La casa è mobile

La casa è mobile Fra lusso e ascetismo, ecologia e «ben essere»: al Salone di Milano le nuove tendenze dell'abitare La casa è mobile Claudio AHarocca MILANO SEMPRE più immenso, labirintico, totale, c'è tutto e il contrario di tutto, stili antichi e moIdemissimi, comodità e ascetismi. Il Salone del Mobile però quest'anno un filo lo rive�la, una tendenza a un nuovo lusso, a una nuova mentalità che fa esplodere la casa e che si vede non solo in Fiera, dove il Salone resta aperto fino a do�menica, ma anche, se non me�glio, nelle centinaia di piccole e grandi mostre che s'inaugura�no in città, nei negozi, nelle gallerie d'arte, nelle piazze, dappertutto. Sono i fasti del design. Ormai il mobile non è soltanto un pezzo d'arredamen�to, ma un'esibizione d'indu�stria e di cultura, è il frutto di un gran circuito unico di pro�gettualità, arte e spettacolo. Non si vende soltanto un mobi�le, ma con esso uno stile di vita, una scena, un intero tea�tro dove l'unico 'protagonista sono io, l'acquirente, con la mia famiglia, i miei libri, 1 miei viaggi al computer e alla tv. Soprattutto le nuove tenden�ze balzan fuori dal grappolo di mostre parallele all'interno del�la Fiera e dalla rassegna «Esse�re/Ben essere», curata da quel curioso designer che è Alessan�dro Mendini e allestita alla Triennale fino all'11 maggio, dove i fenomeni sono un po' esasperati ma appunto per que�sto più significativi. Alla Trien�nale ci sono 26 installazioni, 26 stanze firmate da altrettan�ti architetti. La casa aspira qui a uscir fuori da se stessa, a immergersi nell'ambiente, nel�la natura, o meglio a far entra�re la natura dentro se stessa, nel proprio grembo. L'acqua, i fiori, i suoni, il vento, la terra, gli odori fanno irruzione dap�pertutto. Si cerca l'equilibrio, l'armonia, la totalità. E il be�nessere non è questione soltan�to di soldi, non è edonismo facile, ma meditabondo: basta dividere in due la paroletta, non più benessere ma ben essere, ed ecco una condizione più complessa e appagante, un relax globale ricco di massaggi mentali e fisici. C'è per esem�pio una stanza tutta dedicata a sensazioni estetiche: una sorta d'altare colmo d'orchidee, una cascatella d'acqua alla parete, una dormeuse: profumi, suoni, colori, tutto è tenero, idilliaco, materno. Ogni luogo ha una sua idea. Il bagno si trasfigura, diventa Water room, stanza dell'ac�qua, o Water dream, sogno d'acqua, dove doccia, specchi, rubinetti, lavandino e vasca hanno forme inquietanti come in certi quadri surrealisti. La via è aperta verso ogni bizzar�ria, l'importante è uscire datili stereotipi, dai metalli e dalle ceramiche dai contorni geome�trici. Oggi — spiegano — la tecnologia consente di supera�re le forme dure del razionali�smo, dello squadrato o del semplice tondo. Poi c'è la cuci�na, che subisce una metamorfo�si non da poco ritrovando l'an�tica vocazione conviviale, e comincia a dire addio ai grandi blocchi suddividendosi in pic�coli reparti autonomi, e in più gli elementi sono a giorno, pentole e piatti ora si vedono, non stanno più nascosti, cos�come tutte le macchine, gli elettrodomestici, finora confi�nati, rimossi. Ora sono perso�naggi nobilitati e autorevoli dalle belle forme colorate. Ancora. Sempre alla Trien�nale c'è una camera da letto che la dice lunga su certe aspirazioni: appare come la cella d'un monastero, con un letto che sembra una stuoia appena sollevata. Rigore, nudi�tà, ascesi. Una casa sempre più vuota di ornamenti e oggetti e sempre più «piena di bello, gioco, sensi, sentimento», co�me per Mendini è l'utopia. E un salottino giapponese è graziosissimo con la sua stanzuccia per la cerimonia del tè e i suoi parchi elementi infissi a metà parete. Non è da sottova�lutare, quest'ambiente. Tavoli e tavolini, divani e poltronci�ne, e quelli che una volta si chiamavano buffet e controbuf�fet, sono ovunque, nel Salone, sempre più orizzontali e sem�pre più bassi. «Fra un po' sarà naturale sedersi in terra, sul pavimento», dicono gli archi�tetti. Un certo sapore orienta�le, il rigore, il disadorno, tutto ciò che passa sotto il termine minimalismo, non conosce cri�si. Anzi. Mentre si accentua e s'espande, s'ingentilisce, si co�lora. E sottotraccia alle pareti scorrono i nervi, i fili dell'elet�tronica, che hanno il loro trion�fo negli innumerevoli schermi della tv, ultrapiatti a cristalli liquidi e ad alta definizione, sempre più simili a quadri incastonati o appesi lungo i muri. Nelle mostre interne alla Fiera vien fuori che la casa sarà simile a un vestito, sarà cioè sempre più portatile, es�senziale se non elementare, facilmente rinnovabile. E sarà ecologica: tantissimi sono in�fatti i nuovi materiali irrepren�sibili, fra cui un tessuto contro le interferenze elettromagneti�che, le radiofrequenze e le intercettazioni telefoniche. Si stende sui muri, può essere una tenda. E' un tessuto molto bello anche nel colore ed è di nylon placcato con rame o argento. Acqua, fiori, suoni, vento fanno irruzione entro le pareti domestiche, si cerca l'equilibrio, l'armonia, la totalità l.***^ t»»» fmifr1'A destra la «Camera d'acqua» progettata da Claudio U Viola, a sinistra un disegno di Alessandro Mendini Abitare in un ambiente attivo, affacciato sul mondo senza finestre ma con computer e monitor? Un'ipotesi d'interno avveniristico proviene da «Il credo tecnologico» progettato da Cario Colombo (nell'immagine sopra). A sinistra lampade. da sempre Indispensabili complementi d'arredo e spesso trasformate dal design in autentiche opere d'arte

Persone citate: Alessandro Mendini, Cario Colombo, Claudio U Viola, Mendini

Luoghi citati: Milano