Italiani mammoni? No, tutti figli di papà

Italiani mammoni? No, tutti figli di papà Il sistema di parentela dei Paesi occidentali ha tendenza «matrilaterale», da noi « patrilaterale» Italiani mammoni? No, tutti figli di papà Marzio Barbagli «D! IMMI, Sadie, come jsta tua figlia Millie?». «Millie? Molto me�glio, oggi. Ora pensa di restare in quel lavoro. Fino a ieri voleva lasciarlo». «E tuo figlio Sam?» «Sammy? E chi lo sa. Covresti chiederlo alla madre di sua mo�glie: ne sa cortamente più di me». Sono le parole scambiate fra due donne sessantenni nella metropolitana di Manhattan, che troviamo in un voluminoso rapporto di ri�cerca di due so�ciologi america�ni. Alice e Peter Rossi. E' una conversazione che ricorda un vecchio prover�bio inglese, ana�lizzato tempo fa da altri duo studiosi; «mio figlio è un figlio finché non prende moglie, mia figlia ò una figlia tutta la vita». Ma perché si chiederà il lettore gli studiosi di scienze sociali si occupano di simili banalità? Non sprecano tempo e denaro? Non proprio. È grazio ad informazioni come que�ste che ossi sono stati in grado di dire che, nei paesi occidentali, il sistema di parentela ò nella real�tà assai diverso da come appare dalle norme giuridiche. In linea di principio tale siste�ma è bilaterale, cioè molte sullo slesso piano la linea maschile e quella femminile, il ramo di lui e quello di lei. Ma nella realtà vi è una tendenza alla matrilateralità, a dare cioè la preferenza alle persone del ramo femminile. Per�ché la sessantenne di Manhat�tan sa tutto di Mille e ben poco di Sam? Proprio perché coloro che si sposano vanno a vivere più vicino ai genitori della mo�glie ed è con loro che restano maggiormente in conlatto. La relazione chiave di questo siste�ma è quella fra madre e figlia. Ancne dopo l'uscita di casa ed il matrimonio, la figlia resta forte�mente legata alla madre. E mol�to spesso i rapporti fra le due diventano ancora più stretti ed intensi dopo la nascita dei nipoti�ni. D'altra parte, la madre ed il padre pensano di avere maggiori doveri verso il genero che la nuora, perché il primo ha sposa�to la figlia, la seconda il figlio. A questo sistema non si sottraggo�no neppure le persone della ter�za generazione, i nipoti. Ricer�che condotte su ragazzi di scuo�la media hanno messo in luce che i nonni ai quali questi si sentono più vicini sono quelli materni. Questo avviene negli Stati Uniti ed in Canada, in Gran Bretagna od in Francia, ma non in Italia. La recente indagine multiscopo dell'Islat ha mosso in luco che, dopo il matrimonio, i figli vivono più vicino ai genitori delle figlie. È questa forse un'espressione del cosiddetto «mammismo»? Assolutamente no. Usato continuamente dai media per «fare colore» questo termine le impossibile definirlo un concetto) non serve né a descrivere né a spiegare le pecu�liarità del nostro Paese. In real�tà, tutte le informazioni di cui disponiamo ci dicono che men�tre il sistema di parentela dei paesi occidentali ha una tenden�za matrilaterale, quello italiano ne ha ancora una patrilaterale. Non è difficile spiegare per�ché, negli Stali Uniti ed in Euro�pa, la relazione chiave del siste�ma di parentela sia quella fra madre e figlia e perché dunque le famiglie nucleari che si forma�no tendano a dare la preferenza ai parenti di quest'ultima. Poi�ché accade meno frequentemen�te di un tempo che i figli seguano le orme dei padri ereditando il loro stosso lavoro (come