« A Villa Gina uccisero un feto al sesto mese» di Giovanni Bianconi

« A Villa Gina uccisero un feto al sesto mese» « A Villa Gina uccisero un feto al sesto mese» Sulla clinica degli aborti l'ombra di un infanticidio Giovanni Bianconi ROMA Dal centro clinico del vecchio car�cere di Regina Coeli, dov'è ricove�rato e recluso, il dottor Ilio Spallo�ne avanza lentamente verso la sala colloqui accompagnato da un agente penitenziario. Lo aspetta uno dei suoi avvocati, Giancarlo Paris, col quale dovrà cercare di mettere a punto una linea difensi�va. Per l'accusa è lui il quarto dei fratelli Spallone che porta il nome di Lenin la «figura preminente accanto alla quale si è formato un gruppo coeso e stabile destinato alla realizzazione della finalità cri�minale», il regista dell'«associazio�ne per delinquere» che avrebbe gestito il traffico di aborti clande�stini a Villa Gina, una delle clini�che di famiglia. Adesso, nella piccola stanza di Regina Coeli, il dottor Ilio nega l'esistenza di quell'associazione e del «sodalizio»: «Non c'era alcun sistema organizzato, nessun mec�canismo precostituito. Noi abbia�mo sempre effettuato gli interven�ti nei limiti previsti dalla leg^e, al massimo in qualche caso può es�serci stato il dubbio se i termini erano scaduti o meno, ma sempre di pochi giorni». E tutte le testimo�nianze delle donne, soprattutto straniere, che l'hanno spedito in galera? «Io quei no�mi non li ricordo, dovrei guardare la documentazione». Ricorda invece. Ilio Spallone, la se�gretaria che ha da�to il via all'inchie�sta, quella Feliziana Alesse che ha raccontato come, in alcuni casi, do�po gli aborti «i pez�zi più grandi dol feto venivano bru�ciati, mentre il re�sto veniva gettato nel water 0 noi lavabo». Lui nc^a e della donna dice: «E' stata mia segretaria per tanti anni, è vero. Era una donna un po' scostante, con qualche pro�blema, molto volitiva ma un po' strana». Non arriva a ipotizzare la vendetta, come invece sospetta il fratello Mario che fu medico di Togliatti, ma ha ancora in mente l'aspro rimprovero dal quale scatu�r�1 allontanamento dalla clinica e poi la denuncia che ha dato il via all'inchiesta. Il dottor Ilio sta male, «ò debole psicologicamente e fisicamente» dice il suo avvocato, ma ha ancora la forza di non ricordare quelle trattative condotte sul filo dei milioni per praticare (jli aborti clandestini. Le testimonianze, pe�rò, sono l�ad accusarlo. Come quelL della Alesse sul caso di M.C., che interruppe la gravidan�za alla ciuindicesima settimana: «Parlò con il dottor Old in mia presenza e pattuirono la somma di lire 2.500.000. Come da prassi, su richiesta del dott. Ilio, fece un assegno intestato "me medesimo", girato e consegnato a Ilio come garanzia... La mattina del 15-9-99 La difesa: nei limitiIn alcuni caerano sda qualch si presentò alle ore 7,45 e ricordo che appena giunta il dott. Ilio le consegnò l'assegno dato in garan�zia e chiese il denaro contante, ma la donna non avendolo fu costret�ta dal dott. Ilio, peraltro con modi bruschi e poco urbani, a recarsi presso una banca per monetizzare il titolo. La donna usci dalla clini�ca e fece come indicatole, si ripre�sentò intomo alle ore ore 11.00 con il denaro contante che conse�gnò direttamente nelle mani del dott. Dio, ed ima volta consegnata la somma fu sottoposta all'inter�vento». Partita da questa e altre testi�monianze, l'incliiesta su Villa Gi�na allarga i suoi confini. Le ipotesi •di reato potrebbero arrivare fino all'infanticidio, visto che una don�na ha riferito di una sua amica fatta abortire al sesto mese di gravidanza, ma gli inquirenti spie�gano che si tratta di circostanze diiìicili da provare: «Bisognerebbe dimostrare che il feto era già for�mato, vivo e in grado di vagire». Accertamenti sono in corso anche sul personale dell'ospedale San Camillo e dei consultori che stando alle testimonianze raccolte finora indirizzavano le pazienti nella clinica degli Spallone. Da uno dei consultori coinvolti (quello di via San Godenzo, di cui ha parlato la minorenne R.V., di�cendo che li ebbe l'indicazione di ri�volgersi a Villa Gi�na), la responsabi�le Alda Martegani ribatte: «Noi consi�gliamo solo ciò che è previsto dal�la legge, e a quella ragazza spiegam�mo che non ci ri�maneva che aiu�tarla ad affrontare la gravidanza». Il direttore del�l'Agenzia della Sa�nità regionale Carlo Perucci, inve�ce, ricorda che «negli Anni '80 litigammo più volte con gli Spallo�ne per le procedure da seguire nell'esecuzione degli aborti», e anticipa: se dovesse risultare che le donne fatte abortire illegalmen�te venivano dimesse con diagnosi diverse «presenteremo una de�nuncia per falso e truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale. In ogni caso già oggi potremmo chiedere alla Giunta regionale lo scioglimento di ogni rapporto con Villa Gina». L'Ordine dei medici di Roma ha chiesto alla procura gli atti dei procedimenti contro Ilio Spallone e suo nipote Marcel�lo; per il primo la sospensione dovrebbe essere automatica, men�tre per il secondo agli arresti domiciliari bisognerà aspettare la sentenza. Anche Marcello, da casa, dice di non ricordare la storia raccontata da M.M., il prez�zo più basso da lui praticato rispetto alle pretese di Ilio e la frase: «Mio zio è un ladro». Oggi gli avvocati degli Spallone presen�teranno il ricorso al tribunale della Libertà, chiedendo la scarce�razione dei loro assistiti. interventi i di legge asi i termini scaduti he giorno La difesa: interventi nei limiti di legge In alcuni casi i termini erano scaduti da qualche giorno INTERRUZIONI CLANDESTINE 'V i casi stimati prima del 1978, anno di entrata \ In vigore della legge 194 sulla iritcrruzione volontaria di gravidanza (ivg) ICO mila nel 1983 85 mila nel 1987 SO mila nel 1994 Oltre II 70% degli aborti clandestini è praticato nell'Italia meridionale e insulare Motivi: lunghi tempi di attesa (41'fc) e paura di essere individuate (27«te) AUARIifE MINORENNI Orca 3 2096 de^i aborti clandestini è effettuato da ragazzine, ma anche da donne di età compresa fra i 30 e 40 anni di eneo medio che hanno già2o3figli li 34^0 delle donne che hanno fatto ricorso all'aborto clandestino dichiara di non conoscere per nulla la legge 194 Solo il 40*^ quando sceglie l'interruzione di gravidanza si affida a medici specialisti in ostetricia e ginecologia Villa Gina, la clinica privata romana al centro della delicata vicenda giudiziaria sugli aborti clandestini

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