L'Italia ai piedi del Fenomeno di Marco Ansaldo

L'Italia ai piedi del Fenomeno GOL A LACRIME L'ODISSEA DI UN RAGAZZO GIÀ' NEL MITO id*^ . L'Italia ai piedi del Fenomeno A Ceccarini disse: «Mi vergogno per lei» personaggio Marco Ansaldo RONALDINHO gioca ma è sialo davvoro malo, prima di voniro qui. Tutta colpa dolio medicine che prende». Negli occhi chiari di Suzana Werner non si ora ancora dissolta l'ombra por (inalilo il suo fidanzato stava vivendo. Mancava�no 40 minuti alla finale (lolla Goppa del Mondo, lo Slado do France vibra�va, Francia e Brasilo si allacciavano dagli spogliatoi o nella prima fonnaziono diffusa in sala stampa il nomo di Ronaldo non c'era. Co l'aggiunse�ro in frotta, quasi a penna: come ora successo a Rubi Baggio, quattro anni prima, lo ragioni dol cuore o della Niko, il suo sponsor, provalsero sul dolori! che da più di un mese gli martellava il ginocchio e chissà) per�chè ci raccontavano che a dolergli ora soprattutto la caviglia. Ronaldo andò in campo o quasi non giocò. Cammino sull'orba, irricoi.r.cibile. Dopo dui! giorni lo vedemmo scen�derò dall'aereo che riportava a casa il Brasile sconfitto e lui, il fulmine dogli stadi, impiegò un tempo infinilo a porcorrere quei pochi scalini Maialo, tristo, deluso. Da allora ab�biamo visto soltanto i lampi e i bagliori sparsi di un Fenomeno che, a 24 anni scarsi, già lotta con il proprio fisico bevuto acerbo e forse, conio suggerisce un modico brasilia�no, irrobustito troppo in frolla por sopportare lo botto continue e le sollecitazioni di un calcio cos�pove�ro, cho quando incontra il talento limpido lo spremo come un tubotto di donlifricio. A Ronaldo si è chiesto tutto in cambio dei miliardi che l'hanno allontanato dalla povertà di Mento Riboiro, periferia doll'immonsa Rio do Janeiro, dov'è nato il 22 sotlembre dol '76. Campione del mondo a 17 anni, por quanto non abbia giocato un solo minuto nel Brasile cho vinse sull'Italia di Sac�chi. E subilo un buon contratto a liindhoven, cupa e grigia, dove non si muove foglia che la Philips non voglia. Quindi la vita di Barcellona, oro e carbone, quindi l'Inter. Il 25 luglio del '97 quando planò in via Durini, dove lo attendevano cinquecento tifosi, Moratti e gli gnoc�chi tricolori cucinati dai cuochi del presidente, ora già il calciatore più famoso e più ricco del mondo: nes�sun club aveva mai pagato 56 miliar�di per un giocatore nòlo stipendiava con 6 miliardi all'anno e per dieci anni, che adesso, mentre lui sta in letto d'ospedale, con il ginocchio martoriato, sembrano un traguardo irraggiungibile. La definirono una follia. Moratti rispose che era un investimento. Chissà chi ha avuto ragione. Ronaldo ha stimolato fanta�sie antiche, di un calcio che non si può inscatolare. Folgorante, istinti�vo, gioioso. Pochi mesi in Italia bastarono a fame un «cult»; la Ronaldomania è qualcosa con cui tutti abbiamo fatto i conti. Il giomo prima della finale di Parigi provammo a collegarci con il suo sito web (lui è un fanatico di Internet, lo cura personal�mente): due ore non bastarono, c'era più traffico che sull'Aurelia la sera di Ferragosto. Ma segnato molto, in campionati veri. Trentaquattro gol in 37 partite in Spagna, 25 in 32 nella prima stagione italiana, che si infranse contro la spallata di luliano in area di rigore, l'episodio di riferimento per una generazione di anti-juventini. «Mi vergogno perlai», disse all'ar�bitro Ceccarini. «Tutto il mondo deve conoscere quello che è succes�so». Lo squalificarono. Nel suo mo�mento di rabbia colpi soprattutto la tristezza della sua voce. Come nell'ul�timo derby di questa stagione rapida come i suoi dribbling e non altrettan�to felice: Ayala che si accartocciava quasi l'avesse colpito il pugno di Tyson e non il gomito un pò largo del brasiliano. Chi vide il gesto dubi�tò di aver sognato. «Perchè Ronaldo quelle cose non le fa». Anche per questo è un campione che non si odia né si irride. Certo, suona zuccherosa la sua storia di ventenne che ogni genitore vorrebbe per genero, nono�stante le ore passate a giocare con il computer: timorato di Dio, affettuo�so con la madre, generoso con il padre Nello, ex calciatore, che lasciò presto la famiglia e al quale lui ha comprato una pizzeria in Brasile, fedele a Suzana, l'ex fidanzata, seb�bene per Milano si rincorressero i pettegolezzi sulle notti del campione giovane e famoso. A dicembre si è sposato con Milene Domingues, con rito civile, perchè anche nella vita, come nel calcio, Ronaldo corre e il figlio era già in arrivo. Zucchero brasiliano ma che in lui non nausea. Il ragazzo dagli occhi puliti non è mai stato inquinato dal campione, ha continuato a suscitare simpatia più che invidia. Sarà per questo che l'Olimpico s'è azzittito vedendolo cadere e, ieri, il sito Internet del Milan gli dedicava la prima pagina con una foto e la dedica: «Ronaldo, campione senza maglia». Non sappia�mo quanto sia credibile il sondaggio per cui due terzi delle mamme italia�ne hanno pianto vedendo il suo dolore in tv. Di certo il suo infortunio ha smosso gli animi. Nel Paese in cui si grida «Devi morire» all'avversario in terra, tutti hanno sperato che lui non si fosse fatto male. Già , un Fenomeno. Per lui, Moratti apr�la strada ai maxicontratti «Ma sarà un investimento, non una follia» Ora persino al Milan tifano perché ritorni in campo: «E' un campione senza maglia»

Persone citate: Aurelia, Ayala, Baggio, Ceccarini, Milene Domingues, Moratti, Suzana Werner