Haider show nel cuore dell'Europa di Francesco Manacorda

Haider show nel cuore dell'Europa Haider show nel cuore dell'Europa Mentre Klestil è contestato all'Europarlamento Francesco Manacorda corrispondente da BRUXELLES «Se la politica europea continue�rà ad andare in questo modo non avrò nemmeno bisogno di fare campagna elettorale, la gente vo�terà in massa per me*. Eccolo Joerg Haider nella tana del lupo europeo. In Austria ha appena dichiarato a un settimanale che la sua candidatura alla Cancelle�ria di Vienna è possibile e adesso siede a Bruxelles nel cuore di quell'Europa comunitaria che lo vede come un germe mortale e attacca le sanzioni dei partner, attacca «l'Europa che ha fatto un profondo errore» boicottando il governo a cui partecipa il suo Fpoe, e minaccia a mezza bocca rappresaglie. Cinquecento chilometri più a Sud, al Parlamento europeo di Strasburgo, è un'altra faccia del�l'Austria quella che va in scena: il presidente della Repubblica Tho�mas Klestil si rivolge all'assem�blea dei Quindici per assicurare che «non c'è alcuna indicazione che l'Austria si stia allontanando dalla strada della democrazia» e per chiedere «il vostro aiuto nel trovare una via d'uscita da que�sta situazione, non solo nell'inte�resse del mio Paese ma anche nell'interesse dell'Unione euro�pea». Ma è un appello che trova un'accoglienza tiepida: alcuni de�putati verdi, socialisti e di estre�ma sinistra lo accolgono con cartelli di protesta fuori dall'aula e si alzano appena incomincia a parlare, e la stessa presidente del Parlamento, la francese Nicole Fontaine, ricorda come l'ostilità della sua assemblea verso il go�verno di Vienna sia giustificata dalla «memoria storica» e dalla partecipazione di un partito xeno�fobo a quell'esecutivo. Haider aniva a Bruxelles ieri mattina per partecipare in quali�tà di presidente della Carinzia alla sessione plenaria del Comita�to delle Regioni, un oscuro organi�smo comunitario che scherza lui «non aveva mai suscitato tanto interesse». I socialisti che siedono nel Comitato delle regio�ni chiedono le sue dimissioni immediate «perché la sua presen�za danneggia l'immagine della nostra giovane istituzione euro�pea», ma lui a dimettersi e sgom�brare questo insperato palcosce�nico non ci pensa proprio: «Sono stato eletto e la proposta è stata fatta dal ministro degli Esteri tedesco Joska Fischer», dice. Nella sede bruxellese del Parla�mento europeo, circondato dalle camionette della polizia e dai cavalli di frisia messi gentilmen�te a disposizione dal governo belga il più acceso in Europa nel contestarlo Haider sfoggia il suo sorriso di sempre, incurante delle contestazioni. Abbronzato, senza cravatta ma con un maglione e un giubbotto scuri, fende il muro di telecamere, si siede in aula e non si scompone quando i sociali�sti escono appena prende la paro�la e nemmeno quando il comunista bretone Marc Belle, figlio di una deportata politica a Ravensbruk, gli sbatte sotto il naso la copertina del fumetto «Maus» di Art Speigelmann, dove troneggia una svastica e gli urla: «Che cosa mi dice di questo signor Haider? Che cosa mi dice del Terzo Reich?». Non dice proprio nulla Hai�der: quello che gli interessa oggi non è ripetere le sue affermazioni sui soldati delle SS che avevano fatto solo il proprio dovere, ma attaccare frontalmente le sanzio�ni messe in atto dai quattordici partner comunitari: «Non possia�mo accettare la reazione dei quat�tordici Stati membri contro l'Au�stria perché il nostro popolo ha scelto democraticamente il suo governo: siamo una democrazia e non si vede perché altri Paesi debbano trattarci come una colo�nia subordinata», spiega in un'af�follatissima conferenza stampa. E se le sanzioni non finiranno, se la Francia non la smetterà di comportarsi «come una potenza coloniale» dice il governatore della Carinzia l'Austria potreb�be cominciare a gettare sabbia negli ingranaggi comunitari: «Va�luterò se siamo pronti a fare il nostro dovere finanziario verso un'Europa che non lo fa». Poi avverte che da giugno, quando la presidenza di turno dell'Ue passe�rà alla Francia, potrebbero esser�ci problemi in più perchè tra i Quindici «non ci saranno risultati se tutti non collaborano». Con il suo futuro personale flirta: «Sono governatore della Carinzia e mi piace molto quello che faccio», dice, anche se subito dopo parla delle elezioni che vincerebbe sen�za problemi. Ma la conferenza stampa finisce all'improvviso. Belle, con il suo libro con la svastica in mano, irrompe nella sala, toma a urlare domande, Haider sparisce da una porta laterale. Passera la notte a Bruxel�les «dove ho studiato e che cono�sco bene», per niente turbato dall'ostilità del governo belga. li leader populista austriaco a Bruxelles al vertice delle Regioni «114 si stanno comportando con noi da potenza coloniale» Striscioni di protesta anti-Haider di fronte all'ambasciata austriaca di Bruxelles A destra II leader ultranazionalista