Sandro Veronesi: come la vita può essere sconvolta da un taxista

Sandro Veronesi: come la vita può essere sconvolta da un taxista Sandro Veronesi: come la vita può essere sconvolta da un taxista APRO il romanzo di San�dro Veronesi e subilo mi trovo preso da una lettu�ra appagante e, il che non guasta, divorlente. A pri�ma vista, un risultato di spic�co nella corrente narrativa italiana. Della «Forza del pas�salo» mi piace la lingua che è colloquiale e gergale senza essere sbracata, la fluidità dei dialoghi e delle sequenze intro�spettive, la padronanza del monologo interiore, lo snodo oliatissimo dei flash-back, il ritmo scapicollante... Mi piace la storia di un tranquillo qua�rantenne che viene risucchia�to lui che rimpiange pasolinianamente le tracce di una cultura perduta in un passa�to imprevedibile e truce. Attra�verso l'incontro con un mes�saggero vagamente surreale, anche se connotalo da una solida, massiccia concretezza. Gianni Orzan è uno scritto�re di libri per ragazzi, lo conosciamo mentre sta ritiran�do un consistente premio lette�rario. Ma passa immediata�mente l'assegno a una donna che ha il figlio in coma irrever�sibile e lolla perché non venga staccato dal costoso respirato�re automatico. Sapremo che il nostro eroe ha una moglie adorabile e un figlioletto che accudisce con incantata lenerezza, spiandone ogni mossa, gli inde�cisi lineamenti, «co�si lievi e tempora�nei» (un punto d�forza del romanzo è proprio l'incon�sueta, delicata rap�presentazione di una famiglia normale, dei suoi vincoli affettuosi e tenaci). Tornato a Roma, Gianni si affida incautamente a un taxi�sta abusivo, che prima lo terro�rizza perché porla una pistola alla cintola e poi perché mo�stra di conoscere gelosi detta�gli della sua vita privata. E' inutile che si scaraventi in RECEN' LorMo fuga giù dalla macchina. Il tipo dall'apparenza losca pancia rigonfia, naso pesto, il sorriso stampalo sulla faccia come un rictus non gli dà tregua. Lo tallona, gli piomba in casa, lo introduce, in pro�gressione scalare, con misura�li colpi di scena, a una sconvol�gente verità. Riguarda suo pa�dre, da poco defunto: il genera�le pluridecorato, il democri�stiano conservatore e bigotto, che il figlio ha tanto detestato da provarne, ora, rimorso. EbIONE zo do bene sostiene il tipo con voce placi�da ma perentoria il padre, suo amico e complice, è slato un agente del Kgb, addirittura un rus�so. Si era infiltralo nell'esercito italia�no al termine della guerra, in vista di una probabile resa dei conti tra list e Ovest. Per acquistare la fittizia identità non ha esitalo a uccidere. Ma la Storia è andata altrimenti e la spia è rimasta prigioniera della pace, di una finzione rinsaldala dai sopravvenuti '"gami familiari. II vecchio compagno, che appare tra l'altro depositario di molli segreti della vita italiana, lo segue con aria protettiva, e putativa, da an�gelo con le ali bruciacchiate, e la sua rivelazione diventa via via plausibile. Non soltanto acuisce l'ambivalenza di Gian�ni nei confronti dol padre (riscattato e ili nuovo colpevo�lizzato) ma scalena in lui la sindrome dell'ignoto, delle in�gannevoli parvenze che avvifuppano resistenza. Arriva a dubitare della moglie e del�l'esemplare menage familia�re, perfino della sua ipotetica, malcerta, sconnessa identità, della sua vita che amava rap�presentarsi chiara e pulita. L'investigazione di Gianni psicologica e morale s�com�pio sui fondali di una Roma, e di una società, sgangherala e caotica, con le sue frenesie e volgari incontinenze, le moStruosità edilizie, i cibi plasti�ficali, �viaggi alle Maldive, le inavvertile o esibite crudeltà, i tic passatisti e giovanilisti. Ne risultano pagine d�crepi�tante ironia e franca comicità Iche non risparmia, ad esem�pio, l'ossessione cilazionistica del protagonista nei riguar�di del cinema e, più in genera�le, gli invadenti miti d'Oltreo�ceano), li' l'anestetico che Gianni si concede per accetta�re la vischiosa palina irrazio�nale stesa sul mondo, per fare nicchia, oltre ogni debolezza e sconfitta, sui beni che gli sono prodigiosamente concessi. Tacerò onestamente del fi�nale, che del resto appare diminuito da una conclusione accomodante, da una sua, innaturale, sospensione. Trop�pi fili della storia si perdono, troppi interrogativi restano senza risposta. Come se l'auto�re fosse rimasto intimidito, spiazzalo dalla sua stessa, brillante, invenzione, K l'ap�prezzamento, convinto, ne ri�sulta un poco deluso, appan�nalo. UNO SCRITTORE DI LIBRI PER RAGAZZI VIENE A SAPERE CHE IL PADRE DA POCO DEFUNTO, GENERALE PLURIDECORATO, BIGOTTO, E' STATO UN AGENTE DEL KGB «La forza del passato», a prima vista un risultato di spicco che delude le aspettative nel finale, dove troppi fili della storia si perdono Un tranquillo quarantenne risucchiato in un mondo truce attraverso l'incontro con una figura vagamente surreale Alta profondità: Quilici rende gli onori alla corazzata Roma Piumini va alla guerra con Alessandro Magno RECENSIONE ' Lorenzo Mondo -■., Lo scrittore Sandro Veronesi. Nella foto accanto, primo da sinistra. De Lorenzo, generale come il padre del protagonista di «La forza del passato» Sandro Veronesi La forza del passato Bompiani, pp. 250. L. 27.000 ROMANZO

Persone citate: Alessandro Magno, Bigotto, De Lorenzo, Lorenzo Mondo, Quilici, Sandro Veronesi

Luoghi citati: Maldive, Roma