Sconfitto lo storico che negò l'Olocausto di Fabio Galvano

Sconfitto lo storico che negò l'Olocausto Sconfitto lo storico che negò l'Olocausto Irving perde la causa con la studiosa americana Fabio Galvano corrispondente da LONDRA «Negatore dell'Olocausto, an�tisemita, razzista, legato a gruppi di estrema destra che promuovono il neonazismo». Non poteva essere più severa la bordata di infamanti giudi�zi con cui il giudice Charles Gray, del tribunale di Lon�dra, ha messo a tacere lo storico David Irving, respin�gendo la sua querela por diffamazione contro la colle�ga americana Deborah Lipstadt, che in un libro pubblicato nel 1994 gli aveva dato un'imfilicita patente di nazista per a sua difesa di Hitler e per avere sposato la tesi di un Olocausto mai esistito o perlo�meno gonfiato a dismisura. Per 32 giorni di serrato dibattito, senza avvocati, Ir�ving ha snocciolato argomen�tazioni e accuse; ma con l'unico risultato di farsi a sua volta accusare dal giudice, che per quattro settimane ha riletto le carte e ha scritto 333 pagine di motivazioni, di avere «per motivi ideologici manipolato o falsificato con persistenza, deliberatamen�te, l'evidenza storica». Non solo: «Ha rappresentato Hit�ler in una luce indebitamente favorevole, soprattutto nel suo atteggiamento e nnlle sue responsabilità verso gli ebrei». Sono stati proprio i fatti, le testimonianze, l'orrore di quelli che furono gli stermini nazisti a sconfiggerlo. «Un uomo malvagio», lo ha defini�to ieri la professoressa Lipstadt, 53 anni, cattedratica d�Studi dell'Olocausto alla Emory University di Atlanta, che nei cinque lunghi anni del confronto con Irving è stata sostenuta dalla quasi totalità degli storici e dalle organizzazioni ebraiche. Ora intende scrivere un libro sul processo; e mentre Irving medita un appello e affronta la rovina anche eco�nomica gli sarà presentalo un conto di sei miliardi per le spese legali lei è stata avvolta dall'abbraccio dei re�duci di Auschwitz che hanno seguito attentamente ogni fa�se del processo. Per lo sconfit�to, l'estrema umiliazione: un uovo che qualcuno gli ha tirato, davanti al tribunale, e che gli si è spiaccicato sui capelli. Esponente di punta del negazionismo, Irving 62 anni è considerato per que�sto fuorilegge in Australia, Canada e Germania, dove ne�gare lo sterminio degli ebrei è reato. Tanto non gli toccherà in Inghilterra dopo la sconfit�ta di ieri; ma la sentenza del giudice Gray implicitamente rende illegale anche qui, in futuro, negare l'Olocausto. Per questo il giudizio era atteso come una pietra milia�re nell'annoso dibattito stori�co su quegli anni di orrore. Le tesi di Irving, ha deciso il tribunale, non hanno fonda�mento, la studiosa americana Deborah Lipstadt gli può da�re del «pericoloso negazioni�sta» senza diffamarlo. Lo sto�rico esce umiliato dal con�fronto: non gli è stato perdo�nato di dire che nei campi di sterminio «non c'erano came�re a gas»; o di avere definito Auschwitz «una Disneyland per turisti». Una sentenza «perversa», l'ha definita Irving. Durante il processo aveva cercato di dimostrare che la Lipstadt, nel suo libro «Negare l'Olo�causto: il crescente assalto alla verità e alla memoria», non aveva alcun motivo per accusarlo di travisare statisti�che e documenti a fini ideolo�gici. Ha uetto e ripetuto di non avere mai negato l'Olo�causto, ma di avere messo in discussione il numero dei morti e il loro sterminio siste�matico; che l'uccisione di milioni di persone era logisti�camente impossibile, che nes�sun documento attribuisce a Hitler la decisione del massa�cro. «Un giudizio in mio favo�re aveva insistito non significa che l'Olocausto non c'è stato, ma che in Inghilter�ra se ne può ancora discute�re». Ma la difesa della Lipstadt è stata fiaccante. Irving, lo storico senza laurea venuto dalla gavetta e lodato dallo stesso giudice Gray come uno dei massimi storici militari e con «una conoscenza senza uguali della seconda guerra mondiale», è stato accusato di «avere prostituito la sua reputazione di storico serio nell'ossessivo tentativo di esonerare Hitler»; di avere basato il suo negazionismo sullo squalificato rapporto Leuchter che nel 1988 nega�va l'esistenza delle camere a gas. «Ci sono certezze mora�li». E sono state quelle a inchiodare Irving. Certo, ha ammesso i'. giudi�ce Gray, nel libro della Lipsta�dt c'erano anche accuse diffa�manti; ma la gravità delle accuse provate è «sufficien�te» a cancellarle. La storia non si può negare. Durissimo il giudice «E' un antisemita un razzista, legato a gruppi di estrema destra nazista» Aveva definito Auschwitz una «Disneyland per turisti», ora pagherà sei miliardi di spese \ JBA ~ mm ifwrtlTi ^ Wp w1SKb$tSBSI&& Là storica americana Deborah Lipstadt esulta davanti all'Alta Corte di Londra dopo II verdetto dei giudici

Luoghi citati: Atlanta, Australia, Canada, Germania, Inghilterra, Londra