QUINTINO SELLA

QUINTINO SELLA G discuoia QUINTINO SELLA «Ci siamo diplomate mezzo secolo fa Ragazze, troviamoci tutte a pranzo» VI saluto cari compagni e care compagne scrive Ma�ria Teresa Fabris, di Tori�no diplomati ragionieri, non�ché periti commerciali ad indi�rizzo mercantile nell'anno 1950 dell'Istituto Quintino Sella di Torino. La foto publicata è quel�la di alcuni dei diplomati di allora, e sarebbe bello poterci ritrovare nel cinquantesimo del diploma, per stare un po' insie�me e ciacolare e rivedere i compagni degli anni migliori della nostra giovinezza. L'incon�tro è stato fissato per il 4 maggio, che è un giovedì, per un pranzo allargato alle sezioni A, B e C. Certo sarà difficile rintrac�ciare tutte le compagne che sposandosi hanno cambiato co�gnome, però faremo il possibile per essere in tanti, uniti in amicizia e con un pizzico di goliardia. Ricordemo i nostri insegnan�ti: il preside prof. Gai, Mino di francese, Rinaldi e Benini di ragioneria, Banfi di chimica e laboratorio. Vanni di geografia, Costantino di economia, Leonar�di di diritto, Ruffini di lettere, e Italo, il giovane preparatore di laboratorio, corteggiato da tut�te noi per poter avere i risultati esatti delle analisi. Ricordere�mo anche i due bidelli: la severa Maddalena, e Bernardo, che ci erano vicini e prendevano parte alla nostra vita scolastica nel bene e nel male. Era appena finita la guerra, o ricordo che le finestre delle aule erano ancora col compensato (tantissimi ve�tri in città erano andati in pezzi per i bombardamenti), e piccoli vetrini al centro. Era una scuo�la seria, severa, con materie che forse oggi non si studiano più come calligrafia (c'erano i ban�chi col calamaio e l'inchiostro), e si facevano esercizi con quei pennini a punta quadra, di got co, corsivo inglese, stampatello, in nero e con le volute in rosso. All'ingresso della scuola c'era unbusto di marmo bianco di Quintino Sella, il cui volto era coperto di impronte di ros�setto rosso a forma di labbra; infatti era abitudine prima di un compito in classe o un esa�me, abbracciarlo e baciarlo in forma scaramantica. Diverti�menti pochi, si faceva casa e chiesa. Con le compagne non ci vedeva fuori dalla scuola per�chè abitavano tutte lontano e anche i filarini erano rari, di andare a ballare non se ne parlava. Al massimo andavo all'oratorio della Crocetta, (un quartiere dove abbiamo sempre abitato e dove mio padre aveva negozio in corso De Gasperi 17, adesso gestito da mio fratello e dove ho lavorato tutta la vita) e all'oratorio ho anche recitato nel teatrino: ricordo che una volta dovevo fare la statua mu�ta di Santa Agnese, ma quando si è aperto il sipario tutti si sono messi a ridere, perchè ero una santa con la tonaca il giglio in mano e gli scarponcini da mon�tagna...Eravamo giovani, sem�plici e felici, e si viveva beni' nella nostra bella Torino. Un pensiero va anche ai compagni e compagne che ci hanno lascia�to, ma li sentiamo vicini. L'appuntamento è stato fissa�to per un gran pranzo, alle 11.30 del 4 maggio 2000, al�l'agriturismo delia Cascina Due, in strada del Portone 197, al confine tra Torino e Grugliasco, praticamente di fronte al�l'ingresso del cimitero sud. Ri�cordatovi che bisogna prenota�re almeno una settimana pri�ma. Contatti: Maria Teresa Fa�bris (che scrive), 011.532.803. Giovanna Moietta 011.749.2097, Elio Cariboni, 011.615.154. Arrivederci... a cura di Renato Scagliola

Persone citate: Banfi, Benini, Elio Cariboni, Giovanna Moietta, Maria Teresa, Quintino Sella, Renato Scagliola, Rinaldi, Ruffini, Teresa Fabris

Luoghi citati: Torino