Eliàn, Washington apre l'ultimo capitolo di Augusto Minzolini

Eliàn, Washington apre l'ultimo capitolo Eliàn, Washington apre l'ultimo capitolo Entro la settimana sarà comunque riconsegnato al padre reportage Augusto Minzolini inviato a MIAMI ABeba, quella vecchia signora di settant'anni che lasciò Cu�ba mentre Fidel Castro entra�va all'Avana quarantanni fa, ven�gono le lacrime agli occhi. Non vuol dire il suo cognome ma dal�l'anello di brillanti si arguisce che ha un posto nella Miami bene. E' la prima volta che sosta per qualche ora davanti alla casa che ospita Elian Gonzalez sulla 23esima stra�da. E' venuta per pregare e perchè ha capito che ormai siamo alle ultime battute di questa storia. «Prego da quarant'anni si sfoga affinché Castro muoia e contempo�raneamente chiedo perdono a Dio perché sono cattolica. Ma quell'uo�mo è il diavolo e non possiamo consegnargli un'anima innocente come quella di un bambino». Rassegnazione, impotenza e rab�bia. Questo è il pericoloso cocktail eh sentimenti e di umori che alber�ga nell'animo di cubano-america�ni. A Miami sono cominciati i primi blocchi stradali e i primi arresti. La polizia ha messo le manette anche ad uno dei leader della protesta dei cubano-americani, Miguel Saave�dra. Da un momento all'altro la vicenda potrebbe arrivare al buo epilogo. Se non già oggi, come sussurano alcune fonti non ufficia�li, sicuramente entro questa setti�mana. Ieri mattina, quando il pro�zio Làzaro Gonzalez ha lasciato per qualche ora la sua abitazione insie�me ad Elian, è nato un piccolo giallo sulla sua destinazione ed è aumentata la tensione tra quel centinaio di persone che a turno presidiano la casa-santuario. Ma, a parte le speranze delle vecchie cubano-americane che pre�gano e credono al miracolo dell'ulti�mo momento, il meccanismo mes�so in moto dal governo di Washin�gton per riconsegnare il bambino al padre e, quindi, rimpatriarlo a Cuba, appare inesorabile. «Siamo ai passi finali», ha fatto sapere il ministro della Giustizia, Janet Re�no. Ieri, malgrado la tattica dilalatoria della famiglia di Miami, il team di psicologi scolto dal Diparti�mento di Giustizia per seguire la vicenda ha discusso con Làzaro Gonzalez gli aspetti riguardanti il trasferimento del bambino al pa�dre naturale, Miguel Gonzalez: or�mai bisogna decidere solo il come e il quando e, ovviamente, l'ammini�strazione di Washington spera nel�la collaborazione della famiglia di Miami per non avere problemi (vonebbero che portassero Eliàn in un luogo neutrale per evitare la reazione dei dimostranti che bivac�cano davanti alla casal. In caso contrario malgrado le smentite ufficiali è stato messo a punto un piano che prevede l'uso della forza. In esso è contemplato anche l'arre�sto, se si rendesse necessario, del prozio del bambino. Insomma, da una parte Washin�gton ha deciso di stare dalla patte del padre naturale e di Castro, dall'altra la comunità cubano-ame�ricana ha capito che con il trasferi�mento del bambino all'Avana si riapre uno spiraglio nelle relazioni tra Cuba e Usa che potrebbe deter�minare la sua emarginazione. Que�sti due atteggiamenti si rispecchia�no nei sondaggi sulla vicenda: a livello nazionale, secondo uno stu�dio commissionalo da «News Week», più del 50 per cento degli americani vuole che Eliàn sia riafììdato al padre naturale, il 30 per cento no; nella contea di Miami, invece, più del 50 per cento della popolazione, secondo un sondag�gio condotto dal «The Miami He�rald», preferisce che il bambino rimanga negli Usa e questa maggio�ranza cresce all'83 per cento se si prende in esame solo la comunità cubano-americana. C'è, quindi, una divergenza di umori e di interessi tra la Miami cubana e il resto del l'aese. Che probabilmente, nei prossimi mesi, aumenterà. I media hanno comin�ciato a passare al microscopio le timide aperture che negli ultimi tempi l'amministrazione Clinton ha fatto nei confronti del regime di Castro. Alla fine dello scorso anno, ad esempio, il governo americano ha autorizzato I aumento del nume�ro di charter die collegano diretta�mente l'Avana agli Usa e, contem poraneamente, ha concesso un maggior numero di visti per ricer�catori, atleti, giornalisti, artisti e studenti che vogliono visitare Cu�ba. Ci sono stali e ci saranno anche una serie di parlile tra le nazionali cubane di baseball e di basket e alcune squadre statunitensi. Gli Slati Uniti stanno anche valutando una possibile cooperazioni con il regime dell'Avana sui problemi del�l'immigrazione, del traffico degli stupefacenti, dell'ambiente. Sono timide aperture ma è ovvio che il ritorno di Eliàn a Cuba, grazie all'interessamento dell'Ammini�strazione americana, darebbe un nuovo impulso alle relazioni tra i due Paesi. Questa nuova atmosfera, che potrebbe preannunciare la fine del�la politica dell'embargo nei con�fronti del regime di Castro, indi�spettisce la comunità cubano-ame�ricana. Un nervosimo che si ritro�va nelle dichiaraziooni del sindaco di Miami. Jo CaroUo, da sempre molto allento agli umori dei rifugia�ti "Sulla vicenda di Elian bisogne�rebbe seguire la strada americana, quella della libertà. Permettere al padre ili Elian di soggiornare in una albergo, lontano dalle spie cubane, e chiedergli se . .iole rima�nere negli Usa o no». Queste due politiche contrastan�ti schierano Washington e l'altra Cuba, quella di Miami, su fronti opposti. Bisogna vedere cosa acca�drà quando il bambino si ricongiun�gerà al padre e ripartirà per Cuba. Sicuramente l'epilogo di questa vicenda creerà un vulnus tra i rifugiali e il loro protettore di sempre, il governo Usa. Contemporaneamete porrà una serie infinita di interrogativi, a cominciare da ([nello che più preme al Lider Maxi�mo dell'Avana: se il governo di Washington decide che Castro non e il più il diavolo tanto da rimandai e a Cuba un bambino indifeso, che senso ha mantenere l'embargo? Forse questa vicenda piena di contraddizioni potrebbe concluder�si solo fra trentanni, per citare l'ironia di William Salire sul «New York Times», con l'elezione di Elian a presidente di Cuba o sinda�co ili Miami. Se i parenti di Miami faranno resistenza è previsto l'uso della forza ma il governo Usa vuole evitare traumi al bambino Nella foto grande il padre di Elian con il fratellastro del bambino. Gianni, sei mesi. A sinistra, il piccolo esule gioca nella casa degli zìi a Miami