Africa e Aids, per chi suona la campana

Africa e Aids, per chi suona la campana L'Hiv è un disastro per tutti ed ha a che fere con il nostro intero modo di essere Africa e Aids, per chi suona la campana Nadine gwdlmgr T"! 5 incoraggiante che il IH progetto sia perseguito 1 J con la collaborazione fra i ricercatori degli Stati Uni�ti, del Sud Africa, del Kenya e dell'Università di Oxford, e che la filosofia dell'iniziativa sia quella del «social venture capi�tal». Ossia il vac�cino, quando sa�rà messo a pun�to, verrà distribu�ito nei paesi in via di sviluppo «a un prezzo ra�gionevole». In questo contesto va salutata come estremamente importante an�che l'Alleanza intemazionale contro l'Hiv-Aids in Africa. La questione del prezzo è vitale per quanto concerne i possibili palliativi per arresta�re la malattia e alleviare i sintomi. È un altro esempio significativo dell'abisso tra il mondo dei ricchi e ouello dei poveri: è possibile alleviare le sofferenze causate dall'Aids, e prolungare le vite, solo per chi può permettersi di affrontare costosi trattamenti. Lo stesso principio si applica alla preven�zione. Ovunque, in Africa, le decisioni umanitarie e morali sono un dilemma comune, e il denaro il fattore decisivo. A livello di responsabilità internazionale e globale, la som�ma totale di cui l'Africa ha bisogno per la prevenzione al�l'Aids si aggira intorno ai 2 miliardi e 300 milioni di dolla�ri. E l'Africa riceve attualmen�te solo 165 milioni di dollari l'anno dalla comunità mondia�le. Ma anche altre questioni che dipendono dalla comunità mondiale sono diventate rile�vanti: ad esempio l'alleggeri�mento del debito per i paesi in via di sviluppo. Il direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto l'anno scorso che la riduzione del debito dovrebbe essere rivista alla luce delle risorse di cui hanno bisogno i governi con un grosso debito per contrastare l'Hiv. Il ruolo dei governi nel finanziamento è un altro esem3ÌO. Quali sono i paesi in cui il audget per la difesa non ecce�de di gran lunga quello per la salute pubblica e la lotta all'Ai�ds? Ciò che l'Hiv e l'Aids significano rispetto alle possi�bilità del governo è stato rive�lato in Sud Africa dal ministro dell'amministrazione pubbli�ca nel febbraio scorso. Il servi?.io pubblico è il maggiore datore di lavoro nel paese e la struttura governativa è fonda�mentale. Nel 1999, uno suda�fricano su otto era sieropositi�vo. Si stima che, su un milione di impiegati nel settore pubbli�co, 270 mila saranno infettati entro il 2004. E questa crisi incombente è tangibile ovun�que, nel continente africano. Se nei paesi sviluppati il bud�get per la difesa continuerà a lasciare la lotta all'Aids come una voce marginale, tutto ciò che ci troveremo a difendere sarà uno sterminato cimitero. L'Aids non è soltanto una catastrofe per la salute, una sfida per la scienza medica. Si mescola socialmente con le con�dizioni di vita da cui si genera, proprio come una piaga medie�vale. Sebbene l'Aids non rispetti classi e caste, condizioni di povertà, ignoranza e supersti�zione (è una malattia dell'uomo bianco e dell'uomo nero) la maggior parte delle vittime so�no tra i poveri. Nel lavoro di prevenzione dobbiamo accettare l'idea che la promiscuità è difficile da condannare quando il sesso è la sola soddisfazione possibile ed economica per parsone che vi�vono abitualmente sulla stra�da. Su un altro livello sociocul�turale, il sesso occasionale pro�spera tra le giovani generazio�ni, che sono materialmente pri�vilegiate, e che la società ha mancato di dotare dei reali valori connessi alla sessualità umana, alla consapevolezza che la soddisfazione presuppo�ne il contatto con un altra per�sonalità, che l'atto sessuale non è quella mera funzione corporale a cui alcune campa�gne sembrano volerlo ridurre. Ci sono dei particolari, alcu�ni importanti, connessi a qualsi�asi campagna contro l'Hiv e l'Aids, se si vuole riuscire a modificare i comportamenti sessuali. Si scoprirà una cura, ci sarà un vaccino... E dopo? Come restaureremo la qualità delle relazioni umane che ab�biamo svalutato, sfigurato, ri�dotto a fonte di malattie morta�li? La libera distribuzione di preservativi non può essere la soluzione. Né lo è, di per sé, un'educazione sessuale ristret�ta a diagrammi anatomici e ad allarmistiche lezioni nelle scuo�le. Va ristabilito l'intero univer�so di significati delle relazioni personali e sessuali. Questo è il senso della salute sociale, al d�là dei vaccini e della sopravvi�venza. L'interesse personale non de�ve essere tenuto in jpoco conto. Dunque, per il mondo sviluppa�to, viene una parola pragmati�ca dal continente africano feri�to: non chiedere per chi suona la campana degli scambi com�merciali e per chi i dati sul computer fanno scattare l'allar�me. La campana è per l'Europa, per gli Stati Uniti, anche per quei paesi dove le vittime del�l'Aids sono ancora poche. Quel�la campana suona per te, global�mente. L'Hiv-Aids è un disastro per tutti. E ha qualcosa a che fare, inoltre, con il nostro intero modo di essere. Ci mette a confronto con questioni a cui bisogna rispondere storicamen�te. Che cosa abbiamo fatto con il mondo, da un punto di vista politico? Che cosa stiamo facen�do del mondo? Che cosa inten�diamo per sviluppo? Ad alcuni ugandesi, che erano stati a un incontro informativo sull'Aids, è stato chiesto che cosa ne avessero tratto. Uno ha detto: «Non uscire con ragazze qua�lunque». Un altro: «Stai con un solo partner». Una anziana ha aggiunto: «L'Aids è venuto a infestare un mondo che ritene�va incompleto. Alcuni voleva�no i bambini, altri volevano i soldi, altri ancora il possesso. E tutto ciò che abbiamo ottenuto, alla fine, è l'Aids». Forse parla�va per l'Africa. Scrittrice sudafricana, premio Nobel per la Letteratura nel 1991 Copyright The New York Times DALLA PRIMA PAGINA i ^-z 169^) delle vittime di Aids sono In Africa: è l'abisso tra II mondo dei ricchi e quello del poveri. A sinistra Nadine Gordimer

Persone citate: Nadine Gordimer