Atto d'accusa contro l'integralismo di Fulvia Caprara

Atto d'accusa contro l'integralismo Il regista Amos Gitai a Roma per l'uscita di «Kadosh», il film presentato a Cannes Atto d'accusa contro l'integralismo «Nelle religioni monoteiste il potere è tutto degli uomini» Fulvia Caprara ROMA Nel cuore del (|uartiero ebraico ultra�ortodosso di Gerusalemme, MeaShearìm, il regista Amos Gitai ha ambien�tato la storia di «Kadosh», un grido d'accusa forte e chiaro contro l'onda�ta di crescente integralismo religioso di cui le donne sembrano essere vittime designate: «La grande con�traddizione inerente allo religioni monoteiste osserva l'autore, a Ro�ma por l'uscita del film presentato in concorso all'ultimo Festival di Can�nes e il posto che ossi! accordano alle donne ed è anello, stranamente, uno dei loro punii in connine. Il potere religiosoèun potere esercita�to dagli uomini, nessun capo religio�so, dal crislianesinio al buddismo, è mai stato femmina ed e forse arriva�to il momento di interrogarsi su questo». Sfruttando la sua «parte femmini�le», Gitai ha scollo di raccontare la storia di due sorelle che «vivono confinate in un quartiere ermetico» e che, grazie ai loro caratteri forti, «mettono in questione la legittimità del modo di agire degli uoinini, i cjuali invece obbediscono ni coman�damenti della religione». Ed è questo il morivo per cui Pupa Gamba, esper�ia di tematiche legalo al mondo ebraico, scampata all'Olocausto, ospite del dibattilo che ha seguilo ieri mattina l'antepriiha del film, sostiene che sono proprio i maschi «obbligati a portare avanti il precot�to e angosciati dal compilo della procreazione» li; vero vittime del mondo descrìtto da Citai Messa all'indico in Israele da un quotidiano ortodosso che, giocando sul significalo di «Kadosh» («sacro»), ha titolato il pezzo sul film «In pu�ro», la pellicola vuol essere, dice l'autore, «un omaggio allo spirilo critico, essenza stessa della religione ebraica» minacciata in questa fase slorica dall'alf'ennarsi di «una sorta di religione di Sialo, con ambizioni lerriloriali. Questa religione di Stalo considera una pietra di Ilobron più sacra di una di Tel Aviv, e una buona parti; degli Israeliani laici e modeiali ritengono la cosa allarmante». Secon�do Gitai, che ha appena finito di girare «Kippum, storia in parte auto�biografica della guerra del 1973 vista da selle soldati israeliani incaricati di missioni di salvataggio in elicotte�ro, «i religiosi non devono essere a capo d�istituzioni laiche riguardanti la giustizia o la politica che devono, invoce, restare razionali e analiti�che». Al fianco dell'autore, oltre all'in�terprete principale del film YaelAbecassis che si descrive come «donna isrealiana immersa nelle contraddi�zioni», siedono il pastore valdese Maria lionafede, la fondatrice della prima casa editrici! femminista india�na, Urvashi Hulalia e Sara Hazan, operatrice culturale e insegnante in un centro educativo ebraico, sposata con un rabbino ortodosso, madre di dieci figli o decisamente critica nei confronti dell'opera di Citai: «Il film proietta un enorme senso di tristez�za e non riflette assolutamente la vita quotidiana dello donno ebreo che sono libere di avere con Dio un loro rapporto autonomo, cosi come di esprimere la propria personalità, ferino restando il punto centralo dell'ebraismo e cioè la cura della casa, della famiglia, dei figli». Ma è un fallo, insiste Gitai, dio, come si vedo nel film, la prima preghiera degli uomini, la mattina appena svegli, contenga la frase «Gra�zie Dio, per non avermi fallo nascere donna» e che il ripudio causa l'impos�sibilità di avere figli, sia una prassi avallala dai rabbini: «Capisco che, dopo 100 anni di conflitti, di guerre, di sangue, di perdile di vile umano, la gente abbia perso risorse emotive ed inlellelluali, provi paura, cerchi un'identità più costruita. Il bisogno di spiritualità, in una società sempre più dominala dal consumismo, è più che comprensibile: bisogna stare at�tenti, però, a non cadere nello trappo�le del sentimentalismo».

Persone citate: Amos Gitai, Gitai, Sara Hazan

Luoghi citati: Cannes Atto, Gerusalemme, Israele, Roma, Tel Aviv