Biasolti, l'unica barba che piace a Berlusconi di Gigi Padovani

Biasolti, l'unica barba che piace a Berlusconi IL CANDIDATO DEL POLO IN LIGURIA «SONO UN INDIPENDENTE. Biasolti, l'unica barba che piace a Berlusconi personaggio Gigi Padovani Inviato a GENOVA aUANDO portarono a Berlu�sconi la sua fotografia, sulle prime fece una smorfia: «Non va bene, ha la barba». Poi, in ottobre ci fu l'incontro decisivo in via Dell'Anima, nella casa romana del leader di Forza Italia. Doveva essere un colloquio di 10 minuti, tra le 22,30 e le 22,40. Invece durò fino a mezzanotte. «Ci siamo capiti subito, con il Cavaliere, da impren�ditori parliamo lo stesso linguag�gio. Superai il primo esame». San�dro Biasott�ora sorride, nella sua sede elettorale di piazza Dante, nel centro d�Genova, quando ricorda quell'investitura di sei mesi fa. La proposta di sfidare la sinistm in Liguria gli venne da Alfredo Biondi fini la accettò d'istinto, come ha sempre fatto. Non si è tagliato la barba, anzi la cura con civetteria e l'ha sbattuta in faccia ai liguri fin da gennaio su grandi cartelloni tre metri per sei, con un bel sorriso alla Andrea Giordana dei tempi miglio�ri e uno slogan accattivante per una città sfiancata da anni d�crisi economica e di pianti contro Roma: «La voglia d�cambiare». Aiutato da uno staff professiona�le della milanese «Ad hoc communication», l'agenzia di Zambeletti che già portò alia vittoria Albertini a Milano e Guazzaloca a Bologna, Biasotti in questi mesi ha fatto tanta strada: sia reale (centinaia di incontri giorno dopo giorno, per farsi conoscere) sia metaforica (nei sondaggi). Partito diversi punti al d�sotto del presidente uscente Giancarlo Mori, che jjuida il centro�sinistra, le ultime rilevazioni pri�ma della «par condicio» lo davano in testa di due punti. Ora ai suoi collaboratori chiede di non dargli più i sondaggi Datamedìa per il Polo: «Non ci credo». E aggiunge: «Hanno proprio paura, hanno fatto venire qui D'Alema per la seconda volta in dieci giorni... Guardi, se vinco io è un miracolo. Ho cambia�to già due mestieri, prima avevo una ditta di trasporti ereditata da mio padre, l'ho portata ai vertici grazie ai container e poi l'ho vendu�ta al mio concorrente. Quindi ho preso un gruppo d�concessionarie Mercedes e Jaguar e ora fatturo 200 miliardi l'anno. Adesso posso cambiare vita per la terza volta, fare il presidente della Regione. Beh, avevo anche l'offerta di guida�re la Sampdorìa, ma mi piace d�più questa sfida... Se vengo eletto, do�vrò lavorare duro 5 anni. Di sicuro, andrò a star peggio d�adesso. Non ho bisogno di poltrone. Perciò se x;rdo, pazienza. Vado a Malpensa, unedl 17, e mi imbarco sul primo volo per una bella vacanza con mìa moghe». Nell'atrio del «Biasotti point», « tra lettere indirizzate agli ex allievi dei Salesiani (dove ha studiato ra�gioneria, a Varazze), pacchi di vo�lantini e «badge» con la sua barba telegenica, c'è un cartello: «Meno 4 giorni al 16 aprile». E lui, con uno staff d�dieci persone tutto suo, ci dà dentro. Sono giornate massa�cranti, che affronta con lo sprint del lottatore. Nonostante i 51 anni (ben portati), è nonno già due volte e ha messo tutta la sua famiglia allargata nei dépliant elettorali: la moglie Margherita, le fighe Elìsabetta, Francesca, il fighe Paolo e i due nipotini. Biasotti lotta, ma sempre col sorriso sulle labbra, riuscendo anzi a far saltare i nervi più di una volta a Mori. Con gli altri due candidati, non c'è partita: sono il radicale Mario Tarantino, un signore dai capelli bianchi con il farfallino, e Irene Menghìnì, Parti�to Umanista, una bella studentessa bruna ex giocatrice di pallavolo. Nei duelli con l'avversario, Bia�sotti ama parole come «buon sen�so», «pragmatico», invece di invoca�re i finanziamenti usa il genovese «palanche», dà del «burocrate» a Mori. Il presidente uscente, un popolare (ex De moroteo, scapolo,' da sempre in politica e con una solida esperienza amministratival conosce tutti i meandri del gratta�cielo della Regione, usa termini come «concertazione», «legge Bassanini», cita la difesa delle spiagge e dei posti d�lavoro alla Piaggio e all'Ansaldo. E accusa: «Lei cerca di i^ sopperire alla sostanza con l'imma�gine», oppure invoca il «cursus honorum romano per arrivare alla cariche pubbliche». Lui replica: «Mi annoia». Due mondi diversi, che duellano fino all'ultimo voto per conquistarsi i favori di una regione decisiva negli equilìbri polì�tici nazionali. E pazienza se adesso è scoppiata anche la grana delle firme alla lista del Cdu : un magistrato ha scoperto che ci sono fotocopie invece degli originah. Ci sono due indagati. For�se i voti per il partito di Buttigliene potrebbero non essere validi. «Ah sì? Vorrà dire che dovrò vìncere con uno scarto superiore all'uno e mezzo, due per cento che rappre�sentano qui in Liguria. Io con i partiti non c'entro, sono un indipen�dente, le firme per il mio listino sono tutte buone». Qualcuno dice che a portarlo alla polìtica fu una famosa cena d�qualche anno fa con Gianfranco Fini. Lui però smentìsce: «Non sono di An e neanche di Forza Italia. Sono Sandro Biasotti». Si vanta di non oc�cuparsi di politica. Prima di un incon�tro organizzalo da Forza Italia sulla sicurezza, con il presidente del Co�mitato parlamenta�re d�controllo sui servizi segreti. Franco Frattini, scendendo dalla Lancia Kappa (non usa più le Merce�des ed ha tolto il suo nome dalle pubblicità della concessionaria per non mescolare la dilla con la cam�pagna elettorale), i suoi collaborato�ri hanno dovuto spiegargli che quel Frattini «chi?» è uno dei possibili ministri di un governo Berlusconi. Biasotti va avanti, e paga. Marted�sera tutti al cinema gratis per l'anteprima d�Madonna, offre Bia�sottì. Domani sera festa al Teatro Verdi ma «senza tanto 'sciato', cioè senza sprecare» -, con Gabriel�la Carlucri Biasotti, quanto spen�de? QuLloino dice due miliardi... «Ma no, il mìo budget è 630 milioni, dei mìei. In più a sono |jli sconti sulle automobUi...». Scusi? «Sì, sa come sono i genovesi, un amico mi ha appena detto: "Ti voto, però voglio una Classe C con lo sconto". Così, ci rimetto due volte. Almeno potrò dire che le ho provate tutte, comunque vada il 17 aprile». ne Sandro Blasoni, candidato del centrodestra, che domenica sfiderà il presidente uscente Giancarlo Mori, del centrosinistra