza slampa tenuta dal giudice capo della provincia di Pars

Persone citate: Amiri, Gabriella Bianchi, Harun Yasha, Madeleine Albright, Mohammad Khalami