Arianna e il suo Arlecchino

Arianna e il suo Arlecchino Nell'opera di Strauss alla Scala, Ronconi esalta la commedia dell'arte Arianna e il suo Arlecchino Bella la regia: le maschere italiane aggrappate alla buca dell'orchestra Paolo Gallatali MILANO E' inolio bolla la regia dell'« Arianna a Nasso» di Richard Strauss, eseguita alla Scala sotto la direziono d�Oiusoppe Sinopoli. Il prologo, strap�palo dall'ambientazione set�tecentesca, si svolgo nel retro�palco di un teatro moderno, grigio e spoglio, con qualche arredo sparso e piccoli came�rini, dovi; i cantanti allori entrano od escono in una soonii di conversazione tra lo mi riuscito del'interoteatro li�rico. Iris VermilInn, contralto, in completo scu�ro con camicia e cravatta, i capolli oorli e fol�li, incarna be�nissimo la figu�ra dol giovano compositore olio si abbando�na a slanci od esaltazioni, pen�sando alla bol�lo//;! della sua opera seria «Arianna a Nas�so» che sta por ossoro rappresentata; senonché il pio ricco signori! di Vionna, nel cui teatro si sta svòlgendo l'azione, ordina che, por risparmiare tempo od evitare la monotonia, alle scene di «Arianna a Nasso» vengano iiiIranimo/./ali dogli intermezzi comici, con le masoliori! italiani! della comme�dia dnl'arte. Il cho gotta il compositore nella più assolu�ta costernazione. Ronconi e sinopoli, in perfetto accordo, intendono questo prologo coilio gioco nervoso fondato sul realismo della recitazione, in un continuo via vai di gente di uiaim, mentre la musica come una luco che aumenta a pooti a poco, saio d'intensità, e dall'inizio, in cui si mescola al parlato in un raro oiiuilibrio porti! al fulmineo idillio liei il compositore e Zerbinettei, qui impersonata da Laura Aikin cantante, attrice e ballorina in costume succinto, lutta pope e guizzi, un prodi�gio di volteggi e di femminili�tà. Subito dopo, si apro la scena dell'opera. Arianna, abbandonata da Teseo, piange la sua sventura nell'isola solìtiiriii che Ronconi e Margheri�ta Palli rendono conio unii baia di altissime scogliere, con ;il centro un ciuffo di cipressi e sugli scogli tracco di costruzioni abbandonate (la scena si ispira all' «L'isola dei morti» di Boecklin). Qui ò distesa la povera Arianna, il soprano Mariana Zyetkova che sa ronderò boni: il fluido dollii molndia straussiaiui, aoreo uomi; in Mozart, infinito come in Wagner, mentre le tre ninfe, figlie Insieme dei tre fanciulli del «Flauto Mugico» e dolio ondino deir«Oro del Rono», cantano le loro malinconie sugli scogli sovrasliinli. Ma dallii fossa doll'orchestra, ad un corto punto, si arrampicano le maschere italiane che vengono a consola�re Arianna: Arlecchino (il bra�vo Stefan Genz) Scaramuccio (lini Thompson) Truffaldino (Siimi Luttinen), Brighella (Christoph Genz) e Zerbinetta di cui Laura Aikin ha roso il mordente teatrale e l'ironia, scendendo a poco a poco dalle rocce sul palcoscenico, mentre sgranava le porlo dol�io sua aria acrobatica, rosa con voci! non troppo pene�trante ma intonazione e tecni�ca sovrane: un trionfo di applausi. Sinopoli hn tolto ogni stucchevólezza ai lazzi dello maschero, fondendoli con le me�lodie sublimi di Arianna in un gioco di trapassi carezzevoli: tutto era magico e legge ro, nei colori te�nui e rosali dei costumi di Car�lo Diappi, men�tre l'isola di roc�ce e piante, sul palcoscenico, ruotava lenta�mente su se stessa e alla fi�ne si spaccava in due, lascian�do vedere in lon�tananza un'al�tra isolotta iden�tica, con le figu�rino di .Arianna e Bacco (tenore don Villars) ab�bracciati sulla spiaggia, men�tre quelli veri, al proscenio, venivano solle�vati in alto, su di una sbarra orizzontalo e azzurra, come di cielo. Da questa esecuzio�ne si ò capito tutto: che Strauss fonde miracolosa�mente Wagner con Mozart, che ironizza sull'arte come impegno lutale (Il composito�re) contrapponendole l'arte conio gioco (Zerbinetta), che, insieme ad Hofmannstalil, scompone il mito e la realtà in un mirabolante gioco di specchi, e che la rapinosa musica finale, celebrante la folicilà raggiunta da Arianna e Hocco, non è imtsica di speranza ma di commiato: un iiddio al canto come espressione dirotta dei senti�menti, ossia al vecchio, ama�lo mondo di ieri, che stava por crollare, nel 1912, sotto lo bordate della prossima carneficina. Il maestro Sinopoli ha tolto ai lazzi ogni stucchevolezza fondendoli con le melodie straussiane Bravissimi i cantanti Nella foto piccola: Luca Ronconi, che ha ambientato il prologo settecentesco In un teatro moderno. Accanto: Sinopoli ha diretto Richard Strauss con leggerezza

Luoghi citati: Hofmannstalil, Milano