Da dove vengono le storie

Da dove vengono le storie La sfida di Paolo Repetti e Emanuele Trevi ai giovani scrittori per «Big Torino 2000» Da dove vengono le storie Ma.uONeirotti TORINO u �per li sembra una domanda stupida: «da dove vengono le storie?». Dall'espe�rienza, dalla memoria. Ma poi, quando ascolti Vincenzo Cerami alla rassegna Big Torino 2000 (biennale di arte emer�gente), capisci perché molte storie sono stupi�de e il quesito non lo è per niente. In questa rassegna di incontri e proposte. Paolo Repetti ed Emanuele Trevi avevano lanciato la provocazione: autori «under 35», raccontateci la «zona grigia», quella che sta prima di un racconto o un romanzo finito, quel momentodi transito dei pensieri e delle parole. Hanno risposto nove autori di diversa naziona�lità (dall'Italia alla Gran Bretagna, da Francia e Turchia alla Cina). E, come ha detto ieri Trevi, il loro scavare nell'ambiguità della storia non ancora costruita li ha portali ineffabilmen�te a costruire e raccon�tare nove storie, nove pezzi di narrativa rac�colti in libro per le edizioni Lindau. Cerami racconta di sé, del suo lavoro per il teatro e ammette che a volte una storia nasce «per una telefo�nata». Un testo com�missionato, dunque, come accade a lui con il Piccolo di Milano. Ma si autocita proprio per rivendicare la libertà del racconto: dAll'origine c'è sempre un conflitto, che non è soltanto fra uersone, ma è fra ciò che in ima vicenda è già verbalizzato e Vincenzo Cerami ciò che non le è». Lo scrittore, spiega, è colui che guarda con un'angolazione, che coglie un taglio: «La storia di una nonna può non interessarci affatto, ma la storia della stessa nonna colla con una certa ottica ci affascina tutti». Dunque, non basta aver qualcosa da raccon�tare. Le storie nascono da una capacità poetica di cogliere nel passato, nel presente, nelle fantasie. Ed è ciò che esprimono gli scrittori di Big, anche quando non sanno come rispondere razionalmente alla domanda. David Mitchell dichiara: «E' come chiedere a un pesce che cos'è l'acqua». Certo, ma per l'inglese Lawren�ce Norfolk, «tutti i romanzi sono storici perché registrano ciò che è già accaduto». Fatta salva l'invenzione, la fiction. Come sostiene con disincanto Tommaso Pincio: «Penso sempre a chi disse: abbiamo deciso di scrivere un roman�zo su di te, dal momento che non esisti». Vincenzo Cerami

Luoghi citati: Cina, Francia, Gran Bretagna, Italia, Milano, Torino, Trevi, Turchia