Vetture usate, tanti modi per rilanciarle di Renzo Villare

Vetture usate, tanti modi per rilanciarle Vetture usate, tanti modi per rilanciarle Renzo Villare TORINO Da Autobusinoss, la grande fiora dell'usato garantito che si sta lenendo al Lingotto, ò partito un grido di dolore non solo per il tormentone burocratico di chi si avvicina all'auto di seconda ma�no, ma per la presa di coscienza da parte di chi vende che la carenza organizzativa del setto�re, che vale 27 mila miliardi all'anno, ha sinora agito da freno alla sua evoluzione. E' emersa però la convinzione che, se corret�tamente gestito, il settore può offrire buone opportunità a tutti. Nei dibattiti che hanno proce�duto l'apertura della rassegna al pubblico sono state analizzate queste carenze e i motivi per cui non sono mai stale superate. E si sono avanzali suggerimenli per possibili soluzioni di rilancio di una voce economica tanto importanto, tradotti, sul piano pratico, nelle mille offerte esposte, dalla suporsportiva all'utilitaria. Perchè l'attuale felice momen�to del mercato del nuovo possa continuare ha dello Alfredo Cazzola, presidente della Promo�ter, la società organizzatrice di Autobusiness occorro che quel�lo dell'usalo si risollevi dalla crisi in cui ò caduto con gli incentivi alla rottamazione. In una realtà come cpiella italiana che è preva�lentemente di sostituzione, a una maggiore vendila di auto nuove corrisponde un numero crescen�te di auto di seconda mano che devono essere pronlamenlo as�sorbite dalla domanda, altrimen�ti «il meccanismo si inceppa e anche lo sviluppo del nuovo fini�sce per risonlime». Ma perchè nel nostro Paese l'usalo è entralo in crisi? La risuosla è stata fornita da una indagine del Centro sludi Promotor che ha dimostralo come non tutta la colpa dell'attuale situa�zione vada imputata agli incenti�vi, considerato che, ad aiuti ter�minati, «l'encefalogramma del settore è rimasto praticamente piatto». Secondo il rapporto, at�tualmente sono in giacenza dai concessionari circa 400.000 vet�ture usate, per un valore vicino a 3.800 miliardi di lire, di cui il 39^0 con oltre 5 anni di età. Di queste poi il 59^i non sono catalizzate e quindi, dopo le decisioni comuni�tarie sulla benzina con piombo che sparirà dal 1 ' gennaio 2002, ben difiìcilmBnle vendibili. La situazione, che preoccupa concessionari e Case produttrici, è slata resa più difficile dal diso�rientamento ingeneralo dai dati del ministero dei Trasporti sui passaggi di proprietà. Infatti per tutto il 1999 (e vale anche per questa prima frazione del 2000), sembravano in forte crescita ri�spello al 1998, ma in realtà i dati non erano comparabili, perchè gonfiati dal crescente ricorso alle minivollure (le registrazioni tem�poranee a nome dei concessiona�ri, in attesa di rivendila al cliente finale) che l'Unrae, l'unione delle Case estere operanti in Italia, ha stimato per il '99 in 1.176.000 unità, e dal fenomeno dei «chilo�metri zero» che sarebbero stati 170.000 per un totale di 1.346.000 pezzi. La crisi dell'usato rischia, quindi, di passare da congiuntu�rale a strutturale perchè si tratta di un mercato «piccolo» e ancora arretrato rispetto a quello dei Paesi più avanzali. Primo respon�sabile è la forte tassazione che colpisco i trasferimenti di pro�prietà, come insistentemente di�chiaralo per anni da Anfia, Unrae, Federaicpa e dallo slesso Csp, ribadilo in occasione di Auto�business. In Italia si devono spen�dere da un minimo di 300.000 fino ad oltre 600.000 lire, una cifra troppo elevala in assoluto, che diventa assurda se si pensa che la spesa media calcolata dal l'Unrae per un usato è di 9 milioni, con il 350/! che ne spende meno di 5 e il 34"/o da 5 a 10. Il Csp ha concluso sostenendo che se in Italia una quota notevo�le di passaggi avviene ancora tra privato e privato, a maggior ragio�ne «per il concessionario esiste spazio per ricuperare terreno nel�l'usato e trovare cosi una fonte di reddito che può compensare il calo tendenziale della remuneralività del nuovo, anche attraver�so una più moderna oiganizzazione che preveda saloni e venditori ad hoc per tulle le marche». Al Lingotto si è parlato anche di revisioni delle auto che, a partire dal 1" gennaio 2001, si estenderà allo moto. In un conve�gno organizzato da «Interaulo News, è emerso, fra l'altro, che le officine autorizzate ad effettuare revisioni a fine '99 erano in Italia 3948, salite a 4081 a fine febbra�io, per un totale di 11.340.000 operazioni.

Persone citate: Alfredo Cazzola

Luoghi citati: Autobusinoss, Italia, Torino