Stane rende grandiosa la più ovvia banalità di Lietta Tornabuoni

Stane rende grandiosa la più ovvia banalità PRIME CINEMA Stane rende grandiosa la più ovvia banalità «Ogni maledetta domenica», violenza e maschilismo del football americano Lietta Tornabuoni UN occhio esorbitato, strap�pato via dall'orbita d'un cal�ciatore, rotola piano sul pra�to verde della partita. La vedova del padrone della squadra AnnMargret, già bevuta quando il sole è ancora alto, stringe al petto il cagnolino e sospira: «Tutte quelle domeniche allo stadio, e intanto il tempo scivolava via...». Sul tele�schermo, le immagini veloci della corsa delle bighe in «Ben Hur» di William Wyler, 1959, stanno a indicare che i campioni del foot�ball americano non sono meno feroci degli antichi gladiatori (bingo, ma che bravo). Il medico della squadra, che ha la faccia dell'infi�do James Woods, nasconde il ma�lanno d'un giocatore per farlo scen�dere in campo. La padrona Cameron Diaz, che ha ereditato dal fondatore, vuole soltanto vendere la squadra, farci i soldi. E poi corse, rovesciate a terra, caschi, grida, falli, fischietti, strappi, bot�te, urti, palloni, violenza, euforia («Andiamo a schiacciargli le pal�le»), ambizioni, tradimenti, polen�te dinamismo, immagini sovrappo�ste, incrociate e alterate, scontri immersi nel silenzio con accompaenamento di musica sublime, bana�lità: «Ogni maledetta domenica o si vince osi perde». «Ogni maledetta domenica» (ta�gliato dal regista di 12 minuti nella versione intemazionale) è un film schizofrenico: bellissimo e stupi�do. Immagini entusiasmanti, idee ovvie e retoriche. Grande maestria registica, luoghi comuni logori. Ine�vitabilmente, la stpiadra di foot�ball americano viene vista nel film come una metafora della vita: con i giovani che fanno fuori i vecchi, gli individualisti che se ne fregano del gioco e del bene collettivo, i non-valori che cancellano i falsi valori, i soldi padroni, la corruzio�ne che intride tutto, la brutalità e l'ambizione, la spietatezza e il tradimento. Verità (oppure balle) enfatiche, usate e ascoltate cento volte. Reahsmo, carente: al doping appena si accenna, la cocaina circo�la soltanto durante le feste postpartita (anzi, post-sconfitta, dato che la squadra protagonista quasi mai vince). Al Pacino è l'allenatore Tony D'Amato («Sei vecchio, coach»). Jamie Foxx è la star nascen�te, un campione nero che gioca come gli pare, ha successo e neppu�re ascolta le indicazioni dell'allena�tore. Dennis Quaid è il quarterback leggendario: infortunato e ormai senza futuro. Charlton Heston è l'incartapecorito dirigente dell'associazione del football. Gran tirate sul patriottismo di squadra, sul lavoro di gruppo, sul senso dell'onore, sulla tradizione. Maschilismo del giocatore che alla domanda della moglie «Non possia�mo prendere una cameriera? », risponde: «E cosa mi sarei sposato a fare?». Resa evangelica: «Fa' quello che devi fare». Come sempre, con Oliver Stone l'importante sta nel non prenderlo troppo sul serio. Ma il suo talento puramente cinematografico è gran�de, tanto grande da trasformare un'antologia di banalità che si vogliono epiche e arrivano appena ad essere enfatiche, in un film divertente, appassionante, fotogra�fato da Salvatore Telino, un diret�tore bravissimo con esperienze di spot pubblicitari e di video musica�li, al suo primo lungometraggio. OGNI MALEDETTA DOMENICA (Any Given Sunday) di Oiivet Stone con Al Pacino, Cameran Diaz, Dennis Quaid, Matthew Modino, Charlton Heston Drammatico, Usa. 1999, TORINO: cinema Arlecchino. Ideai MILANO: Ambasciatori, ROMA: Adriano, Alhambra, Ambassade, Andromeda, Barberini, Broadway, Ciak, Cineland, Excelsior, Gregory, Paris, Quirinetta (v,o.), Universal, Warner Mod,, Warner Vili,

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino, Usa