Il premier e la pelle dell'orso

Il premier e la pelle dell'orso y— r—— . i — -. " DI NETANYAHU Il premier e la pelle dell'orso Li peso di tre scadenze difficili da rispettare GERUSALEMME IL massimo di ansia malcelata, una sensazione di pericolo immi�nente, la depressione che prende quando ce la metti tutta e non ce la fai lo stesso, e anche una vaga fede nei miracoli. Se fossimo in un thril�ling, sentiremmo sul sottofondo una risata proveniente dal deserto mentre vediamo Ehud Barak entra�re con un sorriso fisso sulle labbra nell'ufficio di Bill Clinton. Le cose non vanno bene: Barak da otto mesi è primo ministro dello Stato d'Israe�le e nonostante la sua micidiale determinazione a entrare nei libri di storia come il premier che donò a Israele nel 2000 la pace onnicom�prensiva, arriva invece a Washin�gton con tre problemi, uno più pesante dell'altro. E li porta a Chn�ton che a sua volta vede cos�allonta�narsi il Nobel per la Pace a corona�mento di una carriera. I guai di Barak si chiamano Libano, Siria, palestinesi. 'Non è certo una novità, tuttavia oggi le cose hanno preso un andamento più severo che nel passato, anche perché Barak stesso si è inventato il gioco di una serie d�scadenze au�toimposte, fra cui l'accordo-cornice onnicomprensivo con i palestinesi per il mese prossimo, la conclusione delle trattative a settembre, a luglio il ritiro dal Libano, la pace con la Siria per l'anno prossimo... Per ora, invece, di quest'ultima tappa non si parla proprio più, a meno che Clin�ton non abbia in tasca qualche sorpresa. I palestinesi. Barak viene a dire a Clinton che è pronto a riconoscere e persino a sostenere lo Stato che Arafat proclamerà a settembre. Vuole cedere il eO")*! della West Bank, trattabile, più Gaza. Ma quel�lo che è più importante, promette la continuità territoriale tra le città palestinesi. Promette anche le zone arabe popolate intorno a Gerusa�lemme, ma sulla capitale c'è ancora tanto da discutere. Comincia a trat�tare volenterosamente il rientro di una parte dei profughi. Vuole tutta�via tenersi una zona della West Bank dove sono concentrati gli inse�diamenti dei coloni, in modo da evitare sgomberi e un forte dissen�so intemo. Arafat però, al momen�to, seguita a chiedere, senza com�promessi, l'interao West Bank e Gerusalemme per capitale. Tutta�via, chi gli è vicino sa che non è lontanissimo dalle proposte di Ba�rak. In generale, ad Arafat non dispiace che la questione palestine�se tomi a far parlare di sé m termini infianunati, che agid di nuovo lutto il mondo arabo, mentre ci si affac�cia ai negoziati definitivi. E questo, a Barak certamente crea grandi problemi. Il Libano. Barak chiede a Clinton di aiutarlo il più possibile nello sgombero dal Libano meridionale che verrà concluso in tre giorni nel luglio prossimo. E' una legfje già votata dalla Camera, e non ci sono discussioni. Ma con un supremo paradosso, di fronte a questo gesto di buona volontà degli israeliani, i libanesi hanno detto che se gli israeliani se ne vanno, per loro non cambia nulla, anzi, che forse è meglio che restino sinché non si ritireranno in un accordo onnicom�prensivo con la Siria, Onesto perché la Siria e veniamo all'ultimo pro�blema che domina il Libano, usa {;li attacchi degli Hezboliah come una caria per trattare anche il ritiro d'Israele dal Golan. e vuole che Barak non le tolga le carte di mano anzitempo. Inoltre i siriani sanno che una volta che se ne saranno andati gli israeliani, il mondo co�mincerà a chiedersi insistenlemenle cosa ci facciano i siriani, con il Inai grande esercito e il loro appara�lo, su tulio il lerritorio libanesi. Infine. Assad con la sua richiesta di un pezzo d�spiaggia del lago d�Tiberiade, ha buttato all'aria in modo drastico una trattativa che gli consegnava gratis e per intero le bellissime allure del Golan (l'unica zona ad appartenergli dal tempo in cui fu stabilii 11 il confine intemazio�nale del 1923: la parte del lago che Assad richiede la conquistò in guer�ra nel '481, E' con questa realtà, e �sorrisi contano poco, che Barak e Clinton si sono confrontati ieri. Pare impossibile l'intesa definitiva coi palestinesi entro l'estate. Il leader Anp alza la posta I libanesi non esultano per il ritiro unilaterale Di intesa con Damasco nel 2001 non si parla più