MARAI l'ultimo Casanova di Bruno Ventavoli

MARAI l'ultimo Casanova Esce il nuovo romanzo dello scrittore ungherese: con il grande seduttore in fuga da Venezia MARAI l'ultimo Casanova Bruno Ventavoli 1 ARAI torna in libreria. Con una proposta immo�rale. Dopo Le braci e L'eredità di Eszter, Adelphi propone un altro ro�manzo dello scrittore ungherese più amato del momento, La recita di Bolzano. Il protagonista è il quarantenne Giacomo Casanova. Appena sfuggito alla prigionia dei Piombi, inseguito da polizie segre�te, da uomini gelosi, da nu lità incuriosite. Non è bello. Anzi. Pic�colo, con un po' di pancetta, il naso grande e carnoso, è lontano dai canoni dell'avvenenza maschile. Però è un uomo. Un vero uomo, nella sua sfida alla vita, alle con�venzioni, al caso. Oltre alla fisionomia e ai tratti salienti della personalità. Maral attinge poco al Casanova vero, alle sue Memorie. Il gentiluomo vene�ziano gli interessa solo come nome, come simbolo, come archetipo del viandante intropido, apolide, infeli�ce. E forse anche perché gli è simile nel destino sradicato e nell'età (quando scrive Vendégjàték Bolzanóban ha anche lui quarantan�ni). La bellissima traduzione del romanzo (uscito nel 1940) è di Marinella d'Alessandro, una delle migliori traduttrici italiane, non solo di prose magiare. Nella Recita di Bolzano si fron�teggiano due uomini divisi da una donna (tema carissimo a Maral). Il duello verbale e psicologico si con�suma in poche ore. Nasce però in un passato lontano e segnerà per sempre il futuro dei personaggi. Da una parte c'è il settantaduenne conte di Parma, duro nell'ammini�strazione del potere, ex, spadaccino di valore. Dall'altra c'è lo stanco Casanova fuggiasco. In mezzo la bella Francesca, sposata con il conte, ma innamorata di Giacomo, in virtù d'un rapido e lontano ricordo. Il vecchio marito, tutt'altro che arreso, vuole cancellare l'importuno fantasma dal cuore della moglie. E offre un contratto immorale, una proposta indecente al giovane rivale. In cambio di molto denaro e di un salvacondotto. Casanova dovrà trascorrere la notte con la languida donna. Una notte lunga come la vita intera, dove ci si gioca tutto. Prima dell'alba il grande seduttore deve far conoscere alla giovane fanciulla i trasporti e le delusioni dell'eros. Dovrà scottarla e ferirla, in modo che all'alba lei tomi «guari�ta» dalla passione tra le mura rassicuranti del matrimonio. Le cose però non vanno esattamente cosi. Perché l'animo femminile è refrattario ai contratti. E perché i propositi umani vengono sempre scompaginati. Durante la notte, tra le maschere, Francesca gioca in contropiede. Prende in mano il proprio destino e sorprende Casa�nova con il suo amore, semplice, sensuale, concreto, e proprio per�ciò inatlingibile. Travolge il sedut�tore e lo condanna alla sua bulimica solitudine. Mentre la passione irrisolta brucerà ancora con dolore il cuore di protagonisti, come la brace, nascosta e rovinosa. Tra le pieghe della sfida galante, Màrai insinua altri temi a lui cari. Affronta con preveggenza l'amarez�za dell'esilio e la solitudine di un uomo privato delle pareti domesti�che. Entro poco tempo, infatti, proverà sulla propria pelle entram�be le situazioni. Durante l'assedio di Budapest, nel '44, la sua amata casa, ricca di libri e oggetti d'arte, fu distrutta con sommo dolore. E nel '48, dopo il potere dei comuni�sti, andò all'estero per un esilio duralo fino air89 (anno del suicidio). Mentre tutto intorno crolla, si impiglia nella follia e nel sangue, Màrai pensa attraverso il suo Casanova al senso dello scrivere. Che cosa significa intrecciare fanta�sia e libertà materiale? Ci sono scrittói i che vivono felici solo di finzioni, altri che usano frasi in�quiete per scardinare il mondo, altri ancora che che -scrivono» agendo. Màrai esule in Italia e America fece dei libri la propria salvezza. Nessuno lo leggeva. Né all'estero, dove viveva invisibile senza l'aura pubblica del dissiden�te, né in patria dove era considera�lo un decadente autore borghese fuggiasco. Eppure continuava a vergare fogli bianchi. Diari, roman�zi, racconti. Perché credeva nella forza protettiva delle parole di caria, Im recita di Eohano scende nei visceri più profondi dell'amore, cercando di capire questa forza che travolge esseri e cose. Potrebbe sembrare un esercizio troppo vago e troppo poetico, vista la drammati�cità dei tempi. Eppure non è così. La scrittura intensa e rarefatta può anche essere un antidolo al disordi�ne dei mondo. Ho trovato una copia della Recita di Bolzano pres�so un antiquario di Budapest, al�l'inizio degli Anni 80, quando lo scrittore era amalo solo dai lettera�ti. Il volumi.' apparteneva alla tira�tura dell'undicesimo migliaio (per�ché fu un bestseller in quegli anni buil. Sul frontespizio, una scono�sciuta Erzsebet annotò a matita il proprio nome. Con lo stesso colore azzurro pallido sottolineava frasi, deponeva asterischi, lasciava brevi commenti. In una calligrafia ferma e serena. Era il 1943. E l'Ungheria si avviava verso i! disastro, insie�me al resto dell'Europa orientale. Uàvventunero non più giovane viene beffato da una donna nella strana «recita» notturna Sandor Mira! nacque nel 1900 a Kassa. Scosse una trentina di romanzi, di cui non fu mal pienamente soddisfatto. Perché teneva quasi esclusft smente al proprio minuzioso diario, annotato giorno dopo giorno per una vita intera («le uniche opere oneste dello scrittore sono i diari e le lettere»). Istintivamente borghese, imperialregio, anticomunista, nel '48 lasciò l'Ungheria con l'amata moglie llona e il figlio adottivo. Mori suicida neir89 in California, dopo aver annotato nel Diario l'acquisto della .ivoltella. Amatissimo tra le due guerre, fu dimenticato. In Francia lo riscopr�Albin Miche). In Italia è diventato un caso con te braci, romanzo cult dei dalemiani e della sinistra liberal Anche Dezsò Kosztolanyi ( 1885-1936) fu autore di successo negli anni di Màrai. Sellerlo propone ora, Allodola, romanzo del 1924 che spia nella sonnacchiosa, angusta, opprimente, vita di provincia. Protagonisti sono due genitori legati quasi maniacalmente all'unica figlia, non più giovane, poco bella, ancora da maritare. Quando la fanciulla , lascia la casa per una breve vacanza, l'anziana coppia scopre che l'amore era frutto del dovere, ed era una dolorosa catena. E il primitivo affetto si ribalta in una specie di odio venato dalla follia, finché tutto riprende i ritmi della tediosa quotidianità || Donald Sutherland, nel celebre «Casanova" di Fellini. Il seduttore veneziano è anche il malinconico eroe delb «Recita di Bolzano^, scritto nel 1940 da Sandor Marai