contadi�ni, artigiani o commercianti) il legame fra i primi ed i secondi si è in un certo senso indebolito. Ma poiché la gestione del mondo domestico ed il lavoro di cura continuano ad essere compito prevalentemente delle donne, il rapporto fra madri e figlie resta forte. Detto in altri termini, se in Gran Bretagna o negli Stati Uniti le persone sposate abitano più vicino ai parenti della moglie ed hanno maggiori contatti con que�sti è perché ci si aspetta che sia la madre ad occuparsi dei nipoti�ni piccoli e che sia la figlia (e non i suoi fratelli) a prendersi cura dei genitori anziani. E perché allora in Italia per�mane una tendenza alla patrilatoralità? Per motivi storici. Per�ché nel passato questo sistema ha avuto nel nostro paese un'im�portanza molto maggiore che altrove. A differenza di quanto è avvenuto negli Stati Uniti, in Francia o in Gran Bretagna, da noi, per secoli, dopo il matrimo�nio le figlie uscivano dalla fami�glia di origine, mentre i figli vi restavano. In Piemonte, in Ligu�ria ed in Lombardia era spesso solo uno dei figli maschi (il primogenito) che portava nella casa la sposa. Nel Veneto, in Emilia Romagna, in Toscana, in Umbria e nelle Marche a portare la moglie a casa erano invece talvolta più figli maschi. Ma in tutte queste regioni il sistema di parentela prevalente era patrila�terale. La relazione chiave era quella fra padre e figlio. Era con il padre che il figlio iniziava a lavorare. Era da lui che impara�va il mestiere. Ed era sempre da lui che ereditava il podere, la bottega, il negozio. Le figlie inve�ce, una volta sposate, venivano incorporate nella famiglia del marito e perdevano contatto con i genitori, le sorelle, i fratelli. Da loro ci si attendeva che dedicas�sero più tempo ed energie alla suocera che alla madre, ai paren�ti acquisiti che ai consanguinei; dai loro figli che fossero più legati ai parenti del padre anche dal punto di vista affettivo. Questo sistema ha funzionato pienamente fino alla fine degli anni 50 del secolo scorso, fino a quando ha avuto un ruolo l'orga�nizzazione poderale-familiare dell'agricoltura. Poi è entrato in crisi ed ha poco a poco perso di importanza. L'indagine multi�scopo Istat ci dice però che di esso resta ancora qualcosa, no�nostante che le basi economiche e sociali su cui si reggeva siano da tempo scomparse. La tenden�za a privilegiare i genitori del marito permane in provincia, nei comuni al di sotto dei 50 mila abitanti (dove abita il 65"}*) della popolazione italiana) ed è particolarmente forte nel Vene�to, in Umbria e nelle Marche. Invece, al centro ed alla perife�ria della grandi aree metropolita�ne non esiste più (si veda la tabella a in alto). Tutto fa pensa�re che l'uso di metter su casa vicino ai genitori del marito soprawiverà ancora per dieci o venti anni. Poi le sue tracce rimarranno solo nei libri di sto�ria sociale. » taf tnuuut A CHI SI Pili* VICINO PERCENTUALE DI PERSONE SPOSATE CHE VIVONO IN ITALIA A MEMO DI UN CHILOMETRO DAI GENITORI PER CENERE A CHI SI Pili* VICINO PERCENTUALE DI PERSONE SPOSATE CHE VIVONO IN ITALIA A MEMO DI UN CHILOMETRO DAI GENITORI, PER CENERE E TIPO DEL COMUNE DI RESIDENZA UOMINI DONNE FINOA2000ABITANTI S4 44 DA 2000 A 10.000 56 43 DA 10.000 A 50.000 49 4* PIU'DI 50.000 36 36 PERIFERIAAREA METR0P0UTANA 41 41 CENTROAREA METR0P0UTANA 34 34 ITALIA 46 40 FONTE: ELABORAZIONE SU DATI ISTAT JIWIIIII—IIIIIIH Hill m «

Persone citate: Marzio Barbagli, Peter Rossi