Storace punta tutto sulle donne di Antonella Rampino

Storace punta tutto sulle donne LA «GRANDE SFILATA» DEI LEADERS DELLA DESTRA Storace punta tutto sulle donne T-shirt e carrozzelle contro l'astensionimo femminile retroscena Antonella Rampino ROMA u NA bandiera è una bandie�ra, e un inno è un inno. Non ó solo il conlrosini�slra a offrire all'elettorato quel rassicurante sentirsi parte, ogni tanto almeno, di una comu�nità. Anche qui tra quelli del Polo c'è la Hiossa illusione;, e por giunta essendo «contro», che è poi tutto quello che della politi�ca è rimasto nel cuore dol cittadino semplice. Il tinaie, per il resto, come abilmente sottoli�nea Storace, ha nella lesta essenziahnente il calcio, «cari miei, della Lazio o della Roma, basta che non voliate per la sinistra». Perché poi, questo della Lazio e della Roma, per la regione e un problema politico. Cosi, non fa grande effetto quando Berlusconi alla fine sa�lo sul podio, la libertà, la libertà dico, «sta nell'alto del nostro io, ed e come l'aria, ci si accorge che è indispensabile quando manca. Ma m che sei un vecchietto, come mai ci pensi anco�ra?». Per la prima volta dunque Berlusconi parla di Berlusconi non in terza persona, ma dialo�gando direttamente con se stes�so, dandosi del tu, tu sei un vecchietto, come mai pensi alla libertà tutti i giorni? «Perché la libertà ti manca». Corto. Ma come ha appena dotto Fini, senza schizzare macchie sulla casacca deiravversario, il pro�blema non è che «loro sono comunisti». Il problema è politi�co, è «battere le sinistre». In�somma, l'intervento di Berlu�sconi, le pignolerie sulla par condicio di cui forse è contento di essersi liberato perfino Fran�cesco Storace, che ha smesso le giacchette da schiitzen con cui moderava l'organo di vigilanza Rai, e poi quell'attacco al paese senza più libertà, dove lui, il «vecchietto Berlusconi», non si trova più a suo agio, erano surreali perfino in quella pla�tea. La platea del Polo, la platea di Berlusconi. A Roma, nella città in cui il candidato anti-Badaloni e i suoi hanno battuto palmo a palmo «i posti dove si ha vergogna a vivere», e cioè le bordato roccaforte della destra sociale, dello zoccolo duro di Alleanza Nazionale, si temeva anzitutto che, parla Storace, modera Diaconale, parla Casi�ni, modera Diaconale, parla Fini, modera Diaconale, arriva�li a Berlusconi i militanti di An arrotolassero le bandiere e gua�dagnassero l'uscita. Invece cosi non e stato. E calorosa era stala l'accoglienza, prima l'ingresso di Fini nel corridoio strategica�mente ritagliato a circondare la platea, una passerella a tutto tondo di stringimani e pigia-pi�gia, e poi subito l'incursione borlusconiana. E lui, il Silvio, bravissimo e grandissimo, la pelle dorata e distesa, un buffet�to facendo boccuccia ai pargoli del centrodestra, e tanti baci alle vecchie zie, sempre aggiu�stando in forma di rosa le labbra. E pazienza se Daniela Fini so no slava seduta in prima fila, ben concetrata su un roto�calco. «Ma ti pare? che ne dici?» assieme a Danila Fini, mamma panierata del Gianfranco, com�mentavano il numero di «Chi», i". settimanale mondadoriano che ha dedicato quattro pagine, io e Gianfranco che strana cop�pia, e foto di una cosa a metà tra Versailles e la Città proibi�ta, e che sarebbe poi la loro casa. Ma per il resto, il moderati�smo di Casini, «non distinguia�mo tra italiani ed extracomunitari, ma tra chi è per bene e chi non lo è», va bene. Va bene anche il moderatismo con ascendente squalo di Fini, «se vince Storace su Badaloni per D'Alema c'è un preavviso di sfratto», e la citazione di Gram�sci all'incontrarlo, «noi non ab�biamo l'ottimismo della volon�tà, ma quello della ragione». Va bene perché la platea non è più quella del generane romano che nella destra ha sempre fatto da contraltare ai borgata�ri (giustamente) protestatari, ma pure maneschi e spesso con la croce uncinata in tasca. No. Basta guardarsi intorno. Qui c'è la signora che «da piccola ero liberale, anche un po' radi�cale, e son qui per mio figlio, noi siamo di Forza Italia». C'è la Gabriella Carlucci in quarta fila e la Olga Villi che Berlusco�ni passa e Tei gli fa il solletico, e lui un oooh oaaaara, come di�menticandosi che lei poi va in onda in Rai per le fiction uliviste. C'è quello che sventola la bandiera con la mucca perché ha il problema delle quote latte, e la vecchina di ceto modesto che batte le mani, s'alza in piedi, canta l'inno a squarciago�la, ma poi si risiede e si rituffa a leggere, cos'è il federalismo se�condo il Polo? Ci sono soprattut�to tante donne. Tante donno perché l'astensionismo femmi�nile nel Lazio è all'BS per cento, e le storacine si sono cacciate addosso la maglietta con la scritta «Donna intelligente per Storace presidente» e via sullo carrozzelle tipiche di Roma, su e giù per la città. Badaloni basito non si capisce se per l'invidia. E insomma, loro ci contano, se le donne volano, forse Storace ce la fa. Chissà. Il candidato in campo contro Piero Badaloni ha battuto palmo a palmo le sue roccaforti delle borgate Per il nuovo look via le giacchette alla scnùtzen con le quali presiedeva la Commissione di vigilanza Rai

Luoghi citati: Lazio, Roma, Versailles