Cibo, è la Natura che manipola di Fabio Galvano

Cibo, è la Natura che manipola La campagna del professor Lichtenstein per riabilitare gli alimenti transgenici: non fanno male Cibo, è la Natura che manipola La pianta «pura»? Solo un mito sciocco Fabio Galvano corrispondente da LONDRA iTlun po' come le armi, 7 dice il professor Li�chtenstein: non sono loro a uccidere, ma chi Ile usa. Per questo si getta a pie pari nella polemica che avvolge i cibi transgenici e afferma che «il pericolo non è nelle tecnologie che si usano, ma semmai nei geni che vengo�no utilizzati o modificati», ven�gano essi da un laboratorio o dalla natura. Rifiuta la demo�nizzazione degli esperimenti genetici e se la prende anzi controcorrente, e lo sa con organizzazioni come Greenpea�ce, che «fanno una guerra di propaganda sfruttando l'igno�ranza del pubblico». Il dovere dello scienziato, dice, è l'im�parzialità; e questo lo spinge a ricordare che, attraverso muti zioni nei millenni e secolari incroci agricoli, ormai il 30 per cento dei generi alimentari di quotidiano consumo sono ibri�di, cioè hanno subito trasfor�mazioni genetiche. «Eppure nessuno si sogna di metterli all'indice». Nel mondo della biologia il nome di Conrad Paul Lichten�stein è di quelli che fanno rizzare le orecchie: 46 anni, sudafricano di nascita e ingle�se d'adozione, studi a Cambrid�ge e per lunghi anni ricercato�re prima a Seattle e poi all'Im�periai College di Londra, è professore di biologia molecoare al Queen MSry aiid Westfield College dell'Università di Londra, dove ha svolto e svolge importanti esperimenti di ingegneria genetica che lo hanno portato a scoprire per esempio come già esistessero nel tabacco sequenze di Dna simili a quelle che cercava di inserire. «Quelli fra noi che fumano sottolinea a sostegno della sua tesi aspirano i prodotti della combustione di un evento transgenico natura�le in cui, milioni di anni fa, da qualche parte nelle Ande, Dna estraneo penetrò in una pianta di tabacco». Anche in natura, insomma, non ci sono soltanto le mutazioni di una trasmissio�ne genetica verticale fra una generazione e l'altra, secondo i principi dell'evoluzione darwiniana: «C'è anche una trasmissione orizzontale, una sorta di contaminazione fra specie, in ossequio a Mendel». Gli piace, a questo proposi�to, un parallelo con la lingua che parliamo, qualunque essa sia. Attraverso i secoli ha subi�to mutazioni verticali, nella trasmissione verticale dall'in�glese di Shakespeare a quello moderno, o dall'italiano di Dante a quello di Manzoni al nostro. Ma ha anche assimila�to orizzontalmente -parole straniere: il francese, per esempio, che i Normanni porta�rono in Inghilterra, o l'inglese che in questi ultimi decenni viene assimilato un po' da tutti, dall'italiano e, nonostan�te la forte resistenza accademi�ca, anche dal francese. «E nessuno sottolinea si sogna di dire che quelle lingue sono state snaturate. Semplicemen�te sono cambiate, acquisendo ciò che le altre potevano offri�re. Lo splendido esperanto, invece, resta lettera morta». Lo stesso accade con le piante: attraverso le mutazio�ni genetiche esse si rafforzano. Ma se quella mutazione non porta un vantaggio seletti�vo, la nuova creatura non sopravvive. Come l'esperanto, appunto. Uno dei timori di fronte ai cibi transgenici è che essi possano «uscire dalla gab�bia» ^corrompere la natura. Un pericolo inesistente, secon�do Lichtenstein; perché in un ambiente naturale le nuove caratteristiche non sarebbero di alcuna utilità alla specie (per esempio a che cosa servi�rebbe la resistenza ai pesticidi se non ci sono pesticidi cui resistere?) e scomparirebbero. Certo, ammette, «in natura non è probabile un ibrido fra una pianta di mais e una quercia, e tantomeno con l'in�tervento del gene di un pesce». In natura gli incroci fra specie distanti non avvengono, in laboratorio si. E per questo «occorre, di fronte agli esperi�menti in corso, esaminare con attenzione tutte le possibili mutazioni che essi comporta�no: non basta ridurre tutto allo scherzo dicendo che in quel modo nella pizza ci sono già le acciughe». Si è rotto il vaso di Pandora della geneti�ca, dice Lichtenstein: si può filosofeggiare all'infinito, ma l'importante è valutare le con�seguenze ecologiche dei singo�li esperimenti. «Perché, in fondo, anche la cottura del pane e la fermenta�zione del vino sono biotecnolo�gia; soltanto che quando è stata cotta la irima pagnotta e Noè ha preso a prima sbronza si constatavano i risultati ma non si conoscevano i meccani�smi. Quello che si conquista con la tecnologia del Dna è una massima precisione, un intervento di tipo chirurgico in ambito genetico. Si sono trova�te nuove frontiere: come quan�do l'uomo apprese che, anzi�ché camminare, può far cam�minare il cavallo che monta». C'è in natura un microbo, l'agrobacterium tumefaciens, che è un ingegnere genetico d'eccezione. Infetta le cellule ferite della pianta, che ne acquisiscono il Dna e lo espri�mono attraverso cellule pro�prie che producono determina�te proteine: ormoni che provo�cano un tumore e altre sostan�ze che il batterio stesso usa come nutrimento. E' una for�ma di fermentazione; ma dalla metà degli Anni '80 si è scoper�to che si può rimuovere il tumore e conservare la funzio�ne del gene. Ecco l'uomo che, anziché camminare, fa cammi�nare il cavallo. Cose delle quali avere pau�ra? Il professor Lichtenstein sostiene di no: «Non più di quanto i nostri antenati potes�sero temere gli ibridi dell'agri�coltura pre-DNA: quanti san�no, per esempio, che il grano con cui facciamo il pane non è più, da decenni, puro grano, ma contiene alcuni elementi genetici della segala, introdot�ta con innesti per migliorarne la resistenza?» L'attuale clima e fa una smorfia mentre lo dice è contrario al lavoro dello scienziato in quel cam�po; ma questo è essenzialmen�te perché il pubblico ha una ucarsa conoscenza scientifica e in particolare della biologia, «Tutto cambia: la società, la cultura, la lingua, le specie, ma preferiamo essere romanti�ci sentimentali e lamentiamo quei cambiamenti». Le specie sono come le lingue, nel corso dei secoli cambiano, assimilano parole straniere: . eppure nessuno si sogna di sostenere che siano snaturate In basso, a centro pagina, Paul Lichtenstein, professore di biologia molecolare: «Anche la cottura del pane e la fermentazione del vino sono biotecnologie, ma nessuno fa crociate per condannarle»

Persone citate: Conrad Paul Lichten, Lichtenstein, Manzoni, Mendel, Noè, Paul Lichtenstein, Shakespeare

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Seattle