Piero della Francesca e il bello della Croce
Piero della Francesca e il bello della Croce Dopo 15 anni di restauro si inaugura oggi ad Arezzo il ciclo di affreschi Piero della Francesca e il bello della Croce Melandri: «Restituiamo al mondo un'opera ineguagliabile» Maria Cerbi ROMA IL Duemila è l'anno di Piero della Francesca». Parola del ministro dei Beni culturali Giovanna I Melandri che inaugura oggi ad Arezzo il restauro de La legaenda della Vera Croce, il ciclo di affreschi che l'artista realizzò nella cappella del coro della basilica di San Francesco. «L'opera oltre ad una grande bellezza ha anche un grande significato simbolico che oggi possiamo recuperare», spiega il ministro. «Quando Piero della Francesca dipingeva ci si prepa�rava alle crociate e infatti l'arti�sta dipinge il sogno premonitore che fa convertire Costantino al Cristianesimo. Nell'incontro tra la regina di Saba e Salomone c'è in fondo l'incontro tra chiesa di Oriente e di Occidente. Questo ciclo di affreschi può essere rilet�to come dialogo tra le grandi religioni monoteiste. E se il Due�mila è l'anno di Piero della Fran�cesca mi piace pensare che lo sia sotto il profilo dell'incontro tra culture diverse». La leggenda della Vera Croce, dipinta tra il 1452 e il 1466, ha avuto negli anni molte disavven�ture. «Restituiamo al mondo que�sto capolavoro ineguagliabile racconta la Melanori che ha subito nei secoli terremoti, fulmi�ni, infiltrazioni d'acqua e porta ancora i segni delle pallottole dell'esercito napoleonico». Il re�stauro iniziò quindici anni fa con quattro anni di indagini per capi�re quale tecnica adottare per sconfiggere la «malattia» di cui soffriva l'affresco: la solfatazione da gesso, che inesorabilmente porta alla polverizzazione degli strati pittorici. «E' stato necessa�rio tanto tempo spiega perché bisognava intervenire in manie�ra risolutiva e negli anni i {Ianni all'opera sono stati prodotti an�che dai diversi restauri». Ad affrontare il problema l'Istituto centrale del restauro, L'Opificio delle Pietre Dure, il sovrintendente ai Beni artistici di Arezzo Annamaria Maestzke con una tecnica di impacchi di carbonato di ammonio e di idrossido di bario per rendere reversi�bile il fenomeno della solfatazione. «E' un lavoro magnifico dice il ministro che ha riscoper�to la luce e i colori di Piero della Francesca. Ormai il restauro in Italia è a livelli di eccellenza e integra la sapienza storica e arti«iana con le più aggiornate tecnoogie. Diventano fondamentali gh interventi preventivi che im�pediscano il degrado dell'opera». In quest'ottica nella basilica di San Francesco saranno attivi due sistemi di monitoraggio, uno Der controllare la staticità del'edificio e l'altro per mantenere il microclima ideale. Costo del restauro 8 mihardi, interamente coperti dal Banco Popolare dell'Etruria e del Lazio. «I privati commenta la Melan�dri sono importanti per il recu�pero delle opere d'arte ma per fortuna adesso anche noi abbia�mo fondi per aprire cantieri gra�zie a parte dei proventi del Lotto, 300 mihardi solo quest'anno». E sulla polemica che ha investito un'altra opera di Piero Della Francesca, La Madonna del Par�to, che i Verdi voghono riportare nella chiesetta di Monterchi tra le coUine aretine adesso è in una ex scuola adibita a museo la Melandri assicura: «Entro un mese risolveremo il problema». Particolare dell'affresco restaurato
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