Un divorzio da gentlemen fra Mediobanca e Intesa di Zeni

Un divorzio da gentlemen fra Mediobanca e Intesa 1^ Generali ribadiscono la «completa fiducia» al management e chiudono un bilancio dai «brillanti risultati» Un divorzio da gentlemen fra Mediobanca e Intesa La tedesca Commerzbank al 40Zo nel nuovo patto di sindacato di Bazoli Armando Zeni MILANO Una lunga giornata di riunioni, tcmiinala a tarila sera con il summit piìt atteso, quello del patto di sindacato di Intesa, che ha sancito il nuovo assetto di controllo dol primo gruppo bancario italiano dopo la conquista della Comit. Come previsto, nel nuovo patto Inlesa-Comil, Mediobanca (e i suoi alleali: Hdp, Sai e Fondiaria) non ci sarà. Avrebbe dovuto esserci, ina eviden�temente gli sviluppi successivi, a comin�ciare dalla scella maturata nei nuovi piani industriali di Intesa di fare della Commer�cialo la banca corporate del gruppo in diretta concorrenza con Mediobanca dun�que, hanno consiglialo la separazione. Separazione che avrà un altro, previsto ma pur sempre clamoroso, risvolto e cioè la cessione da parte di Intesa della ciucia di Mediobanca finora posseduta dalla Comil. Dunque, un anno dopo il grande inatri monio tra Intesa e Comit, matrimonio benedetto (e voluto! dagli uomini di Mediobanca per sottrarre l'amata Commerciale alle mire dell'Unicreclilo, finisce in un divorzio Ira gentiluomini, con Intesa che spontaneamente mette a disposizione rf)nZo di Mediohanca custodita in Comit, quota che ha già candidati all'acquisto dopo l'alleanza tra l'istituto di Enrico Cuccia e la Mediolanum. Sia pure senza sbilanciarsi, un altro superpmclenle, l'im�prenditore bergamasco Giampiero Pesenli, da sempre allealo fedele di via Filodrammatici, ha lascialo intendere che, se chiamato, risponderà si all'appello: «Sia�mo già salili ili Mediobanca dal 2 al 2,36IX) ha spiegato Pesenti vedremo». Resta invece da capire fino a che punto sarà esercitata da parte delle altre due banche azioniste, la Banca di Roma e l'Unicredito, l'opzione sulla quota della Comit. Si vedrà tra un paio di giorni, luned�mollo proba�bilmente, quando si riunirà il consiglio di Intesa. Per ora un tassello indispensabile è stato messo, quello appunto del patto di sindacato che vedrà la presenza del Credit Agricole (forte di un 150Zo ma con possibili�tà di salire al 180Zo), della Fondazione Cariplo di Giuseppe Guzzetti ( 10,20zii), del�la Fondazione Cariparma {5\), del Gruppo lombardo (3,2'H)) e delle Generali finora presenti nel patto solo attraverso la con�trollata Alleanza. A questi cinque si aggre�gherà (con un 4nZn) anche la tedesca Com�merzbank: e anche questo è un piccolo capolavoro di mediazione di Bazoli e, si dice, di Alfonso Desiata. E, a proposito di Desiata, ieri pomeriggio, qualche ora pri�ma della riunione del patto d'Intesa, il consiglio delle Generali che ha discusso dei conti 1999 del gruppo chiuso con 1585 miliardi di utile di pertinenza della capo�gruppo ^S.B'ìt rispetto all'anno prima), Roe in crescita del 12,9'\ premi consolida�ti a 73.216 miliardi (-HG,?"}*.) che supere�rebbero gli 84mila miliuardi (con l'utile a quel punto sopra i 2.220 miliardi) se fossero già oggi (ma lo sarà solo l'anno prossimo) consolidate le attività dell'appena acquisita Ina. Ma soprattutto il consi�glio Generali ha voluto formalizzare con due righe finali il proprio plauso al presi�dente e ai due amministratori per «i brillanti risultati raggiunti nella gestione» ma soprattutto ribadire «la completa fidu�cia sulle prospettive future». Passaggio importante, quest'ultimo, che azzera ipo�tesi circolate in Borsa sulla sostituzione di Desiata non più gradito, secondo i rumore, a Mediobanca die ieri, per bocca del suo presidente Francesco Cingano, ha smenti�to con forza ogni contrasto definendo le voci pure «fesserie».

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