IN CONCORSO TRA MELO1 E REALTAT

IN CONCORSO TRA MELO1 E REALTAT IN CONCORSO TRA MELO1 E REALTAT In aumento i titoli dai Paesi latini La nuova vitalità dei documentari COME si conviene per un festi�val che sta crescendo di edizio�ne in edizione, «Da Sodoma ad Hollywood» ha deciso di riparti�re le sue sezioni competitive rispec�chiando i modi di espansione del nuovo cinema contemporaneo. Da un lato quindi i lungometraggi, attraverso i quali si può constatare come la tematica omosessuale stia diventando sempre più presente nel cinema concepito per essere visto nelle sale e noi canali televisi�vi, collocando nel passato la censu�ra preventiva che spesso colpiva questi film. Poi i cortometraggi, con tutte le valenze di laboratori che il cinema corto ha assunto da una decina di anni a questa parte. Infine i documentari, genere che fino a qualche anno fa sembrava superalo a vantaggio dei reportagos televisivi e che sta invece vivendo una seconda giovinezza basata su duo fattori; a livello di contenuto, la rinnovala capacità del cinema di raccontare ciò che la televisione non è in grado di analiz�zare; a livello produttivo (e non sombri un paradosso) perché il nuovo documentario ha trovalo nelle roti tivù (soprattutto noi cana�li telematici) un acquirente allen�to e un produttore intelligente. Giovanni Minorba e la sua équi�pe, come di consueto, hanno esplo�ralo in lungo e in largo la produzio�ne mondiale, traendone un buon numero di titoli stimolanti. Nella sezione dei lungometraggi, il più accattivante è certamente «Der Einstein des Sex», l'ultimo film del regista tedesco Rosa von Praunheim già più volte presente nella programmazione del festival tori�nese. Si racconta in modo visiona�rio e con ricchezza di pregevolezze visivo la storia del dottor Magnus Hirschfeld, protagonista del dibat�tilo politico e culturale nella Borii�no dogli anni precedenti all'avven�to do nazismo. Hirschfeld, attra�verso un istituto scientifico da lui creato, si battè contro una legge che proibiva le relazioni omoses�suali tra gli uomini. La sua baltaglia venne esplicitamente attacca�la nel primo programma di gover�no dei nazisti; secondo Hitler, in�fatti, la decadenza della Germania era collegala a correnti di pensiero di questo tipo, e il Terzo Reich doveva far piazza pulita di ogni concessione al pluralismo sessua�le, pena la corruzione della razza ariana. Se a questo si aggiunge che Hirschfeld era ebreo, si può ben immaginare quali fossero i suoi rapporti con il nazismo; e infatti fugg�in esilio a Nizza, dove mor�qualche anno dopo. Rosa von Praunheim ricostruisce in modo creativo il clima di quell'epoca: come sempre, nel suo cinema non bisogna cercare lo scrupolo filologi�co ma piuttosto l'evocazione delle idee e delle situazioni attraverso un'estrema ricerca formalo che usa il kitsch come scelta stilistica. Sempre dalla Germania arriva «Nessun dorma», curiosa commi�stione tra opera lirica e thriller firmata da Jochen Hick e ambien�tata a San Francisco, dove si sta lavorando a un nuovo allestimen�to della Turandot mentre un serial killer sta uccidendo ad uno ad uno i sieropositivi cronici. E' invece di produzione francese «Legons de lénèbres», diretto da Vincent Dieutre, viaggio attraverso tre differen�ti situazioni tra Olanda, Francia e Italia, esempio di film pensato già in partenza come prodotto euro�peo destinato alla distribuzione nelle sale e capace di utilizzare in ogni paese interessalo un cast tec�nico di un certo peso (per l'Italia, ad esempio, il grande caratterista e doppiatore Antonio luorio). Gli altri film in concorso arrivano dalla Spagna, dagli Slati Uniti, dal Perù e dalle Filippine e appartengo�no a generi diversi, con una corta prevalenza per il melodramma; diretta conseguenza della crescen�te presenza di film òmossessual�prodotti nei paesi di lingua e di cultura latina (e anche questo è un bel sintomo di cambiamento, sul piano dei costumi). Per quanto riguarda il concorso dei documentari (che saranno pre�miati con il contributo della relè Pianòle, canale tematico dedicalo proprio a questo genere), si segna�lano i vari film. Uno di questi, Paragraph 175 (di Rob Epstein e Jeffry Friedman), fa riferimento proprio a quel comma dell'ordina�mento nazista che metteva fuori legge gli omosessuali che ritroviamo nel già citalo film di Rosa von Praunheim; i due registi racconta�no la storia di cinque omosessuali perseguitati dal regime dalla presa del potere di Hitler sino al termine della guerra. Altri due registi (Marlyn Bedogne e Brent Scarpo) rac�contano invece persecuzioni con�temporanee: il loro «Joumey lo a Hate Free Millenium è interamen�te dedicalo ai numerosi omicidi di ragazzi gay che avvengono negli Stati Uniti. Lo spunto di partenza è legato a uno dei fatti più orribili: la storia di Matthew Shepard, adesca�to in un bar e poi ucciso dopo essere stalo legalo a uno steccato. Si parla sempre di attualità in «Aposlies of a Civilized Vice» di Zackie Achmat; nel Sud Africa dove è stalo abbattuto l'apartheid razziale vige ancora quello sessua�le, come mostra l'inchiesta che è alla base del documento. Anche per quanto riguarda il concorso cortometraggi, la tenden�za più evidente è la grande parteci�pazione di film che arrivano da Paesi di cultura latina. Tra questi andranno ricordati lo spagnolo «Back Room» di Guillem Morales, che ha alle spalle un buon bottino di riconoscimenti ottenuti in pre�stigiosi festival internazionali, e il brasiliano «Dama do noite» di Ma�rio Diamante, una parabola sui problemi che affliggono la comuni�tà omosessuale in questo squarcio di inizio millennio. Il linguaggio dei ..ortometraggi, più conciso e piìi legato allo scopo di catturare con qualsiasi espediente l'attenzio�ne dello spettatore anche per un breve periodo, è particolarmente adatto a trattare gli argomenti che presuppongono una militanza da parte ilei regista. Per questo, tradi�zionalmente, i corti sono uno dei piatti forti di un festival che col passare degli anni ha saputo coniu�gare passione civile e amore per il cinema. Stefano Della Casa •1 desini. inquadratura di-•After Slaneirall» diJohn Scagliotli, iti n mei irso nella sezione doruinenlari